Taranto,12
marzo 2013
Solidarietà
..........al padrone!?!?
I soliti noti stanno
scrivendo in queste ore l’ultimo atto di appoggio ai Riva: “i contratti di
solidarietà”. Perché? Non ve lo
diranno e li faranno passare come un successo. Non è così: è una fregatura
per i lavoratori, una manna dal cielo per la proprietà. Strano ricordare le
parole di de Biase, ex n.2 Ilva-“I CONTRATTI DI SOLIDARIETA’ SONO
INAPPLICAPIBILI, AVEVA TUONATO NEL 2008”-.
Oggi
cosa cambia???
I sindacati di Riva tentano di rifarsi
una verginità, dopo aver abbandonato i lavoratori dell’area a freddo(
TNA1-LAF-PLA e TUBIFICI ) al loro destino di cassintegrati continui per tutti
questi anni, a partire dal 2008 mentre il padrone, in fervente attesa che
arrivi la sentenza della Corte Costituzionale sul decreto “salva-Ilva”, il cui
esito negativo (solo per lui) potrebbe significare la fine del potere assoluto
e, quindi, l’obbligo di dover affrontare a proprie spese l’ottemperanza alle
norme, punta a “raschiare il fondo del barile”. La consapevolezza che il
ricorso agli ammortizzatori sociali è solo un pretesto, un ricatto, un modo per
ovviare alle proprie responsabilità, pone l’azienda Ilva in una condizione di
disagio, perché sa che, ancora una volta, sta navigando nei mari dell’illegalità.
Oggi, quindi, con il solito supporto morale dei sindacati amici, si guarda alla
“splendida” idea dei contratti di solidarietà come fossero l’unica soluzione
per tutti.
L’USB ha sempre sostenuto che la cassa
integrazione fosse immotivata e l’ha denunciato agli organismi competenti e sui
contratti di solidarietà crescono dubbi fondati. In realtà l’azienda vuole
evitare l’integrazione salariale sulla CIGS e il rischio di dovervi rinunciare,
poiché sa bene che non poteva continuare a “svuotare” le casse dello Stato,
conducono all’unico strumento utile, i C.D.S. Chi ci guadagna? Solo l’azienda,
mentre i lavoratori perderebbero ancora soldi sulla busta paga, potere
d’acquisto, certezza del futuro e dignità.
Il ragionamento è semplice: i
contratti di solidarietà non prevedono integrazione, ma solo sgravi e
contributi per il padrone. Chi si sta prestando a questo gioco sa di cosa si
tratta, ma non lo dirà mai. In assenza di un piano industriale che i Riva
dovrebbero fornire, consigliano, discutono e firmano tutto quel che il padrone
detta. Noi, la solidarietà non la daremo mai ad una proprietà che si è
arricchita sulle spalle della città e dei lavoratori. Non abbiamo
compromissioni né “tesoretti” milionari come la CISL di Bonanni da
difendere. Abbiamo a cuore la salute dei lavoratori, il loro giusto salario e
la difesa dei diritti. Siamo abituati ad essere solidali con quella parte di
società vittima dei veleni; con i colleghi e le famiglie degli operai che sono
morti sul lavoro a causa dell’arroganza e del profitto. Siamo dalla parte che viene
perseguitata, come i lavoratori del MOF che nel chiedere maggiore sicurezza
vengono puniti con sanzioni disciplinari, dopo essere stati vessati e
“sequestrati” nella mensa dai capi.
In attesa del “PACCO REGALO” dei contratti
di solidarietà, l’USB preannuncia l’ennesima denuncia contro gli illeciti: in
acciaieria i capi dell’acciaieria non fanno cassa; si continuano a fare decine
di ore di straordinario; in acciaieria 1 si marcia regolarmente mentre decine
di lavoratori dello stesso reparto sono comunque in cassa integrazione, alla
faccia della solidarietà.
QUESTA E’ SOLIDARIETA’
VERSO I LAVORATORI O VERSO IL PADRONE????
ESPROPRIARE RIVA E NAZIONALIZZARE LA
FABBRICA E’ L’UNICA STRADA PERCORRIBILE!!!