Ill.mo Sig Sindaco
Dott. Ippazio Stefano
e p.c. Al Direttore
generale della Asl Ta Dott. Scattaglia
Alla Procura della
Repubblica A Sua Eccellenza Prefetto di Taranto Dott. Sammartino.
Formulo la presente in
nome e per conto degli ammalati di Sla rappresentati dall'Associazione COMITATO
16 NOVEMBRE ONLUS e dei loro familiari.
Le nostre famiglie, ove
risiede un disabile gravissimo affetto da Sla, sono vittime, in questi ultimi
giorni, di un comportamento vergognoso ed inaccettabile, privo di qualunque
attenzione e sensibilità da parte del Comune di Taranto - Servizi Sociali, che
ha completamente ignorato le richieste dell'Associazione.
Nel pomeriggio inoltrato
del 1 marzo le famiglie degli ammalati di Sla sono state avvisate dai
lavoratori della Cooperativa Domus, che da oltre un anno fornisce il servizio
OSS, che dall'indomani il loro servizio non ci sarebbe più stato.
Complimenti per il
rispetto mostrato dal Comune che sapeva! Chi scrive ha dovuto faticare, e non
poco, per tranquillizzare le famiglie disperate ed affinché il servizio fosse
invece regolarmente garantito nell'attesa di comprendere cosa stesse accadendo.
La Cooperativa Domus ha accettato di fornire ugualmente il servizio OSS
domiciliare e coprire le giornate di sabato 2 e lunedi 4. marzo u.s.
Lunedi 4 alle 9 di mattina
venivo ricevuta dalla Sig.ra Uzzi la quale mi spiegava che la convenzione con
la Cooperativa DOMUS era pronta da agosto 2012 e che il funzionario preposto
alla firma si era rifiutata di adempiere al suo compito e firmare la nuova convenzione
per motivi che avrà ritenuto validi ed è attualmente in maternità, cose queste
che, con tutto il rispetto dovuto, poco interessano alle famiglie fruitrici del
servizio e mi chiedo, oltretutto, se siano contemplabili nel corretto
funzionamento di un assessorato che ha avuto 6 mesi per porre rimedio alla
situazione.
Contattata, in ns.
presenza, dalla Sig.ra Uzzi, la Cooperativa Domus dava comunque la propria
disponibilità, ancora una volta, a fornire il servizio a proprio rischio perché
da lì ad una settimana, la Sig.ra Uzzi tranquillizzava, si sarebbe proceduto
con l'affidamento per un ulteriore mese di servizio OSS. Avevamo, io e Franco
Mellone, marito di Delia D'Ettorre, ammalata di SLA, ricevuto quindi garanzia
che nessuna interruzione ed assolutamente alcun disagio avrebbe colpito i ns
ammalati e le nostre famiglie
Per accertarmi che le
cose si svolgessero serenamente, alle 12 del 4 marzo ritornavo in assessorato e
parlavo, questa volta con la Dott.ssa Troiano. Chiedevo, in pratica, che mai
più nessuno, se non il Comune e attraverso i suoi operatori, doveva contattare
le famiglie e anzi, chiedevo espressamente che, per qualunque variazione, fossi
avvisata in qualità di responsabile territoriale che si spende da anni a favore
dei malati.Avrei provveduto a mia volta a trovare parole e modi per avvisare
tutte le famiglie.
La Dott.ssa Troiano mi
tranquillizzava ed uscivo serenamente da quell'ufficio con tre garanzie: 1) che
il servizio non avrebbe subito alcuna interruzione; 2) che nessun disagio ci sarebbe
stato per ammalati e famiglie; 3) che per ogni variazione sarei stata informata
per tempo.
Per tutta risposta invece,
dal pomeriggio di giovedì 7 stessa scena già vissuta: famiglie direttamente
avvisate, questa volta del cambio del servizio, affidato ad altra cooperativa a
partire dalla mattina successiva! Inutile dire che i parenti degli ammalati,
seriamente preoccupati, hanno cominciato a tempestarmi di telefonate e abbiamo
così deciso di recarci in assessorato per significare il ns. disagio anche
perché nel frattempo la cooperativa appaltatrice chiedeva aiuto agli uscenti a
dimostrazione di quanto fosse pronta!!!!! Ricevuti dai funzionari Uzzi e
Troiano, ci siamo sentiti rispondere che: 1) la comunicazione è arrivata alle 4
di pomeriggio (avevano il mio cellulare!!!!) 2) si trattava di un mese
(????????) 3) che le nuove OSS sarebbero state affiancate alle OSS della Asl (e
chi non ce l'ha???? ce le inventiamo per l'occasione???? 4) Il personale della
cooperativa aveva le carte in regola per entrare nelle nostre case (FALSO!!!!!!!)
Esaminando i primi 3 punti
denuncio l'assoluta mancanza di rispetto nei confronti di chi scrive che, solo
3 gg prima, si era recata in assessorato per ben due volte a rappresentare le
istanze di tutte le famiglie preoccupatissime. Siamo stanchi di dover spiegare
a chi dovrebbe conoscere a menadito ciò di cui si occupa, cosa significhi avere
in carico assistenziale un ammalato di Sla: si tratta di persone che non
possono parlare e spiegare come manovrarli e mobilizzarli perché privi della
parola (Abbiamo dovuto dire noi a chi dovrebbe saperlo, che, nell'ora
dell'igiene, il comunicatore oculare, che è una macchina che occupa grande
spazio, viene spostato perché non una, ma trepersone operino con tranquillità
sull'ammalato!).
E a tal proposito ho anche
chiesto dei controlli da parte del Comune: il Comune ha l'obbligo di recarsi in
questi giorni al domicilio degli ammalati per accertare che il denaro pagato
sia stato speso bene e quello che ha risparmiato non crei seri danni ai fruitori
del servizio! Mi auguro che tutto ciò venga fatto, altrimenti dovremo pensare
che per il Comune unica priorità è il risparmio economico e noi non ci stiamo!
Avevo "supplicato" la Dott.ssa Troiano che, qualora avesse dovuto
esserci un avvicendamento, il nuovo personale avrebbe dovuto essere formato:
Abbiamo care-giver di 75 anni, malati ed anziani: ma cosa si pretende da questa
gente, che si mettano a spiegare cosa, se a loro volta hanno bisogno di serio
aiuto?
E dopo una discussione
anche dai toni accesi di oltre due ore, arriva una rappresentante di una Onlus
che fa la portavoce della Cooperativa che ha vinto la gara (???) per
rassicurarci che il personale è preparato ed è assolutamente adatto a malati da
ADI 3. Facciamo buon viso a cattivo gioco, oramai, siamo abituati.... e andiamo
via aspettando di vedere all'opera questi operatori da livello assistenziale
elevato.E qua sta il bello: il famoso personale preparatissimo intanto venerdì
8 non si presenta a casa degli ammalati. "Li stanno formando", ci
dicono.
E ci lasciano senza
assistenza. Attendiamo il giorno dopo e la tragedia si compie: arrivano nelle
nostre case persone, ovviamente sconosciute e senza neanche una scheda di
accesso (complimenti per la professionalità e la prontezza!!!!) che alla sola
vista dei macchinari si spaventano e ci comunicano, candidamente, che fino al
giorno prima facevano la spesa, assistevano gli anziani, qualcuna, perdonatemi,
emana cattivo odore, altre vengono invitate ad andare a lavarsi le mani, cosa
che nessuno gli ha insegnato come prima operazione! Nessuna di loro è in grado
di broncoaspirare i malati, non sanno neanche aspirare la saliva e questa non è
pratica infermieristica!
Se questa è l'ADI 3 stiamo
freschi! Lasciateci la 1 che fate più bella figura! Ci è voluta molta forza di
volontà da parte dei familiariper non prendere queste persone ed accompagnarle
direttamente alla porta. Ma dove siamo, in macelleria dove si affettano carni
morte? Stiamo parlando di esseri umani delicatissimi, che le famiglie tengono come
fossero gioielli con sacrifici economici e fisici incredibili e il Comune si
permette di maltrattarli in questo modo?
Se pensate di essere nel
giusto, di aver offerto la continuità di servizio siete totalmente fuori
strada: continua è una cosa che è già in essere ma siete talmente distanti
dalle problematiche che ci toccano che, perdonate la presunzione, mi sento in
dovere di insegnarvele io e: un ammalato di Sla non ha il dono della parola,
non può collaborare con chi opera sul suo corpo.
edete, ogni persona di
queste ha un proprio modo di essere girato, sollevato, manipolato non perché è
un pazzo, bensì perché ogni movimento deve essere fatto in maniera tale da
procurare il minor dolore possibile. Il panno va messo ad una certa altezza,
preciso, altrimenti quelle piccole righe che si formano danno dolori indicibili
che non passano con nulla; va alzato e messo sulla sedia con procedimenti
particolari; i piedi vanno girati in maniera decisa ma senza spezzarli......
ognuno di loro ha un proprio metodo, metodo che si impara sulla loro pelle dopo
mesi di rapporto quotidiano. Le persone spedite di corsa al domicilio non hanno
mai visto una peg in vita loro: almeno la furbizia di addestrarle a fingersi
competenti!!!!!
Quando laveranno i nostri
pazienti che se ne faranno della peg, la staccheranno e la metteranno sul
comodino???? Voi non avete assicurato nessuna continuità anzi, Vi riteniamo
responsabili di aver fatto sprofondare nuovamente nella depressione i ns. cari
ammalati dei quali non avete avuto alcuna considerazione. Ma tanto la Asl che
ci legge, ci assicura lo psicologo ogni 15 gg: Dott Scattaglia temo che dovremo
integrare perché non è piacevole ricevere telefonate come quelle che ricevo io:
Adesso stacco tutto ammazzo lui e me! Ripeto: Carne da macello! Specialmente
considerando il fatto che i i nuovi operatori non sono per nulla preparati ,
neanche alla vista, dei nostri cari che li spaventano!
Doppia scorrettezza,
quindi, verso il paziente che ha diritto alla massima competenza, e verso gli
stessi operatori, che pur di lavorare, si vedono costretti a sorbirsi un carico
di lavoro a cui non sono preparati a differenza di quanto garantito con
fermezza dalla portavoce (ma non esiste un presidente di questa
Cooperativa????), con relative responsabilità a carico, se sbagliano qualcosa.
Era cosa impossibile fare
una proroga a chi già conosce i ns. ammalati per un altro mese, almeno il tempo
richiesto per addestrare le nuove leve? Parliamo dei servizi sociali di un Ente
Pubblico: Se questo è il risultato, Vi formulo a nome di tutte le famiglie che
rappresento il ns. profondo sdegno per un trattamento che non ha nulla né di
sociale né di umano. E, in ogni caso, la faccenda non finisce qui.
Ci è stato comunicato che
questa macelleria sociale sarà aperta per un mese, mese in cui dovremmo
rimboccarci le maniche e formare del personale (NOI????) che non sappiamo se
sarà poi lo stesso nel prosieguo. Cosa sono diventate le nostre case? Dov'è il
rispetto della nostra Privacy? Quanto avete risparmiato per metterci nelle mani
questo ulteriore disastro? No, non resteremo inermi di fronte alla violenza,
perché questa è pura violenza, perpetrata ai danni dei nostri cari ammalati e
delle nostre famiglie".
Mariangela Lamanna
Comitato 16 Novembre Onlus
Per gli ammalati di SLA e le patologie altamente invalidanti