Al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini
Egregio
sig. Ministro,
in
occasione della Sua venuta a Taranto desideriamo esprimerLe tutta la nostra
preoccupazione per la situazione venutasi a creare all’Ilva e per i
provvedimenti che il Governo ha annunciato nei giorni scorsi per affrontare
questa crisi.
Ci
sembra infatti che
nella situazione che sta vivendo la città, un secondo provvedimento
meramente “salva Ilva” continui ad affrontare solo la pur drammatica situazione
contingente, rimandando ad un momento indefinito la necessità di fare chiarezza
sulla capacità e volontà dell’azienda e dei suoi proprietari di adempiere
effettivamente alle prescrizioni dell’AIA, anche accelerandone gli
interventi, riconducendo a livelli tollerabili l’inquinamento provocato dallo
stabilimento tarantino.
La
città e i suoi cittadini, i lavoratori le associazioni vogliono risposte chiare
sul futuro:
La
famiglia Riva vuole rimanere a Taranto?
La
famiglia Riva ha la capacità finanziaria per adempiere a tutte le prescrizioni
dell’Aia?
L’Ilva
ha intenzione di presentare un piano industriale che chiarisca queste
questioni? O vuole continuare – come fa da mesi - a ripetere di essere
impossibilitata a fare gli interventi di “ambientalizzazione” a causa del
sequestro della magistratura?
Lei
sa benissimo - signor Ministro - che l’azienda dal 26 luglio e fino al 25
novembre (data del sequestro dei prodotti semilavorati da parte della
magistratura) ha potuto di fatto produrre e commercializzare i propri prodotti
e che in qui mesi - oltre al balletto di cifre del tutto inadeguate ad
affrontare la situazione - gli unici segnali venuti dall’azienda sono stati
il braccio di ferro con i magistrati e il ricatto ai lavoratori e alla città.
A
Taranto è opinione sempre più diffusa che il Governo continui a mettere in
campo provvedimenti a senso unico che costituiscono preoccupanti precedenti
rispetto all’equilibrio e ai contrappesi tra i poteri dello Stato e tutelano di
fatto gli interessi della produzione al di sopra di tutto, anche del sacrosanto
e costituzionalmente tutelato diritto alla salute.
Ci
attendiamo che Lei - egregio sig. Ministro - chieda finalmente a quelli che
sono gli unici responsabili di questa situazione, ossia ai Riva, di dire se e
con quali risorse vogliono continuare a tenere in attività lo stabilimento di
Taranto adempiendo alle prescrizioni dell’AIA.
In
mancanza di questi impegni da parte dell’azienda ci aspetteremmo che Lei e il
Governo dicano alla città quali soluzioni alternative si intendono perseguire per la gestione
dello stabilimento tarantino.
Le
chiediamo inoltre provvedimenti urgenti per consentire un deciso
potenziamento dell’Arpa Puglia che, a fronte dei compiti estremamente
gravosi e altrettanto indispensabili imposti dal contesto, nonché dalla
stessa Legge “salva Ilva e dalla nuova AIA, è ancora in una situazione di
carenza di organico intollerabile, ulteriormente aggravata dal blocco del
turn-over e particolarmente critica a Taranto. E’ inutile sottolineare
l'importanza di un organo di controllo come l’Arpa, ed il fatto che limitarne
i mezzi si trasforma di fatto in un modo per limitarne l'azione.
Infine
Le chiediamo di promuovere in tempi brevissimi un incontro tra i cittadini e le
associazioni con il garante - di cui ad oggi ci è noto solo il nome - al fine
di capire cosa intenda fare per adempiere al suo delicato e importante
incarico.
Taranto,
22 gennaio 2013
Lunetta
Franco
(presidente
Legambiente Taranto)
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