La Giunta della Regione Puglia adotta
finalmente il Piano Amianto
Legambiente Puglia: «Bene l’adozione del
Piano Amianto ma si faccia attenzione al nodo cruciale: lo smaltimento dei
materiali. Per un’adeguata azione di bonifica è necessaria una idonea
pianificazione per la realizzazione di una impiantistica di trattamento e
smaltimento a supporto delle operazioni di bonifica»
«Finalmente
dopo quasi vent’anni anni la Giunta della Regione Puglia ha adottato il Piano
Regionale Amianto previsto dalla legge 257/1992, che mise al bando la fibra
killer nel nostro Paese. Adesso bisogna mettere in campo tutte le azioni
necessarie per dare ai cittadini gli strumenti per conoscere, affrontare e
risolvere definitivamente il problema dell’amianto».
Commenta
così Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, l’adozione
del Piano Regionale Amianto da parte della Giunta della Regione Puglia che
definisce gli obiettivi strategici per l’eliminazione e la riduzione
dell’esposizione all’amianto.
Sono
75mila gli ettari di territorio italiano interessati dalla presenza
dell’amianto e inseriti nel Programma nazionale di bonifica del Ministero
dell’Ambiente. Ma nonostante l’urgenza sanitaria, le bonifiche dei siti
procedono a rilento eccetto qualche intervento di messa in sicurezza di
emergenza, come nel caso dell’impianto Fibronit di Bari.
Alcune
stime del Cnr e dell’Ispesl parlano di 32 milioni di tonnellate presenti sul
territorio nazionale, in 2,5 miliardi di metri quadrati di coperture in cemento-amianto
ancora sparsi per il Paese, ma i numeri totali potrebbero essere molto
maggiori.
«Se
oggi con l’adozione del Piano Regionale Amianto comincia un nuovo corso che va
nella direzione di un’adeguata azione di bonifica di contro c’è una nota
dolente per tutto il territorio nazionale: la mancanza di impianti di
smaltimento – precisa Tarantini ̶ Sono poche le discariche dedicate allo
smaltimento dei rifiuti contenenti amianto e le volumetrie residue risultano
comunque inadeguate se riferite ai quantitativi di materiali contenenti amianto
ancora da bonificare ma presenti sul territorio regionale e nazionale. Lo
smaltimento dei materiali è proprio un nodo cruciale da risolvere per
un’adeguata azione di bonifica su tutto il territorio nazionale e necessita di
un’adeguata pianificazione per la realizzazione di una impiantistica di
trattamento e smaltimento a supporto delle operazioni di bonifica, da
realizzare prioritariamente in prossimità dei luoghi maggiormente interessati
dal problema».
All’indomani
dell’approvazione del Piano regionale per l’amianto della Regione Puglia,
Legambiente Puglia sottolinea i risultati ottenuti nella lotta contro l’eternit
grazie a 'Eternit Free', la campagna in collaborazione con AzzeroCO2 per
convertire i tetti in amianto in tetti fotovoltaici. L’iniziativa ha dato
risultati straordinari con migliaia di metri quadrati di coperture di eternit
rimosse sostitute da pannelli fotovoltaici per la produzione di energia pulita
e rinnovabile.
In
Puglia capofila delle Province aderenti è stata Lecce, cui hanno fatta seguito
le adesioni di Barletta-Andria-Trani e Bari. Sul territorio regionale la
Campagna Eternit Free ha raccolto l’adesione di 58 proprietari di capannoni per
un una superficie totale che sfiora i 150.000 mq, di cui oltre 100.000 con
coperture in eternit. Dei contratti presentati per la cessione del diritto di
superficie quattro sono andati a buon fine dando luogo alla realizzazione di
altrettanti impianti che consentono di smaltire metri quadrati di eternit e di
produrre energia.
Se
fino ad ora, però, i privati cittadini hanno potuto contare su uno strumento
messo a disposizione dal IV conto energia che ha permesso loro di procedere con
gli interventi di bonifica (l’extra-incentivo di 5 centesimi a kwh per chi
sostituiva le coperture in eternit con pannelli fotovoltaici), l’attuale
sistema di incentivazione - il V conto energia - mostra delle criticità che
hanno, di fatto, causato una drammatica battuta di arresto della realizzazione
degli impianti e delle bonifiche.
«Alla
luce del Piano Amianto adottato dalla Giunta regionale – conclude Tarantini
̶ adesso bisogna adoperarsi per una sua rapida attuazione pianificando
pure la realizzazione di una impiantistica regionale di trattamento e
smaltimento a supporto delle auspicabili operazioni di bonifica in prossimità
dei luoghi maggiormente interessati dal problema. A tutto ciò si aggiunge la
necessità di svolgere un’adeguata attività di informazione attraverso un’azione
che offra anche gli strumenti su come ci si deve comportare quando si ha a che
fare con strutture contaminate in casa, a scuola o presso i luoghi di lavoro, e
che informi sui rischi per la salute».
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