Abbiamo rispettato gli impegni che l’Europa e la
legge italiana ci imponevano; abbiamo avviato sistemi virtuosi ed efficaci di
raccolta differenziata dei rifiuti, informato e sensibilizzato i nostri
cittadini sulla bontà e necessità di separare correttamente i rifiuti prodotti
e di avviarli a riciclo.
Abbiamo raggiunto percentuali di RD che fino a
qualche anno fa sembravano chimere e miraggi, uguagliando e spesso superando i
comuni più virtuosi del Nord Italia, che adesso guardano alla Puglia con
interesse e curiosità . L'impegno di comuni e cittadini rischia di essere
vanificato dal sistema di impiantistica di recupero, Â talmente
farraginoso, da compromettere anche l'accesso ai contributi del Conai
Abbiamo dovuto spiegare ai cittadini che è vero
che la TARI aumenta, inevitabilmente, almeno all’avvio del nuovo servizio porta
a porta, ma che, a fronte di ciò, otteniamo città più pulite, senza cassonetti,
più decorose, più vivibili.
Bene, noi abbiamo fatto “i compiti a casaâ€; con
coraggio e determinazione, senza lasciarci intimorire dalle scadenze elettorali
e dai detrattori politici, sempre pronti a raccogliere polemiche fin troppo
facili e sterili.
Ma, ancora una volta, arriva il momento di
predisporre i Piani economico-finanziari della TARI ed arrivano, puntuali, le
cattive notizie: aumenta il costo dei conferimenti in discarica (tutte gestite
da privati); aumenta, a cascata, il costo di conferimento dell’organico (anche
per l’impianto che in teoria sarebbe pubblico, ma che annuncia ulteriore
chiusura di sei mesi con conseguente rincaro dei costi relativi); aumenta
l’ecotassa. E in queste condizioni, tenere ferma la Tari diventa un’impresa
impossibile.
Non solo; per i 21 comuni che conferiscono i
rifiuti all’impianto di Conversano, un'altra brutta  notizia: dopo la
chiusura della discarica, nel 2013, infatti, Â i rifiuti biostabilizzati
sono stati trasportati in altri siti, più lontani, con notevole aumento dei
costi, sopportati, fino ad oggi, dalla società che gestisce l’impianto. Ebbene,
dopo la pronuncia del Consiglio di Stato dello scorso dicembre, quei costi
arretrati - dal 2013 ad oggi circa dieci milioni di euro -
sarebbero a carico dei comuni conferitori. Questi costi si aggiungerebbero alla
tariffa già maggiorata rispetto a precedente, calcolata per il 2019, in € 154 a
tonnellata.
Eppure la responsabilità del sequestro, e quindi
della chiusura della discarica di Conversano, non è certo imputabile ai comuni!
Da quì il grido di dolore dei sindaci
pugliesi per la situazione divenuta insostenibile per comuni e cittadini. E'
ora che ciascuno si assuma le proprie responsabilità , per riuscire a chiudere
definitivamente il ciclo dei rifiuti in Puglia, senza perdere altro tempo.
Chiediamo che vengano subito realizzati gli
impianti pubblici di cui si parla da anni, ma senza riscontri concreti.
Siamo
in attesa di risposte in merito al Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti
Urbani, su cui pure avevamo proposto le nostre osservazioni, puntuali e
circostanziate, provenienti dai territori; ad oggi nessun riscontro, nonostante
gli impegni assunti.
Serve una ricognizione seria e
realistica di tutti gli impianti esistenti e dei fabbisogni dei territori, che
tenga in debito conto del trend in aumento, ormai assestato, delle percentuali
di RD; serve un grande senso di responsabilità , anche da parte dei comuni e
delle comunità , per comprendere la necessità che i siti di discarica siano
pubblici, con costi calmierati e sostenibili; è fondamentale quindi, che
l'allocazione degli impianti di recupero (energetico e di materia) e di
smaltimento (discarica) sia condivisa dalle comunità . Restano indispensabili
per contro, da parte della Regione, garanzie per bonifica e messa in sicurezza
di quei siti, rendendo possibile e certo il controllo da parte dei cittadini
stessi, così come sono imprescindibili garanzie per il ristoro ambientale dei
comuni ospitanti.
Abbiamo
dato il massimo impegno e continueremo a garantirlo, ma vogliamo risposte
immediate. Perché sono quelle che i nostri cittadini pretendono da noi. Non
siamo più disposti a pagare e sopportare colpe non imputabili a noi.
Bari, 5
febbraio 2019
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LEGGE BILANCIO 2019 - SVOLTOSI A BARI
CONVEGNO ANCI-IFEL
Si è
svolto oggi a Bari il Convegno Anci/Ifel sulla legge di Bilancio 2019. Hanno
partecipato sindaci, amministratori e funzionari di circa 200 Comuni pugliesi.
Presenti il vicepresidente Anci Puglia Francesco Crudele, il delegato Anci
Puglia Finanza locale Massimo Mazzilli e quali relatori, Andrea Ferri
(responsabile Finanza locale Anci-Ifel) e Giuseppe Canossi (esperto Anci in
materia di personale)
Il vicepresidente Anci Puglia
Francesco Crudele, aprendo i lavori, ha sottolineato l'importanza del
tradizionale appuntamento annuale Anci sulla legge di bilancio, quale momento
di confronto con i territori sulle novità contenute, rispetto anche alle
istanze espresse dagli enti locali. "In linea con Anci nazionale, afferma
Crudele - non possiamo che rilevare luci ed ombre nella legge di bilancio per i
Comuni. Se accogliamo positivamente sul piano degli investimenti il superamento
del patto di stabilità o il reintegro dei 300 milioni di fondo Imu-Tasi,
d'altro canto purtroppo, riscontriamo importanti questioni aperte che generano
forti criticità sulla spesa corrente e sull'autonomia finanziaria delle
amministrazioni comunali. Resta inoltre, grave e urgente la situazione del
personale, in forte carenza nei Comuni pugliesi. A nome di tutti i
sindaci pugliesi comunque, ringrazio il "nostro" presidente
Nazionale, Antonio Decaro per l'impegno, dedizione e tenacia con cui sta
portando avanti la trattativa con il Governo.
Per
Massimo Mazzilli (delegato Anci puglia Finanza locale): "dal
2019, assistiamo favorevolmente ad una rivoluzione sul pareggio di bilancio,
una opportunità per ridare autonomia ai Comuni che potranno impiegare
liberamente i propri avanzi o programmare mutui; questo consentirà ai Comuni di
programmare, di incidere sullo sviluppo dell'economia locale e consentirà ai
cittadini di verificare la più o meno buona gestione finanziaria degli enti;
positivo in tal senso, anche l'alleggerimento da una serie di adempimenti per
il monitoraggio infrannuale del saldo di pareggio e da inutili sanzioni e
appesantimenti procedurali. Va sottolineato che tutte queste sono conquiste
dell'ANCI, frutto di lunghe e costanti trattative con i Governi che si sono
avvicendati; abbiamo ottenuto giustizia solo dopo le note e le recenti sentenze
della Corte Costituzionale. Siamo ancora insoddisfatti - prosegue
Mazzilli - per le richieste compensative non accordate dei minori
trasferimenti degli anni passati; così come per le regole stringenti e
penalizzanti per la determinazione del fondo crediti di dubbia esigibilità che
drenano risorse importanti dai bilanci comunali e ignorano in larga parte la
gestione dei residui attivi. Inoltre, attendiamo regole chiare e snelle sulle
procedure di gara per acquisti beni e servizi, servono modifiche sostanziali al
Codice degli Appalti, per evitare di vanificare l'autonomia finanziaria
ottenuta dai Comuni. Purtroppo, constatiamo ancora la assenza di una strategia
di lungo periodo e definitiva sulla riscossione entrate locali; con l'avvento
della riforma della contabilità ad opera del D.Lgs. 118/2011 è esplosa in tutta
la sua virulenza la difficoltà dei Comuni a riscuotere ed accertare le proprie
entrate. Resta prioritario per i comuni pugliesi - conclude Mazzilli
- aprire una nuova fase di liberalizzazione delle assunzioni per dare
finalmente ai nostri cittadini maggiori servizi, per dare lavoro a tanti
giovani capacissimi in grado di rispondere al fondamentale ruolo dei Comuni sui
territori, alle nuove tecnologie, agli innovati e sempre più complessi
procedimenti tecnico-amministrativi."
Bari, 4
febbraio 2019
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