Giovedì
8 novembre 2018, ore 19.00 - Auditorium Fondazione Paolo Grassi
Presentazione
del libro "Profondità d'istinti" di Leonardo Ancona
Giovedì
8 novembre 2018 alle ore 19.00 l'Auditorium Fondazione Paolo Grassi ospita la
presentazione del libro "Profondità d'istinti" di
Leonardo Ancona. L'evento, organizzato dal Presidio del Libro di Martina Franca,
vedrà la partecipazione di: Carlo Dilonardo
(responsabile Presidio di Martina Franca), Giovanni Corrente,
che dialogherà con l'autore; a Francesca Verboschi
sarà affidata la lettura di alcuni brani scelti, mentre a Luca
Martucci l'accompagnamento musicale al pianoforte. [Ingresso
libero]
L’Autore:
Leonardo Ancona
nasce l’11 ottobre del 1977 a Putignano (BA), da Antonio, operaio, dai
sani principi religiosi e Letizia, casalinga, madre premurosa e
sognatrice. Primogenito di tre figli, cresce tra i valori di una famiglia
unita, dove apprende come insegnamento i valori della vita e dei sacrifici.
Inizia a lavorare molto giovane contemporaneamente portando avanti gli studi,
fino al diploma di Geometra. La sua vera scuola però, è la vita che nel
maturare degli anni con il contatto (lui ama definire così) del suo pubblico,
tra il palco del suo banco bar e le sale di ristoranti e pizzerie sempre
disposto al servizio con armonia, l’hanno reso l’uomo qual è ora. Il suo
cammino verso il narrare, ha inizio nel 1999 tra righe poetiche custodite
gelosamente tra gli scaffali della sua libreria. Solo più tardi, appena giunto
ai suoi primi anta, sente il bisogno di portare la sua voce tra la gente, così
pubblica la sua prima opera in una self publisching, con il “ Cantico del mio
tempo “, finito di stampare nel Febbraio del 2017. La sua vita sentimentale un
po’ ingarbugliata, tra gioie e dolori, non gli dona un costante legame.
Cresce affamato d’amore e sarà per questo che nella pubblicazione della sua
seconda raccolta di poesia, con “ Profondità d’istinti “ finito di stampare nel
Dicembre del 2017, viene definito il poeta del cuore.
Sinossi
dell’opera:
Dare voce a un
mondo migliore, poesia sì ma per la vita. Un giovane innamorato della
vita, ordinatamente racconta le sua in versi, ripercorrendo le proprie
esperienze di fanciullo cui i genitori infondono dolcemente i valori da
rispettare, amare, fare propri. Delinea chiaro il suo amore per sua Madre, suo
Padre, le credenze di famiglia: vuole rifare l’uomo. E’ naturale per lui amare
la vita; non insegue una dimensione idealizzata ma propone il suo mondo,
risultato di impegno. Egli è pago, convinto, mai pienamente aderente ad un vano
scorrere del tempo. Sventure e drammi lo hanno toccato, tutti momenti da lui
superati coraggiosamente, tanto che la raccolta in versi incita a vincere le
avversità con amore vitale. Suggerimenti non vaghi, i suoi, ne formali, perché
scritti da un cuore grande che stimola l’impegno e la tenacia perché ciascuno
si possa orientare nella società. Nessuna facile accusa quindi, contro di esse
ma un suggerimento all’uomo, che conosca il mondo per poterlo vivere.
Conoscenza di principi, del mondo e volontà di vivere sono i tre elementi che
caratterizzano i componenti e se il tempo, il vivere portano a soffrire,
essi diventano guida verso un sentiero ricco di emozioni, dal momento che i
buoni insegnamenti, ricevuti in famiglia, conducono chi sa ascoltare, verso
orizzonti ancora da scoprire. Inno alla speranza, quindi, ricordano un passato
mai inutile perché anche quando il vivere angoscia, essa può sospingere a
vivere una attesa non inerte, aiutando l’uomo a rifuggire dalla solitudine, dai
mali del tempo. I componimenti sono poesie scritte da un giovane fiducioso nel
futuro che sente il bisogno di graffiare per raccontare i suoi sentimenti
perché consapevole di saper offrire una speranza non ingenua, né disincantata,
a chiunque voglia coglierla. In ogni caso i suoi pensieri caratterizzano una
poetica che si schiera contro la sopraffazione e contro la solitudine in cui ci
si imbatte, la sua posizione è di chi osserva la crisi da uno stato di crisi,
di chi ha saldi valori che conducono, sempre, al rifiuto di ogni morale
provvisoria. Tale rifiuto, che genera la sua inquietudine, rende accese le
poesie, intimamente legate ad uno sfondo materno: alla madre che sempre, gli ha
suggerito valori, sentimenti, esempi. Sarebbe la prova giusta che alla vocazione
della poetica, facciano da supporto i luoghi nativi e familiari e che cominci
qui il vero dialogo dell’operatore della poesia e i suoi fantasmi di famiglia
già ampiamente cantati in “ Il Cantico del mio Tempo” raccolta 2017. I versi
risultano carichi della vertigine dell’infanzia trascorsa nel seno famigliare,
della trascorsa prima giovinezza e insieme rappresentano il futuro, o meglio la
guida per individuare indizi di nuove realtà che premono ad uscire ed ecco i
verbi come “ Quando il calor del sole / asciuga lacrime / al brillar del
giorno / pura la tua anima / al presentarne virtù / diviene trasparente.
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