Non c’è niente di meglio,
per la retorica sovranista e populista di Lega-M5s, che un commissario europeo
con delega agli affari economici come Pierre Moscovici che esprime giudizi che
non gli competono sul governo italiano (da lui definito “xenofobo”), che
suonano ridicoli ancor prima che inopportuni. E non c’è niente di peggio per la
sinistra italiana che sentirsi esonerata dal prendere posizione contro certe
uscite insopportabili, che denunciano una grave mancanza di rispetto nei
confronti di un paese fondatore ed evidenziano tutti gli attuali limiti di
coesione politica dell’Ue. Credo per tornare a essere credibile agli occhi dei
suoi elettori la sinistra, invece di prospettare improbabili fronti
progressisti da Macron a Tsipras, dovrebbe partire da un’opposizione seria
all’attuale governance europea. E’ inaccettabile lasciare campo libero su
questo tema alla retorica sovranista e populista, contribuendo a far degradare
il dibattito sull’Europa in un referendum senza capo né coda tra favorevoli e
contrari. Sarebbe lo scenario peggiore a cui possiamo ambire alla vigilia del
delicato confronto sulla manovra di bilancio. Un confronto che rischia di
trasformarsi in una palude per Bruxelles e in un trampolino di lancio per la Lega,
il M5s e tutti i populisti e i sovranisti del Vecchio Continente. Ora, Salvini
e Di Maio stanno evidentemente provocando l’Ue costruendo una cortina di
confusione intorno alla manovra quasi puntino a farsela bocciare. I commissari
europei non possono e non devono piĂą permettersi giudizi impropri di puro
stampo politico e Pierre Moscovici dovrebbe prendere in seria considerazione
l’ipotesi di concentrarsi sul lavoro per cui è pagato, che è quello di vigilare
sui conti dell’Ue e degli stati membri. E di farlo seriamente, rendendosi
arbitro credibile agli occhi dei suoi interlocutori italiani, che non aspettano
altro che scaricare addosso all’Ue la responsabilità di una possibile
bocciatura della “manovra del popolo”.
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Sergio
Blasi
Consigliere
regionale Pd in Puglia
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