Lunedì 20 Agosto, ore 22,30, al Villanova, in via Basento a Pulsano / Taranto: El Cacique in concerto – reunion 2018 (Salsa NewYorkese ’70).
venerdì 17 agosto 2018
da ARTESIA - Ciro Merode
artesiaspettacoli@gmail.com
Salsa: parola dai tanti significati, musicalmente invisa ai colti intellettuali organici di cultura saldamente bianca/occidentale e indebitamente legata a basse concettualità mercantili quali “balli di gruppo”, “menaiti/macarene”, intrattenimento nazionalpopolare, frivolezza, banalità, disimpegno…
In spagnolo, in musica e danza, questa parola sta esattamente per “salsa”, mistura e sapiente dosaggio di vari ingredienti e spezie. Antiche tradizioni ritmico-melodiche africane, europee e indios legate a ritualità magico-religiose e a festeggiamenti popolari; colti riferimenti al Jazz e agli esperimenti di certo rock progressivo e psichedelico di fine ’60; ardite innovazioni nell’uso delle poliritmie e delle strumentazioni; largo spazio all’improvvisazione strumentale e vocale; testi strettamente legati a temi sociali e politici quali le condizioni di vita del subcontinente Latino Americano, l’immigrazione, le dittature, la necessità di un pan-latinismo critico verso la dominazione politico/economica, culturale e mediatica da parte degli USA. Questi gli ingredienti e le spezie che, a fine ’60 e per tutti i ’70, alcuni giovani musicisti afrocaraibici dei quartieri latini NewYorkesi mixarono nella creazione di un nuovo linguaggio musicale, che fu rinnovamento e riacquisizione di identità etniche, sociali e artistiche fino ad allora assai frammentate e disperse.
Ruben Blades, Willie Colon, Hector Lavoe, Ray Barretto, Johnny Pacheco, Jorge Santana, Mongo Santamaria, Papo Lucca, Larry Harlow furono alcuni tra i protagonisti, spesso in collaborazione con i più importanti esponenti delle avanguardie musicali e artistiche di tutto il mondo, di una breve epoca di riscatto del Caribe, che finì, come spesso accade, per essere travolta e disinnescata dagli ingranaggi del consumismo, sovente favoriti dall’indifferenza del pregiudizio intellettuale. Una operazione creativa che quei musicisti definirono con una gustosa parola di derivazione dionisiaco-culinaria ma che in occidente, con tardiva scoperta, a partire dagli ’80, fu invece definita con una tremenda parola di derivazione epidemiologica e dal carattere piuttosto sinistro (cui però, inspiegabilmente, noi attribuiamo maggior dignità): contaminazione!
El Cacique (che nell’accezione originaria sta per “Capo Tribu Indio”) suona questa Salsa , musica di allegro riscatto e che ha radici nella più orribile e tragica vicenda di cui l’occidente, nella storia dell’uomo, si sia reso protagonista: la tratta degli schiavi. Proprio come il Blues.
La band: Gianni Losasso: voce e trombone, Marcello Losasso: voce e percussioni, Pina Castiglia: congas, Pino Magaldi: Chitarra e cori, Aldo Scatigna: flauto, tromba e cori, Piero Monopoli: sax tenore e cori, Roberto Andrisani: contrabasso, Daniele Pignatelli: pianoforte, Piero Cosa: voce e percussioni, Giovanni Delcore: bongo e cori, Massimo Negro: timbales, Angelo Losasso. batteria e cori e Mario Mario Peruggini: produzione audio.
Prima e dopo il concerto: Ciro Merode Dj Set.
Solo spettacolo, ticket 5 € – Per chi cena, ticket ridotto 3 €.
Prenotazione tavoli: 3406592744 info line: 3384273389.