Così il presidente del
gruppo regionale di Direzione Italia/Noi con l’Italia, Ignazio Zullo, a
commento dell’intervento politico del vice presidente nazionale di Forza
Italia, Antonio Tajani
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Ho ascoltato con grande
attenzione e interesse l’intervento politico del vicepresidente nazionale di
Forza Italia, Antonio Tajani, a Pescara. Lungi da me da pensare di poter
suggerire qualcosa ad un politico nazionale ed europeo che stimo molto, da uomo
di centrodestra mi riconosco in un passaggio di Tajani nel quale faceva
riferimento alla Lega: "È’diversa da noi. Le nostre radici sono nel
popolarismo. I nostri valori sono la famiglia. Anche il nostro linguaggio è
diverso dal loro. Siamo noi il perno del centrodestra. Siamo noi il punto di
riferimento di milioni di piccoli imprenditori."
Allora vorrei chiedere a
Tajani: se sono diversi da noi, nelle radici e nei valori oltreché nel
linguaggio, perché aspettare che si stacchino dai pentastellati per ritornare
con noi in una diversità difficilmente colmabile e non pensare che
l'omogeneizzazione del polo dei populisti nel governo gialloverde non sia stata
una manna dal cielo? Un'opportunità per chi crede nella politica della
responsabilità ?
Gli italiani che guardano al
popolarismo, alla famiglia, alla non violenza nelle azioni e nel linguaggio, al
soccorso alla vita, al rispetto delle dignità della persona umana,
all'umanizzazione del rapporto tra singoli e tra popoli, al dialogo tra gli
Stati e così via sono la maggioranza ma sono dispersi e non confortati da una
guida politica autorevole capace di infondere conforto e coraggio in un momento
oggettivamente difficile.
Tajani cita Matteo Renzi e
il crollo del suo consenso. Ma io mi chiedo: al di là delle etichette o delle
magliette (quella di Renzi è il Pd), Renzi non è stato al Governo più populista
di Salvini e di Di Maio messi insieme?
C'è bisogno di una politica
che, al di là delle etichette odierne, riaccenda l'ottimismo negli italiani in
una prospettiva positiva. Mi spiego: negli anni del dopoguerra gli italiani
vivevano in spaventose condizioni di disagio sociale, economico, culturale e
politico ma quando guardavano al futuro ritrovavano fiducia e speranza. Oggi il
disagio non è paragonabile a quello vissuto da bambini e da giovani uomini dai
nostri genitori e dai nostri nonni ma gli italiani guardano al futuro e perdono
fiducia e speranza. Quando si perde fiducia e speranza, non si lavora più per
costruire un futuro stabile, ma ci si lascia inevitabilmente trasportare da chi
insuffla sulle pulsioni primordiali dell'animo umano: la rabbia, la gelosia,
l'invidia, l'egocentrismo che si traducono nella contrapposizione a chi sta più
in alto in potenza e in tenore di vita e nella soppressione ideale di chi è
percepito come colui che toglie. Ed è facile dire: "prima gli
italiani" oggi con l'immigrazione, ieri dicevano "prima i
settentrionali".
Ma a lungo andare il danno è
immane. Si costruisce una società che si livella verso il basso, priva di
stimoli al fare e preda di un reddito di cittadinanza assistenziale che non
garantirà mai il pieno sviluppo delle potenzialità intrinseche nella persona.
A Tajani, quindi, dico
umilmente: chi guarda lontano non aspetta che la Lega torni indietro ma
costruisce le condizioni affinché siano gli italiani a tornare indietro
liberandosi dalle sirene populistiche per coltivare fiducia e speranza in un
futuro stabile duraturo e che risvegli i veri valori degli italiani che
pur soffrendo fame e freddo hanno sempre condiviso pane e calore con l'altro e
non hanno mai voluto "gettare a mare" nessun alito di vita.
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Bari, 18 luglio 2018
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LEGGE CONTRO LE DISCRIMINAZIONI SESSUALI, MANCA E VENTOLA: MA SIAMO
CERTI CHE I PUGLIESI SIANO OMOFOBI TANTO DA ESSERCI BISOGNO DI UNA LEGGE AD
HOC?
Il disegno di legge è molto controverso: Direzione Italia/Noi con
l’Italia per bocca del vice presidente Commissione Sanità , Luigi Manca, e del
coordinatore e consigliere regionale Francesco Ventola hanno comunicato il voto
contrario
In Puglia abbiamo davvero bisogno di
 “Norme contro le discriminazioni e le violenze determinate
dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere� Siamo una regione dove
(statistiche alla mano) si registrano episodi di intolleranza verso gli
omosessuali? E semmai l’approvassimo, questo disegno di legge contro
l’omofobia, fortemente voluto dal presidente Emiliano, davvero servirebbe a
risolvere il problema? Sempre che il testo non venga dichiarato
incostituzionale prima che entri in vigore…
Ricapitoliamo: Emiliano su questo disegno di
legge ci ha messo la faccia e anche un consigliere dello staff, vuole portare a
casa un provvedimento legislativo spot che gli faccia conquistare qualche
titolo di giornale e tg e poco importa che nulla di davvero importante cambi
nella vita di coloro hanno problemi di discriminazione sessuale. Ma quanti sono
in Puglia? Tanto da dover fare una norma ad hoc? Al disegno di legge la giunta,
che lo propone, non ha allegato un solo dato, non vi è una visione generale e
strategica, quali progetti e con quali risorse si intendono attuare. Non si può
certo pensare che il problema viene risolto con qualche “progettinoâ€
sperimentale qui e là , magari dato a qualche associazione “amicaâ€, senza una
indirizzo generale e complessivo. Sempre che poi questo sia possibile: la
didattica scolastica è di competenza del Governo nazionale, come pensa quello
regionale di interferire? Non solo, la Regione Puglia non è in grado di mettere
a disposizione risorse per corsi di formazione per gli insegnanti mirati ai
bambini dislessici o autistici e poi trova le risorse per fare corsi a
insegnanti, genitori etc etc contro le discriminazioni sessuali?
Direzione Italia/Noi con l’Italia lungi da
essere un partito omofobo voterà no a questo disegno di legge che, invece,
andrebbe ritirato e riscritto “contro tutte le discriminazioniâ€, non solo
sessuali! Fermo restando che siamo convinti che sia più di competenza nazionale
e per questo dovremmo sollecitare i nostri parlamentari ad attivarsi per una
società italiana che sia più inclusiva a 360 gradi.
Infine, ma non ultimo: in Puglia un dato
oggettivo che dimostra nei fatti che la nostra non è una regione omofoba lo
abbiamo! Per ben due volte la maggioranza dei pugliesi ha scelto come
presidente della Regione un omosessuale non solo dichiarato, ma che ha fatto
della sua diversità il suo cavallo di battaglia: ha invitato i pugliesi a
votarlo proprio perché “diverso†e i pugliesi lo hanno fatto. Se si approvasse
questa legge vorrebbe, invece, dire che i pugliesi sono omofobi tanto che c’è
bisogno di norme ad hoc. E non è così!
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Bari, 17 luglio 2018
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mariateresa
d'arenzo
338/2447026
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