“Leandro Borino è un medico
veterinario che ho avuto il piacere di conoscere nel periodo di Natale per una
emergenza animalista e che ho seguito nel tempo. Mi sono avvicinata a lui
perché l’ho considerato da subito una voce fuori dal coro, leggendo i suoi libri
come “Animali e fiori di Bach” che rappresenta un approccio olistico alla
floriterapia di Bach sugli animali, pubblicato nel 2002 e lo scorso anno
“Anima-li e Sacre Scritture” che ritengo uno scrigno prezioso, un vademecum di
considerazioni e spunti sul rapporto animico che esiste da sempre tra gli
uomini, gli animali e il creato tutto”. Così, Stefania Bottiglia, presidente
O.I.P.A. Taranto (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) ha
introdotto la presentazione del libro “Anima-li e Sacre Scritture” Edizioni
Zerotre, fatta dallo stesso autore Leandro Borino presso il salone messo a
disposizione della Lega Navale di Taranto.
È singolare l’impostazione che si
coglie dell’autore, nell’approccio al creato, a mano a mano che ci parla e che
qui possiamo solo sintetizzare mentre andrebbe approfondita.
“Non si considera abbastanza come
la radice della parola “Animale” sia “Anima” e se i nostri patriarchi latini da
cui discendiamo, hanno chiamato “Anima” una cosa e “Animale” un’altra i nomi
non sono casuali” esordisce.
È stato colpito da una battuta
riportata in un libro di Marcello D’Orta, laddove un bimbo osserva con molta
semplicità, che gli uomini si chiamano uomini ed hanno un’anima, mentre gli
animali si chiamano animali e non ce l’hanno. E tutto ciò sembra quasi uno
sfottò.
Perché è importante valutare
questo aspetto? Durante tutti gli anni della sua professione in molti casi, per
cui non può essere una casualità, è capitato che gli animali che gli
portavano, avessero le stesse malattie di qualcuno che era in casa con loro:
diabete, ernia del disco, carcinoma mammario ed altre patologie.
“E allora ti chiedi, cos’è che
non mi hanno spiegato i miei maestri o cos’è che mi è sfuggito?….non trovavo la
risposta e devo dire grazie ad una donna ebrea che ebbi la fortuna di
conoscere, che tracciò in una conferenza quella che è la visione ebraica della
malattia, non come random, come casualità, come il gioco della roulette, uno si
ammala di polmoni, un altro di cuore e neanche come una maledizione divina ”
argomenta Borino.
Allora la malattia che cos’è?
Secondo Daniela Abravanel, questa donna ebraica a cui Borino fa riferimento, è
una domanda di cambiamento. Una richiesta di cambiamento dell’anima scritta con
le parole del corpo. Questo non vuol dire che non esistano i virus, i batteri,
le infezioni e così via. Ecco che allora dietro quella che è la medicina
tradizionale sarebbe bene considerare anche questo, quindi i sentimenti che
sono dietro una malattia. E gli animali riflettono il padrone, nel senso che
riflettono l’uomo o la donna che amano di più.
Ma di che cosa parla il libro di
Borino?…..”di quello che ho trovato nella Bibbia della CEI ed ho compreso che
questa non è solo per chi ha fede, ma è una miniera di informazioni” riferisce
l’autore.
Lì per esempio ha trovato dopo
che l’aveva capito nel suo lavoro, che l’occhio dell’animale può vedere
quello che l’occhio dell’uomo non vede. Lo si può notare nei gatti, nel vostro
gatto domestico. Guardatelo negli occhi e ditegli qualcosa e vedrete che il
gatto, dopo avervi guardato una frazione di secondo negli occhi, alzerà lo
sguardo attorno alla vostra testa, vedendo i colori dell’aura, l’alone di luce
che tutti abbiamo intorno, che poi gli artisti stilizzano nelle chiese col
cerchietto d’oro sulla testa, donde il nome aureola.
Ebbene quindi, l’animale la vede,
come i bambini fino a quando hanno la fontanella aperta, cioè
diciassette/diciotto mesi. Chiaramente il bambino non sa che quello che vede è
un aurea. E sembra che un bambino che si sta allattando al seno di sua madre,
quando la guarda, vede la sua testa tutta rosa e così impara che alcuni colori
pastello, come il rosa e il celeste sono colori d’amore, di affetto. Mentre il
colore nero, scuro, non lo è, e come il colore rosso lo turba.
Questo è il famoso sesto senso
degli animali, che non hanno bisogno di parlare con noi per capire se siamo ben
disposti verso di loro, perché lo vedono.
Il fatto che gli animali vedono
quello che noi non vediamo, dice l’autore è nella Bibbia, per esempio, nel libro
dei Numeri. Qui si narra un episodio ben preciso, dove a salvare la vita del
sacerdote Balaam che la cavalca, è la sua umile asina. Questa vede quello che
Balaam non vede, cioè, l’angelo con la spada fiammeggiante inviato da Dio per
fermarlo. E l’angelo dopo un po’ apre la bocca dell’asina che comincia a
parlare così come successivamente apre gli occhi di Balaam che finalmente lo
vede. Il testo biblico non dice, osserva Borino, “dona” la parola...e “dona” la
vista….ma appunto “apre”, come se l’angelo togliesse solo un diaframma.
In questo verso dell’Antico
Testamento, secondo l’autore, vacilla la centralità dell’uomo nella creazione e
il suo presupposto ruolo di re.
“Inoltre ho scoperto questo: se
io quando lavoro, visito, sono in pace con me stesso, sto bene, sono in pace
con Dio, col mondo, con gli uomini, con chi mi viene accanto, posso fare di
tutto, posso prendere un gatto pestifero e fargli una iniezione di penicillina
che brucia molto e lui non si muoverà. Se invece sto male, sono arrabbiato, ho
la testa altrove, quell’animale farà di tutto. Se un animale fa una vita
giusta, alimentato correttamente, e aggiungerò di più, con amore, considerando
che nel nutrire c’è già un prendersi cura, guarirà prima, come vale anche per
le persone malate” sottolinea l’autore.
Ma sono le nostre cattive
abitudini che trasferiamo nell’animale che sta con noi? Per Borino
assolutamente sì. Quello che traspare nel testo biblico è che gli animali sono
delle note sul nostro pentagramma. La musica la creiamo noi, l’animale ne
risente. Se in casa c’è una persona che soffre di epilessia o di altro, gli
animali che sono con lui sentono tutto questo e allora si può scatenare il
senso di colpa, perché uno pensa che sia colpa sua. In realtà non è colpa sua,
perché l’animale ti ama per quello che sei e non si scherma nei confronti di
questo fenomeno, e se io ho vibrazioni e pensieri di paura, di rancore,
l’animale li assorbe tutti.
Allora se io ho da due giorni la
colite il mio cane ha la diarrea ?….non funziona così, riferisce Borino. Anche
gli animali hanno le loro malattie, non è che tutte le loro malattie dipendono
da noi. Come si capisce allora che un animale ha una malattia perché è malato
l’essere umano che vive con lui ? Per esempio quando si vede un cane che soffre
di prostata ed ha solo tre anni si capisce che lui vive con un uomo prostatico.
È normale che un cane di sette, otto anni abbia un soffio al cuore, non è
normale se ce l’ha ad un anno, e così via. Così come a lui è capitato che un
cane avesse dei calcoli al rene a due anni ed è venuto fuori che in famiglia
c’era una persona che li aveva.
Questo libro ci apre ad un mondo
di cui non avevamo conoscenza, se non intuitivamente in percezioni saltuarie. I
cani che rischiano la propria vita cercando esplosivi, o persone sotto le
macerie, fanno tutto questo per amore gratuito al loro allenatore, alla persona
che si occupa di loro, e “credo che l’animale per esempio che fa pet therapy,
capisca esattamente quello che sta facendo e questo tampona il fenomeno”, ha
detto Borino.
Ogni animale può insegnare
qualcosa all’uomo. Ha una qualità che può essere per l’uomo. Un cammello o un
dromedario per esempio, insegnano a risparmiare, a non dissipare le proprie
energie.
Ci sono, in conclusione, delle
cose nella Bibbia, veramente degne di essere rimarcate, sottolinea l’autore.
C’è un’attenzione agli animali che è particolare. Gesù cita questa legge
mosaica: se tu vedrai l’asino addirittura del tuo nemico, caduto sotto il peso
del suo carico, dovrai aiutarlo, anche se è sabato. La cultura ebraica dice che
Dio ha creato gli animali perché l’uomo faccia palestra, aiutando un più
debole, perché questo sono gli animali rispetto a noi, per poi poter aiutare
un proprio simile in difficoltà. Chi non è in grado di prendersi cura di un gattino
abbandonato sotto la pioggia, o di un cucciolo nella campagna, o si sfastidierà
o si schiferà, probabilmente si sfastidierà di un neonato dietro il muro
della propria camera da letto che piange. “E guardate che questa è una società
che sta diventando molto intollerante verso i bambini, perché sono fastidiosi”
conclude l’autore.
Stefania Bottiglia e Leandro Borino
Vito Piepoli
giornalista tess. n. 99479