“Pavese si abita”. Questo il senso profondo
ed ultimo del video “CESARE PAVESE – LE LANGHE E IL CONFINO” (https://www.youtube.com/watch?v=36R3N9i846w)
curato da Stefania Romito (Ophelia’s friends Cultural Projects) per
Pierfranco Bruni, che legge e interpreta il “suo” Pavese.
Lo scrittore e saggista Bruni, sulle note
trascinanti di “Amadio Mio” fissa scene di luoghi e vita che ci riportano a
questo “delicato” scrittore e poeta della letteratura italiana del Novecento,
che con la sua travagliata vicenda personale e la sua carriera da intellettuale
ha avuto modo, pian piano, di entrare sempre di più in contatto con quel
desiderio perennemente soffocato seppur latente di morte che lo avrebbe poi
condotto sino al suicidio.
Bruni riesce a “vivere” i momenti ultimi dei
poeti, ne capta istanti ed emozioni, malinconie e tormenti, siede loro accanto
e ne segue il viaggio, rivivendo il suo di viaggio, quel meraviglioso e infinto
peregrinare di Pierfranco alla ricerca della bellezza. E produce immagini,
attribuisce valore ai luoghi e ai paesaggi, che assumono il significato di
paesaggi della mente.
Pierfranco sa che, nei confronti di
quest’ultimi, ogni uomo può provare diversi sentimenti: senso di appartenenza
delle proprie origini, desiderio di fuga, desiderio di viaggiare, sradicamento
e alienazione, desiderio di ritorno.
Quest’ultimo elemento descritto da Pavese ne
“La luna e i falò”, mentre il sentimento di alienazione è stato spesso
avvertito nei confronti di Torino.
Come uno studioso di geografia umanistica,
attraverso la lettura alta della poesia di Pavese, Bruni evidenzia nel video
come nella letteratura si attribuisce al mondo reale un significato simbolico,
capace di comunicare dei messaggi. La natura diventa così un libro da leggere e
gli aspetti spaziali possono essere interpretati.
Tutto ciò accade nell’opera pavesiana riletta
da Pierfanco che, nel suo video, riesce a mettere in risalto i profondi legami
emotivi con i luoghi, che diventano presenza simbolica. Le Langhe diventano in
Pavese un luogo ideale. Le colline langarole diventano luogo dell’infanzia,
della scoperta del mondo, della propria formazione ma anche luogo da cui si
parte e al quale si ritorna. Il ritorno, elemento caro a Bruni che ritrova
sempre il coraggio per “ritornare tra i flutti del mare di Ulisse” e viaggiare
su nuovi venti di poesia.