In un incontro svoltosi nel Palazzo della Provincia, le
associazioni che da anni si battono per i voli di linea dall’aeroporto Arlotta
di Grottaglie (Ta), hanno fatto il punto della situazione e avanzato una serie
di proposte.
Questa iniziativa di sabato 24 marzo è stata organizzata nei
dettagli, in particolare da: Provincia di Taranto (vicepresidente Raffaele
Gentile), Progentes (presidente Cinzia Amorosino), Taranto Futura (coordinatore
Nicola Russo), Giovanni Lacava sociologo esperto di infrastrutture,  Utòpia
(presidente Ciro Petrarulo), Taranto Diritto di Volare (presidente Alfredo
Conti) e Puglia internazionale (presidente Stefania Bellanova). Tanti altri
cittadini sono intervenuti e tutte le associazioni del territorio sono state
invitate.
“L’aeroporto di
Taranto considerato dall’Unione Europea come aeroporto europeo con
certificazione europea, deve consentire i voli passeggeri. Questo non è
avvenuto a tutt’oggi con gravi atteggiamenti discriminatori da parte della
Regione Puglia e da parte di AdP gestore dell’aeroporto di Grottaglie e
pertanto noi oggi, come Taranto Futura e le altre associazioni, passiamo alla
fase operativa con l’esposto al Garante della Concorrenza, con la denuncia
alla Procura della Repubblica e andremo anche a Bruxelles con Giovanni Lacava,
presso la Commissione Europea per denunciare la violazione dei regolamenti
europei” ha riferito Nicola Russo.
“Noi come Taranto
Futura abbiamo adottato una soluzione molto radicale, tant’è che stiamo
raccogliendo le firme per un referendum per far utilizzare l’aeroporto di
Grottaglie come il porto di Taranto, dalla Basilicata, visto che per questa
regione sarebbero gli unici. Stiamo raccogliendo le firme per un referendum
autorizzato dalla Provincia per chiedere l’annessione di Taranto alla
Basilicata. Detto questo, in base al regolamento dell’Unione Europea n. 139 del
2014, l’ENAC nel maggio del 2014, sulla base dell’art. 4 del detto
regolamento, ha comunicato all’Agenzia per la Sicurezza dell’Aviazione Civile,
l’elenco dei 43 aeroporti italiani che rientrano nell’applicabilità di cui art.
4 comma 3bis del regolamento basico precedente 216 del 2008”- è sempre Nicola
Russo che parla, e che dĂ seguito alla lettura di stralci dei due regolamenti.
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Sono 43 gli aeroporti nazionali per i quali si applica la
normativa comunitaria e al punto 32 di questo elenco c’è l’aeroporto di
Grottaglie.
Il Regolamento UE n. 139/2014 stabilisce
i requisiti tecnici e le procedure amministrative relativi agli aeroporti ai
sensi del regolamento (CE) n. 216/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio.
Nell’Articolo 4, Informazioni all’Agenzia europea per la
sicurezza aerea, si legge:
Entro tre mesi
dall’entrata in vigore del presente regolamento gli Stati membri comunicano
all’Agenzia europea per la sicurezza aerea («l’Agenzia») i nomi, le sedi, i
codici ICAO degli aeroporti e i nomi dei gestori degli aeroporti, nonché il
numero di movimenti di passeggeri e merci degli aeroporti a cui si applicano le
disposizioni del regolamento (CE) n. 216/2008 e del presente regolamento.
“Quindi
in base a questo regolamento 139 il gestore AdP doveva adottare tutti i
provvedimenti necessari per consentire i voli passeggeri entro il 31 dicembre
del 2017, naturalmente ciò non è stato fatto. Infatti l’art. 2 del regolamentoÂ
139 prevede che l’obiettivo è quello di facilitare la circolazione delle merci,
delle persone e dei servizi. La stessa ENAC dice che con il regolamento 139
del 2014 gli aeroporti europei anche scali nazionali, vengono ad essere
caratterizzati da importanti aspetti innovativi di ampia e complessa portata
che investono l’intero settore aeroportuale da quello gestionale a quello
operativo” ha sottolineato Nicola Russo.
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E
inoltre il coordinatore di Taranto Futura fa notare che nel precedente
regolamento basico 216/2008 si legge nell’articolo 4 comma 3 bis che “Gli aeroporti e
i rispettivi equipaggiamenti, situati sul territorio in cui si applicano le
disposizioni del trattato, aperti al pubblico e che offrono servizi di
trasporto aereo commerciale e in cui sono eseguite operazioni che utilizzano
procedure strumentali di avvicinamento o partenza e che hanno una pista
asfaltata di almeno 800 metri………..devono soddisfare il presente regolamento. Il
personale e le organizzazioni che partecipano alle operazioni di detti aeroporti
devono soddisfare il presente regolamento”.
Secondo
Nicola Russo, quindi, se si applicano le disposizioni del trattato, non si
possono non considerare anche i principi della concorrenza per cui Aeroporti
di Puglia non può creare discriminazioni favorendo il duopolio di Bari e
Brindisi e boicottare l’aeroporto di Grottaglie per quanto riguarda gli
incentivi, cioè non può finanziare 60 milioni per Brindisi e zero euro per
Grottaglie.
“Aeroporti
di Puglia, quindi in base a questi due regolamenti del 2008 prima e 2014 dopo,
era obbligato a rispettare le disposizioni entro il termine perentorio del 31
dicembre 2017 per l’aeroporto Arlotta di Grottaglie al quale tra l’altro è
stata arbitrariamente attribuita la dicitura “aeroporto industriale” che risulta
inesistente nel Codice della Navigazione” ha concluso.
Vito Piepoli
(la foto è di Cinzia Amorosino)
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