Trent’anni dopo Starsky and
Hutch, il James Taylor Quartet torna in Puglia grazie
all’impegno degli Amici della Musica “Arcangelo Speranza” di Taranto.
La band caposcuola dell’acid jazz che nel 1988 divenne famosa in tutto
il mondo rileggendo la celebre sigla televisiva al suono
dell’inconfondibile organo Hammond.
Naturalmente «The Theme from
Starsky and Hutch» sarà uno dei pezzi forti dell’esibizione della band
britannica, esplosa a metà degli anni Ottanta mescolando, con il sound
caldo, graffiante e percussivo della tastiera cara anche a Procol
Harum, Traffic e Pink Floyd, il funk americano anni Settanta e le
sonorità acid house che si stavano facendo largo in Inghilterra. E non
mancheranno altri brani cult, come il motivo portante del film
capolavoro di Michelangelo Antonioni, «Blow-Up», scritto da Herbie
Hancock e riproposto da James Taylor con il suo gruppo in «Mission
Impossible», il mini album contenente cover di famose colonne sonore
pubblicato dopo l’incontro con Eddie Piller, l’inventore dell’etichetta
Acid Jazz e poi scopritore di Jamoriquai.
Sulla breccia da oltre tre
decenni, a partire dalla session dal vivo alla Bbc voluta dal noto disc
jockey John Peel e dal disco d’esordio «The Money Spider», il James
Taylor Quartet ha attraversato molte stagioni, mutando spesso pelle e
aprendosi, dopo le iniziali proposte strumentali legate al jazz - con
il recupero nostalgico del suono Hammond di Jimmy Smith e Leon Spencer
- anche al mondo della dance, sfornando, negli anni Novanta una serie
di album di grande successo, da «Absolute» e «Supernatural» al
fondamentale «In the Hand of Inevitable», e proseguendo con una
produzione discografica altalenante accompagnata, però, da un’attività
live senza soste in giro per il mondo, vero punto di forza della band.
Il disco più recente è dello
scorso novembre, «Quick Fire», con cui la Cherry Red Records ha riunito
le due parti di «House of Funk» registrate nel Kent, la contea dalla
quale James Taylor arrivò a Londra per mollare contestualmente il
pianoforte, il gruppo mod dei Prisoners nel quale suonava, il rock
psichedelico e abbracciare l’organo Hammond e il jazz, mentre nella
capitale esplodeva la scena acid e si andava affermando il soul
britannico degli Style Council, punto di riferimento di Taylor, che -
non a caso - si è avvalso anche della collaborazione dell’ex batterista
della band di Paul Weller, Steve White.
Come ha scritto qualcuno, se
si volesse dare una spiegazione del successo dell’acid jazz si dovrebbe
partire proprio dal James Taylor Quartet, dal suo eclettismo musicale e
dalla modalità di recupero di materiale già preesistente. Così come non
sarebbe difficile individuare nelle ragioni della popolarità della band
inglese un suono che ha fatto epoca e continua ad avere a distanza di
tanti anni un fortissimo appeal.
https://www.youtube.com/watch?v=uJK3f-NumVc
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