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Si
è svolto martedì 6 Febbraio presso la biblioteca comunale il terzo appuntamento
promosso dalla commissione bilancio del Comune di Taranto sulla prima
sperimentazione del bilancio partecipato nel capoluogo jonico.
A presiedere i lavori Dante
Capriulo e Carmen Galluzzo per il consiglio comunale, il direttore Affari
Generali ed Istituzionali - Gabinetto Sindaco Dott. De Roma e alcuni tecnici
dell’ente civico.
Il parterre della serata era
rivolto prevalentemente ad associazioni del territorio invitate direttamente
dal Csv, oltre a realtà esterne accreditatesi ufficialmente con procedura
pubblica come TuttaMiaLaCittà .
Precedentemente a questo
appuntamento si sono già fatti altri incontri: con il mondo delle piccole medie
imprese, con le associazioni culturali e i centri di assistenza fiscale.
Obiettivo dell’amministrazione è
quello di raccogliere da tutti questi focus quante più proposte possibili dalle
organizzazioni del territorio, per poi vagliare quelle più richieste e più
fattibili a livello economico, ed inserirle successivamente dentro il bilancio
di previsione 2018 – 2020 che sarà approvato di qui a breve.
A beneficio del dubbio, già dai
momenti iniziali della discussione in Biblioteca, la commissione si scusava dei
potenziali errori del processo, trincerandosi dietro l’essere neofiti in
materia.
Ascoltate le linee guida iniziali,
a partire anche dal lavoro da noi svolto con la campagna #DecideLaCittà durante
le elezioni amministrative 2017, siamo subito intervenuti per illustrare
pubblicamente gli esempi dei bilanci partecipati del comune di Troia, del
comune di Napoli e della città di New York: tutto materiale da noi approfondito
e raccolto (e consegnato alla commissione) a cavallo del meeting internazionale
“Fearless Citiesâ€, svolto a Barcellona a Giugno 2017, e al quale siamo
intervenuti da Taranto assieme ad amministrazioni municipali ed organizzazioni
da tutti i continenti, che provano a sperimentare nelle proprie città varie
pratiche di democrazia radicale per allargare gli spazi di
partecipazione e decisione della popolazione su ciò che riguarda i propri
bisogni, come occasione per ribaltare i temi della crisi della
rappresentanza, delle politiche della paura e della disaffezione alla politica.
In tutte le best practies
globali dei bilanci partecipati il metodo processuale è sempre lo stesso:
l’amministrazione stanzia una cifra suddivisa per ogni quartiere, la
popolazione viene informata, si promuovono delle assemblee di quartiere dove le
persone si incontrano con dei facilitatori per elaborare delle proposte, le
idee vengono raccolte e suddivise in aree tematiche, gli uffici tecnici ne
valutano la fattibilità facendone una scrematura, si promuove una giornata
finale di votazione cittadina nei seggi predisposti e in cui le proposte più
vagliate vengono assunte dall’amministrazione.
Se a Napoli l’amministrazione ha
stanziato 1 milione di euro suddiviso per le 10 municipalità , solo a New York
nel 2017 oltre 100 mila persone hanno votato su oltre 100 idee progettuali
emerse dalle 31 assemblee territoriali, a fronte di un budget totale di 51
milioni di dollari.
È su questo metodo che abbiamo
formulato ufficialmente alla commissione bilancio la nostra proposta: un
bilancio partecipato per ogni quartiere di Taranto dove ad essere protagonista
è la popolazione tutta, senza intermediari, e dove ad emergere sono
direttamente i bisogni di chi risiede nei luoghi.
Con l’impostazione
dell’amministrazione municipale tarantina si rischia invece di chiudersi
nuovamente nel recinto della presunta rappresentanza, ormai in crisi a tutti i
livelli (istituzioni, organizzazioni di categoria, sindacati, partiti,
associazioni, etc), escludendo di fatto la popolazione da un meccanismo
partecipativo che riguarda direttamente (e anche banalmente) la gestione del
proprio denaro per ciò che riguarda le proprie vite.
Auspicando una correzione in corso
nonostante i tempi brevi stabiliti, si rischia di perdere l’ennesima occasione.
Del resto si sa, la gatta
frettolosa rischia di fare figlie e figli ciechi.
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