Legge speciale per Taranto
Il consiglio regionale
della Puglia ha approvato la Legge speciale per Taranto.
E' una legge che, tempo
fa, al momento della sua proposta, avevamo accolto con grande speranza e attesa
in quanto si preannunciava come la prima legge regionale che avrebbe visto la
partecipazione dei cittadini alla formulazione di un piano di ecoriconversione
per Taranto sul modello della Ruhr. E’ una legge che prometteva il
coinvolgimento attivo dei cittadini. Aspettavamo quindi di poter
partecipare alla sua stesura e di fornire le nostre idee. E invece siamo stati
volutamente esclusi. Con grande senso di amarezza e vivo disappunto ci siamo
accorti che PeaceLink non dovesse essere coinvolta, e così è stato, per una
scelta trasversale deliberata, nonostante le nostre ripetute richieste di
essere consultati.
Con questo comunicato
esprimiamo tutto il nostro disappunto per una legge regionale che è stata
elaborata escludendoci di proposito.
Né la maggioranza di governo né il Movimento 5 Stelle (che ha votato questa
legge assieme alla maggioranza regionale) ci hanno chiesto un parere nonostante
ci fossimo offerti nel processo che la legge sulla partecipazione prevedeva.
Siamo stati esclusi
nonostante avessimo portato avanti un lavoro pluriennale sulla ecoriconversione
in collaborazione con le scuole e l'universitĂ . Abbiamo organizzato convegni, scritto
saggi, elaborato dettagliati piani B, svolto viaggi di studio per portare a
Taranto le migliori esperienze europee. Il piĂą ricco archivio di saggi e
ricerche sulla riconversione di Taranto non è sul sito della Regione Puglia o
del M5S ma è sul sito di PeaceLink, e questo perché negli anni abbiamo
privilegiato un approccio di ricerca ad uno di semplice declamazione o di
propaganda.
In questi anni abbiamo
presentato le tesi di laurea che riguardavano Taranto e la sua rinascita. Chi
ha elaborato la legge speciale per Taranto non è mai venuto a queste iniziative
e per di piĂą oggi ci esclude. E' una delusione totale.
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Tutto questo lavoro
svolto da PeaceLink è stato ignorato sia da Gianni Liviano (estensore della
legge) sia dal M5S che evidentemente hanno ritenuto di ignorarci.
Le nostre ripetute
richieste, espresse in piĂą sedi, di partecipare sono state lasciate cadere.
Anche il movimento civico "Tutta mia la cittĂ " aveva criticato questa
gestione “ad excludendum” della formulazione della legge. E anche loro
non sono stati ascoltati. Chi ha espresso critiche alla bozza di legge non è
stato convocato. Così ha funzionato questa procedura che invece doveva
funzionare sulla partecipazione.
Tutto ciò è
sconcertante ed è
l'indicatore di una politica trasversale che prima proclama la partecipazione a
parole e poi la nega nei fatti, evitando di incontrare sia PeaceLink sia Tutta
mia la cittĂ .
Non che non sono stati
incontrati degli stakeholder, ma sono stati scelti sulla base di criteri che ci
sfuggono. E' stato convocato ad esempio l'ex presidente della Provincia, Gianni
Florido, non sappiamo in che veste. Ma PeaceLink, che ha fatto ripetute
richieste, è stata tenuta fuori dalla porta.
Dopo essere stati
esclusi da ogni forma di partecipazione, abbiamo scritto in una dettagliata
lettera pubblica in cui esprimevamo tutto il nostro disappunto. L'abbiamo
inviata alla stampa e a ogni singolo consigliere regionale. Ma il risultato
è stato il silenzio. In quella lettera pubblica dettagliavamo le ragioni per
cui non condividevamo la stesura della Legge Speciale per Taranto, prima che
fosse discussa in Consiglio Regionale. In primo luogo la contestavamo in quanto
la bozza della legge non era online sul sito della Regione Puglia.
In una affollata
iniziativa pubblica abbiamo convocato i cittadini su come ridisegnarla.
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Tutto lavoro inutile
perché non siamo stati considerati neanche dopo quelle iniziative pubbliche di
sollecitazione!
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Nel confronto e nel
dibattito che abbiamo promosso pubblicamente ci siamo sforzati di enucleare i
limiti e i difetti di questa legge nella fase di bozza.
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Ecco le nostre
osservazioni critiche alla legge.
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PRIMA OSSERVAZIONE: L’UNIVERSITA’
Il motore della legge
dovrebbero essere i giovani di Taranto, quelli che studiano, ricercano,
scrivono tesi di laurea, intraprendono dottorati di ricerca. Sarebbe bene che a
loro andassero i 300 mila euro che attualmente la legge vorrebbe destinare ad
un gruppo di esperti che dovrebbero scrivere il "Piano strategico per
Taranto". L'iniziativa corretta non è a nostro parere quella di dare soldi
ad esperti per scrivere il piano strategico per Taranto ma di dare un sostegno
di ricerca a giovani che vogliano fare tesi di laurea o dottorati per la
riconversione di Taranto. Scrivevamo ai consiglieri regionali: "Vi
immaginate cento tesi di laurea su Taranto? Una per ogni aspetto che vorremmo
cambiare e migliorare? Sarebbe bello dare ad ogni laureato un contributo per approfondire
all'estero le idee della tesi. Alla fine ogni laureato dovrĂ
"restituire" alla cittĂ le competenze acquisite incontrando studenti
e docenti di scuola media superiore, trasferendo la propria esperienza,
spiegando come si fa una ricerca, illustrando i propri progetti per il futuro
grazie al sostegno della Legge Speciale per Taranto. La legge dovrĂ favorire
esperienze di alternanza scuola-lavoro, serie, significative, valide ad
acquisire competenze nell'innovazione per lo sviluppo sostenibile, con
la guida di questi laureati che faranno da tutor".
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SECONDA OSSERVAZIONE: IL CAPITALE UMANO
La critica che abbiamo
fatto alla bozza di legge ci concentrava proprio sul suo cuore, ossia sul Piano
Strategico denominato "Taranto Futuro Prossimo" che deve essere
ancora scritto e a cui andrĂ per intero la dotazione finanziaria della legge.
Il "piano strategico" è considerato lo "strumento
attuativo" della Legge Speciale per Taranto. Noi crediamo che questa idea
è una pia illusione. Non è il Piano Stategico che riconvertirà Taranto. A
riconvertire Taranto è il Capitale Umano e il suo apparato formativo.
Scrivevamo ai consiglieri regionali: "E' il capitale umano lo strumento
attuativo da chiamare a raccolta, da organizzare e incentivare, garantendo
borse di studio, viaggi di formazione nelle transition town e programmando una
restituzione sul territorio delle competenze acquisite. Il capitale umano è la
massa critica che cambierĂ Taranto. E' opinione unanime di chi studia i
processi di transizione che il successo di una scommessa dipende dal capitale
umano, ossia dalle persone, dall'insieme di capacitĂ , competenze, conoscenze,
abilitĂ professionali e relazionali che mettono in campo e che sono frutto di
esperienza, viaggi di studio, approfondimento e confronti con esempi migliori.
I giovani di Taranto devono andare nei luoghi dove il mondo cambia, dove sono
in atto rivoluzioni epocali di tipo tecnologico ed ecologico. I giovani di
Taranto devono conoscere le esperienze di chi ha fatto meglio di noi. La Legge
Speciale per Taranto deve essere lo strumento per organizzare una schiera di
giovani competenti e aperti al mondo. La legge deve poter favorire un
ricambio della classe dirigente. Occorre la sostituzione della consorteria
trasversale di persone che ha guidato Taranto prima al declino e poi allo
sfascio. La ricetta della Legge Speciale per Taranto deve essere semplice:
occorre dire ai giovani di rimanere a Taranto perché una buona legge li vuole
protagonisti del loro futuro. La direzione da scegliere è la promozione
delle loro competenze, del loro ingegno, della loro voglia di realizzarsi in
una cittĂ migliore dell'attuale. E' il capitale umano il bene prezioso che sta
fuggendo da questa cittĂ , che si dissangua, anno dopo anno, delle sue energie
intellettuali e creative".
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TERZA OSSERVAZIONE: L’AGORA’ PER LA
RICONVERSIONE
Abbiamo specificato che
occorreva uno strumento partecipativo che facesse da volano attuativo della
legge. E a tal fine avevamo proposto una AGORA' PER LA RICONVERSIONE che
mettesse al centro il CAPITALE UMANO. Volevamo proporre un articolo della legge
che istituisse questo strumento partecipativo che mettesse in rete e
in sinergia le forze endogene della cittĂ , il mondo della scuola e quello
della ricerca per finire alla societĂ civile. Volevamo uno strumento di rete
che censisse e raccogliesse
le migliori competenze e
le migliori esperienze dei giovani tarantini, delle start up, delle imprese
innovative, facendole circolare nelle scuole, in dibattiti, seminari, gruppi di
lavoro, facendo sorgere un centro di documentazione per la riconversione
della cittĂ .
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QUARTA OSSERVAZIONE: L’ALTERNANZA
SCUOLA-LAVORO
Volevamo che la legge
speciale per Taranto diventasse una prospettiva di senso per l'alternanza
scuola-lavoro che oggi nelle scuole cittadini si svolge con affanno, senza una
chiara prospettiva strategica in cui formare competenze effettive utili alla rinascita
e alla ecoriconversione. La legge poteva creare una rete di scuole per la
riconversione che programmasse forme di alternanza scuola-lavoro in funzione
del Piano B per Taranto, in funzione del dopo-ILVA e della transizione
verso una nuova forma di economia sostenibile. Tutto questo non c’è nella
legge.
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QUINTA OSSERVAZIONE: GLI OPERAI ILVA
La legge speciale per
Taranto ignora i lavoratori ILVA che verranno espulsi dalla fabbrica e
per i quali occorre preparare un percorso di accompagnamento e di riconversione
in una prospettiva di lifelong learning. Questi lavoratori dovranno poter
acquisire le competenze e le qualifiche per bonificare, decontaminare e
riqualificare il territorio. Vanno formati, riconvertiti e avviati ad una nuova
attività . Vi è traccia di tutto ciò nella Legge Speciale per Taranto? No.
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IN CONCLUSIONE
La Legge Speciale per
Taranto non valorizza le forze endogene della cittĂ ma affida la soluzione del problema a
una forza esogena, il Piano Strategico. Non è la strada giusta. Siamo di fronte
ad un percorso assolutamente inadeguato, persino insignificante se paragonata
all'esperienza della Ruhr, dove gli altiforni sono diventati musei e un intero
territorio ha cambiato fisionomia ed economia. A nostro parere né il PD né il
Movimento Cinque Stelle pugliese hanno saputo elaborare con questa legge una
strategia all'altezza del problema. Hanno approvato un testo che servirĂ solo a
scrivere un Piano Strategico. Ma la città non rinascerà in questo modo. L’amara
verità è che i giovani, ignorati anche da questa legge, continueranno a fuggire
da una cittĂ che non li valorizza e non li ascolta.
Per
PeaceLink
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Fulvia
Gravame
Luciano
Manna
Alessandro
Marescotti
17/1/2018
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