Comunicazioni M5S
venerdì 22 dicembre 2017
da Valerio L'Abbate valerio.labbate@camera.it
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da Valerio L'Abbate
Ufficio Stampa Deputato Giuseppe L’Abbate
Ordine dei Giornalisti della Puglia
Tessera n. 105289
valerio.labbate@camera.it
www.giuseppelabbate.it
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BOLKESTEIN-AMBULANTI:
PROROGA AL 2020 E STOP AI BANDI
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La
Camera approva le richieste del settore sostenute dal M5S. Esclusi coloro che
hanno nelle concessioni la prevalente fonte di reddito per la propria famiglia.
L’Abbate (M5S): “Obiettivo rimane quello dello stralcio del commercio ambulante
dalla Direttiva Ue Bolkesteinâ€
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La
Legge di Stabilità , in discussione nella Commissione Bilancio della Camera, ha
portato tre grandi passi avanti sul versante della tutela degli operatori
italiani del commercio ambulante. Innanzitutto lo stop ai bandi, la definitiva
proroga al 2020 per l’applicazione della direttiva Bolkestein nonché
l’esclusione per coloro che, nell’ultimo biennio, abbiano direttamente
utilizzato le concessioni quale unica o prevalente fonte di reddito per sé e
per il proprio nucleo familiare. Ad essere interessate sono circa 200.000
piccole e medie imprese, con oltre 400.000 posti di lavoro, di cui ben
20.000 pugliesi.
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“Tornando
indietro nel tempo ricordo la mia prima risoluzione all’inizio della
Legislatura – dichiara Ivan Della Valle, parlamentare M5S da sempre in
prima linea in difesa del commercio ambulante italiano – ‘incompetente’
mi dissero dai banchi del PD, bocciando in un attimo la proposta. Quella non fu
la fine ma l’inizio di un percorso tra assemblee in tutta Italia, cominciato
grazie agli amici del GOIA che mi hanno supportato in questa lunga battaglia.
Ogni assemblea diventava, giorno dopo giorno, sempre più affollata e mano a
mano cominciarono ad aggregarsi nuove associazioni di categoria: Assidea in
Toscana, Casa Ambulanti in Puglia, CNA mercati settimanali e ANA a Romaâ€.
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“Ci
sono voluti ben 5 anni di lotte dentro e fuori il Parlamento ma quantomeno il
primo risultato è stato raggiunto – dichiara il deputato pugliese
Giuseppe L’Abbate (M5S) – L’obiettivo rimane quello di estromettere totalmente
gli ambulanti dalla Bolkestein: solo in Italia, infatti, la Direttiva Ue sulla
libera circolazione dei servizi coinvolge il settore del commercio nelle aree
pubbliche. Un errore datato 2010 e compiuto proprio dallo stesso Governo i cui
partiti di centrodestra, Lega inclusa, ora si stracciano le vesti in difesa dei
lavoratori ma che allora preferì inginocchiarsi di fronte alla burocrazia
europea. Sono sette anni, pertanto – prosegue – che continuiamo a
mettere a rischio una categoria preferendo dare le nostre strade e piazze in
pasto al grande capitale e togliendole alle famiglie che rappresentano un
patrimonio economico e culturale per il nostro Paese. Alle imponenti
manifestazioni – conclude L’Abbate (M5S) – finalmente il
Parlamento ha quantomeno dato le prime dovute risposteâ€.
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La direttiva
Bolkestein prevede la semplificazione delle procedure amministrative e
burocratiche per esercitare temporaneamente un’attività commerciale dentro
uno dei paesi comunitari. Ciò comporta che i commercianti italiani, dotati di
regolari licenze già acquistate in passato e con rinnovo automatico, debbano
partecipare ai nuovi bandi per ottenerne il rinnovo. Le graduatorie, però,
non terranno più conto né dell’anzianità né della professionalità e
comporteranno che, per alcuni periodi, molti ambulanti saranno costretti a
rimanere fermi e quindi senza lavoro. Infine, vengono spalancate le porte alle
grandi società che complicherebbero ulteriormente la partecipazione ai bandi
dei singoli soggetti.
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AGRICOLTURA: INDICAZIONE FACOLTATIVA
“PRODOTTO DI MONTAGNA†PER LE AZIENDE DI 24 COMUNI PUGLIESI
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Il decreto
del Ministero delle Politiche Agricole interesserà le zone montane ubicate nel
Gargano e, secondo L’Abbate (M5S), rappresenta un sostegno concreto ai
produttori e un aiuto al consumatore finale nella scelta consapevole di ciò che
acquista
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Con la
pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto 26 luglio 2017, il Ministero
delle Politiche Agricole ha disciplinato la possibilità di etichettare come “Prodotti
di montagna†alcune tipologie rispondenti a determinate caratteristiche. Le
aziende agricole potranno volontariamente scegliere di utilizzare questa
indicazione per carne, latte, formaggi e altri alimenti ottenuti da animali
allevati nelle zone di montagna e da quelli in transumanza nonché sui prodotti
di origine vegetale e dell’apicoltura. Ad essere interessati sul territorio
pugliese saranno ben 24 comuni classificati come totalmente o parzialmente
montani dal Piano di Sviluppo Rurale regionale, tutti in provincia di
Foggia. Ben 17 quelli totalmente delimitati come montani (Accadia, Anzano di Puglia,
Cagnano Varano, Carpino, Celle S. Vito Faeto, Ischitella, Mattinata, Monteleone
di Puglia,
Monte S. Angelo, Panni, Peschici, Rodi Garganico, Roseto
Valfortore, Sannicandro Garganico, Vico del Gargano, Vieste) a cui si
aggiungono i 7 parzialmente delimitati come tali (Apricena, Candela,
Manfredonia, Orsara, Rignano Garganico, San Giovanni Rotondo, San Marco in
Lamis). La dicitura “Prodotto di montagna†si può ottenere tramite una semplice
comunicazione alla Regione e, dal prossimo gennaio, il ministero dovrebbe
rendere disponibile anche il logo.
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“Questa possibilità concessa ai
territori montani di utilizzare l’indicazione facoltativa ‘Prodotto di
montagna’ – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in
Commissione Agricoltura alla Camera – consentirà alle aziende ricadenti
in queste zone di distinguersi e di valorizzare le proprie produzioni e,
dall’altro, aiuterà il consumatore finale nella scelta consapevole di ciò che
acquista. Questo strumento utile a distinguere e valorizzare le produzioni di
montagna rappresenta, almeno in parte – prosegue L’Abbate (M5S) – una
contribuzione alla compensazione, seppur parziale, degli oggettivi svantaggi
che, spesso, si trova a dover affrontare chi produce in zone montaneâ€.
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Il decreto
del Ministero delle Politiche Agricole fissa anche regole per i mangimi, gli
ingredienti e gli impianti di trasformazione: la proporzione dei mangimi
non prodotti in zone di montagna non deve superare il 75%, nel caso dei suini,
il 40% per i ruminanti e il 50% per gli altri animali da allevamento. I
prodotti, quali erbe, spezie e zucchero, utilizzati come ingredienti nei
prodotti di origine animale e vegetale possono anche provenire da aree al di
fuori delle zone di montagna, purché non superino il 50% del peso totale degli
ingredienti.
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