La continua voglia di sperimentare, osare ed
arricchirsi, questa volta ha spinto verso Oriente la
band guidata dall’istrionico Cesare Dell’Anna. “Opa
China” rappresenta un altro capitolo, una nuova
scommessa della band Opa Cupa, musicisti che da
sempre si nutrono di condivisioni, esperimenti e dinamicità.
La formazione guidata dal trombettista e produttore discografico pugliese è
pronta a presentarsi al pubblico in questa nuova veste con
la pubblicazione di“Chinatal”, primo singolo che sarà disponibile
da sabato 23 dicembre e che verrà presentato dal
vivo venerdì 22 dicembre al Barroccio di Lecce (ore
18:30 - ingresso gratuito - Obelisco di Lecce) in occasione di una conferenza
stampa con inedita e irregolare jam session.
Cesare Dell’Anna e gli Opa Cupa hanno
da sempre utilizzato la musica e la propria arte come strumento a
disposizione degli eventi storici contemporanei. Negli anni della caduta
dei regimi comunisti, anni in cui gli albanesi sbarcavano in migliaia sulle coste
pugliesi generando timore e venendo denigrati dai molti, l’Albania Hotel spalancava
le porte e accoglieva tutti senza riserve. Questa ospitalità fu riservata anche
ai fratelli africani nel periodo, purtroppo ancora troppo attuale, delle
tragedie nel Mar Mediterraneo, mentre l’Occidente non accettava e non accetta
ancora oggi l’immigrazione dopo aver letteralmente “mangiato” e “stuprato” il
continente nero.
Anche la Cina è al centro di un dibattito che
abbraccia politica, cultura, economia e sociologia sotto gli occhi “disattenti”
della maggior parte di noi. La musica non può distogliere lo sguardo dalla
realtà e ha il dovere di tendere la mano verso culture diverse dalle nostre, in
particolare verso quelle che ormai sono subentrate nel nostro tessuto sociale.
E’ sufficiente guardarsi intorno per comprendere l’importanza sociologica ed
economica di questo “fenomeno” che vede ormai tantissimi ragazzi e uomini di
seconda generazione a confronto con la normale quotidianità e con
le sfide del mercato in continuo cambiamento.
Cesare Dell’Anna avverte fortemente il bisogno di confrontarsi con
questa cultura e in quanto musicista e musicologo studia fino in fondo la Cina
e la cultura cinese. Nel profondo, non da turista. Ciò che più attrae è la
possibilità di mangiare e vivere con loro, raccontarsi e discutere,
confrontarsi sull’attualità e sulla storia.
In particolare il trombettista pone l’attenzione sui cinesi che
vivono stabilmente in Italia, in Puglia, per comprendere al meglio come loro
stanno vivendo questo periodo storico, nella ricerca di punti di
incontro, aggregazione e scambio con questa antichissima cultura. Come
per i Balcani e per l’Africa, anche questo percorso merita attenzione, ore di
lavoro e di studio e sicuramente sarà un bel seme che genererà nuove amicizie,
nuovi incontri, nuove ricerche, discussioni e interessanti produzioni
discografiche.
“Opa China” rappresenta un nuovo capitolo in un percorso
coerente e attento, frutto di uno spirito di osservazione critico della
storia contemporanea.
Correva l’anno 2001 quando Cesare Dell’Anna pubblicò “Tax
Free”, album che in copertina raffigura il “suicidio dell’hamburger”
con il ketchup che forma una sagoma umana, come a rappresentare un delitto;
così come nel 2004 il celebro “baffo” venne rovesciato sulla copertina di “Zina” e
diede vita alla collaborazione con Emergency o ancora
quando nel 2005 gli Opa Cupa portarono in processione la “Madonna
delle Bombe”. Questi espedienti grafici e simbolici vennero catalogati
da molti come blasfemi, ma tanti altri ne colsero il significato provocatorio e
la forte volontà di affermare a voce alta la totale contrarietà alla
guerra. Quella speciale Madonna infatti doveva difendere i
bambini dalle bombe giocattolo, e certo non si aspettava di assistere, a
distanza di quasi 15 anni, agli attuali deliri di onnipotenza di Trump e altri
esponenti politici internazionali.
Gli Opa Cupa mischiano da sempre la potenza degli ottoni e
delle bande da giro del Sud Italia con la conoscenza
della musica jazz e classica, il tutto sorretto da un forte e acido
groove in un mix speciale che rappresenta il sound e la storia personale di
Cesare Dell’Anna.
“Opa China” è in primis una scommessa, un vero
e proprio periodo di studio, svolto in particolare sulle
scale pentatoniche, che costringe ad una forzatura mentale e al confronto con
una cultura diversa dalla propria. In questo Cesare Dell’Anna è stato precursore,
basti pensare al grande lavoro svolto negli anni ’90 per la diffusione dei
tempi dispari e dei ritmi irregolari che ora in tanti suonano e tutti ballano.
E’ lo stesso trombettista che riconosce tanta importanza al confronto con le
altre culture, ricavandone una essenziale fonte di ispirazione;
basti pensare ai motivi che portarono un grande della storia come Giacomo
Puccini a scrivere l’opera “Turandot”.
La musica è un veicolo essenziale per la diffusione di un messaggio e
attraverso essa non ci si schifano gli odori altrui, si accettano i colori
differenti, e ci si innamora anche della musica che viene da
lontano. Con “Opa China” Cesare Dell’Anna propone ancora una volta
un melting-pot supportato da “audio-suggestioni” per
unire lo stile e il gusto Opa Cupa, il groove dei Balcani e i riff africani con
la cultura cinese, le scale pentatoniche, le meravigliose voci e alle melodie
struggenti che vengono dall’Oriente.
Cesare Dell'Anna