Ciao Amici,
Invio l'articolo
dell'incontro che si svolgerà VENERDI' 15
DICEMBRE 2017, in Via Veneto 106/A,
Taranto, alle ore 18.00, sede di Presenza Lucana. L'appuntamento fa parte della
cartella "STORIA
CONTEMPORANEA". Il titolo dell'incontro è: "IL DISASTRO DEL VAJONT - Cronaca di un'immensa
tragedia" relazione Diego
Guarniera (Già dottore presso la struttura Ospedaliera Santissima
Annunziata di Taranto) Introduzione Michele Santoro. La serata sarà aperta dall'alunno del quinto anno Matteo
Annichiarico, del Liceo Archita, ramo Musicale, che interpreterà uno Studio per
violino n°23 di Charles Dancla.
Caramente saluto
Michele Santoro
- 338.4945141 - 099/7384301
Presidente
Ass. Culturale
Presenza Lucana
Il mondo è un libro meraviglioso
ma serve poco a chi non sa leggere dentro. (Carlo Goldoni)
*****
PRESENZA LUCANA Presidente:
Michele Santoro
Associazione
Culturale e Sociale
Via
Veneto 106/a
Tel.
099/7384301 Cell 338.4945141
E-mail:
presenzalucana@libero.it
Giovedì
14 dicembre 2017
PRESENZA
LUCANA – 27° Anno –
STORIA CONTEMPORANEA
– Il disastro del Vajont: cronaca di un’immensa tragedia.
Per la cartella “Storia contemporanea” Diego Guarniera (già dott. Analista presso
l’Ospedale SS Annunziata di Taranto), dopo la quadrilogia sulla scoperta
dell’America, presenterà uno studio, dal titolo “Il disastro del Vajont, cronaca di un’immensa tragedia”.
Presenza Lucana, Associazione Culturale di Taranto che, con quest’appuntamento
chiude il ventisettesimo anno di attività settimanali sul territorio, vi
invita, alle ore 18.00 di Venerdì 15 Dicembre, con libero ingresso, presso la
sede di Via Veneto 106/A, a ricordare, tramite un approfondito studio, una
delle più gravi tragedie che sconvolsero intere comunità della provincia di
Belluno
La caduta di una parte del monte Toc nel lago causò, alle ore 22.39, nel
giro di quattro minuti, un innalzamento dell’acqua che, come una bomba,
sommerse i paesi di Erto, Casso, Castellavazzo, Longarone, Rivalta, Pirago,
Villanova, Faè, causando, insieme al personale del cantiere diga, la morte di
1910 persone. Più di cinquant’anni sono trascorsi da quei drammatici quattro
minuti. Bene ha fatto l’autore ad approfondire i momenti di una storia, che ha
preceduto la tragedia, per raccontare, con l’aiuto di cartine e immagini, una
catastrofe causata dalla noncuranza di tanti, preposti al controllo, che
continuarono il programma, nonostante i pareri negativi di geologi chiamati per
controllare il buon andamento dei lavori. Il geologo Muller, austriaco,
consigliò di sospendere il progetto poiché troppo pericoloso. Anche una
giornalista, dell’Unità, che aveva segnalato, con un articolo, i dubbi e le
paure della popolazione subì un processo, presso il Tribunale di Milano.
E' importante la comprensione e il ricordo di quanto avvenuto, per
creare la consapevolezza, in tutti noi, che la vita, anche di una sola persona,
non può e non deve essere messa in second'ordine quando un rischio è radicato
nel progetto che si sta sviluppando. Nella costruzione della diga del Vajont, i
segnali della sua insicurezza, anche a cantiere avanzato, erano stati rilevati
da tecnici, con lunghe perizie e dalla popolazione che avvertiva degli strani
movimenti e dei rumori provenire dalle montagne all’origine della diga.
Perché non s’intervenne per sospendere l’opera? E’ quali furono le
motivazioni tecniche addotte per continuare un’attività che, ormai, era
diventata rischiosa? Alla fine, a distanza di anni, si comprese quanto grandi
fossero le forze economiche e politiche, impegnate per creare un grande polo
energetico.
Michele Santoro