da Valerio L'Abbate
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CAOS
TARI: URGONO CHIARIMENTI DAL MINISTERO DELL’ECONOMIA
E LINEE GUIDA PER LE AMMINISTRAZIONI LOCALI
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Dopo
la circolare ministeriale, il deputato L’Abbate
(M5S) che ha sollevato il caso presenta una ulteriore interrogazione
parlamentare per chiedere di chiarire gli aspetti ancora irrisolti del calcolo
della “quota variabileâ€
della tassa rifiuti
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La
circolare n. 1/2017 del Ministero dell’Economia e delle Finanze “Chiarimenti
sull’applicazione della tassa sui rifiuti (TARI). Calcolo della parte variabileâ€
non ha fatto altro che ribadire, in forma ufficiale, i concetti espressi dal
sottosegretario Baretta alla risposta all’interrogazione parlamentare del
deputato Giuseppe L’Abbate (M5S). Ma nonostante la discussione mediatica
delle ultime due settimane e l’eco raggiunta dalla questione, persiste in tutta
Italia una mancanza di chiarezza sull’esatto calcolo della componente variabile
della Tari che riguarda sia le Amministrazioni e la burocrazia locali sia i
singoli contribuenti. Se, difatti, è stato ribadito che “la quota variabile
è costituita da un valore assoluto, vale a dire un importo in rapporto al
numero degli occupanti che non va moltiplicato per i metri quadrati dell’utenza
e va sommato come tale alla parte fissa†e che “con riferimento alle
pertinenze dell’abitazione appare corretto computare la quota variabile una
sola volta in relazione alla superficie totale dell’utenza domesticaâ€,
permangono dubbi sui nuclei familiari che detengono più immobili nello stesso
Comune con la medesima finalità d’uso, ovvero “utenza domesticaâ€.
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“Ad
esempio, una famiglia composta da 4 persone e che detiene due abitazioni ‘utenza
domestica’, una da 100 mq più una da 80 mq sfitta, non è chiaro quante quote
variabili è tenuta a corrispondere – dichiara il deputato
Giuseppe L’Abbate (M5S) – Il comportamento da attuare in altri casi
particolari è solamente ‘deducibile’ alla luce delle informazioni ministeriali
sinora rilasciate e suscettibile di generare ulteriori errori nell’applicazione
della Tari. Per questo ho presentato una ulteriore interrogazione parlamentare
per chiedere che venga fatta definitivamente chiarezza. A nostro avviso,
infatti, il Ministero dell’Economia e delle Finanze dovrebbe emanare delle
linee guida per le Amministrazioni comunali – prosegue L’Abbate (M5S)
– affinché il calcolo della Tari nelle sue diverse componenti divenga chiaro
e uniformato a livello nazionale, anche al fine di rendere consapevole il
contribuente della tassazione che gli viene imposta. Inoltre, sarebbe opportuno
rilasciare delle linee guida affinché i rimborsi relativi al periodo 2014-2017
avvengano in maniera autonoma da parte delle singole Amministrazioni comunali,
senza che il contribuente sia costretto a seguire l’iter burocratico
attualmente esistente ed evitando di causare in tal modo un ulteriore aggravio
di spese a carico dei Comuni verosimilmente soccombenti. Una cifra che poi ricadrebbe
nuovamente sui cittadini contribuentiâ€.
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Il
riferimento è al diniego dato da alcuni Uffici Tributi come risposta ad alcuni
cittadini che si vedranno così costretti a rivolgersi in Commissione Tributaria
dove le spese, seppur ripartite, graveranno ulteriormente sulle casse comunali.
“Peraltro – continua il deputato 5 Stelle – sarebbe necessario
identificare il capitolo di spesa del bilancio comunale da cui recuperare le
somme da corrispondere. L’auspicio è che si apra definitivamente una riflessione
sul costo del servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani vista la grande
differenza esistente tra Comune e Comuneâ€.
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Le
prime risposte delle Amministrazioni locali dinanzi ai primi rimborsi da
corrispondere, infatti, hanno tranquillamente fatto riferimento all’aumento
della tassazione per tutti i cittadini per coprire i costi del servizio. Ciò
significherebbe un ulteriore aggravio per i contribuenti. Stando al Report
dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, pubblicato lo
scorso novembre, una famiglia media italiana ha pagato 297 euro ma con notevoli
differenze tra la Campania (427 euro) e il Trentino Alto-Adige (193 euro) o tra
Belluno (149 euro) e Reggio Calabria (579 euro). “Il concetto che il costo
del servizio deve essere coperto interamente dalla tassa rifiuti in partenza
mirava a far diminuire l’esborso complessivo dei cittadini – conclude
L’Abbate (M5S) – Ad oggi, a livello nazionale la percentuale di raccolta
differenziata, dati ISPRA 2014, è ferma al 45,2%: se non si cambia strategia
non potremo mai avere una riduzione delle bolletteâ€.
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