da Valerio L'Abbate
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PUGLIA:
125 COMUNI COINVOLTI DAL TAGLIO DEI SERVIZI DI POSTE ITALIANE
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Dopo
86 paesini a Foggia, Brindisi e Lecce saranno coinvolte dal Piano di
razionalizzazione di Poste Italiane altre 39 località nel resto della Regione.
Il M5S chiede al Governo di garantire il servizio universale
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Il
contratto di programma 2015-2019 siglato tra Poste Italiane e Ministero dello
Sviluppo Economico ha portato al cosiddetto “Piano di razionalizzazioneâ€
che ha già coinvolto ben 86 paesini nelle province di Foggia (54), Brindisi (8)
e Lecce (24) e riguarderà a breve ulteriori 39 località nel barese (13), nella
BAT (4) e nel tarantino (22). Il totale complessivo è di 125 Comuni pugliesi
dove è stata introdotto o lo sarà a breve la consegna a giorni alterni della
corrispondenza, dando il via alla chiusura di numerosi uffici postali nei
piccoli centri e privandoli, così, di un servizio essenziale per il quale Poste
incassa 262,4 milioni di euro l’anno di soldi pubblici.
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“Una
nuova ondata di tagli che ha prodotto tonnellate di missive in giacenza, con
bollette consegnate anche dopo la scadenza, e compromettendo persino invii
prioritari, come raccomandate dell’Inps, avvisi di Equitalia e telegrammi. Non
solo – dichiarano i deputati Giuseppe L’Abbate ed Emanuele Scagliusi
(M5S) – questo scellerato piano di riorganizzazione, messo in atto con
il benestare del Governo e che andrà a regime ad inizio 2018 e coinvolgerÃ
5.300 Comuni, contrasta con le norme Ue che obbligano gli Stati membri ad
assicurare la raccolta e la distribuzione degli invii postali al domicilio del
destinatario ‘come minimo cinque giorni lavorativi a settimana’ e che, solo in
presenza di circostanze o condizioni geografiche eccezionali, sia ammissibile
la fornitura per un numero inferiore di giorni. Profili di eccezionalità che,
per ammissione delle stesse Poste Italiane, sono assenti – proseguono i
due deputati pugliesi 5 Stelle a margine del question time tenuto in
Commissione Trasporti dalla collega Arianna Spessotto (M5S) – difendendosi
davanti al TAR, Poste Italiane ha infatti ammesso che la riduzione del servizio
non dipende da particolari difficoltà nel raggiungere le località interessate
bensì da un mero calcolo di convenienza economica. Anche il Parlamento europeo
è intervenuto sulla materia: oltre un anno fa ha approvato una risoluzione che
ribadiva la necessità , da parte degli Stati Ue, di garantire il servizio
universale e il mantenimento degli sportelli postali proprio in quelle aree
remote, montane, disagiate e a maggiore rischio di isolamento. Perché l’Italia
sta facendo tutto l’opposto, rischiando di incorrere in una procedura
d’infrazione europea per violazione del diritto degli utenti? Un ulteriore
danno – concludono L’Abbate e Scagliusi (M5S) – che sarÃ
scaricato sulle teste e sulle tasche dei cittadiniâ€.
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Dei
125 Comuni pugliesi coinvolti, 86 hanno già subito la mannaia di Poste
Italiane: 54 a Foggia (Accadia, Alberona, Anzano di Puglia, Apricena, Ascoli
Satriano, Biccari, Bovino, Cagnano Varano, Candela, Carlantino, Carpino,
Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Castelluccio dei Sauri,
Castelluccio Valmaggiore, Castelnuovo della Daunia, Celenza Valfortore, Celle
di San Vito, Chieuti, Deliceto, Faeto, Ischitella, Isole Tremiti, Lesina,
Mattinata, Monte Sant’Angelo, Monteleone di Puglia, Motta Montecorvino, Ordona,
Orsara di Puglia, Panni, Peschici, Pietramontecorvino, Poggio Imperiale,
Rignano Garganico, Rocchetta Sant’Antonio, Rodi Garganico, Roseto Valfortore,
San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, San Marco La Catola, San Nicandro
Garganico, San Paolo di Civitate, Sant’Agata di Puglia, Serracapriola,
Stornara, Stornarella, Torremaggiore, Troia, Vico del Gargano, Vieste,
Volturara Appula, Volturino, Zapponeta); 8 nella provincia di Brindisi
(Carovigno, Ceglie Messapica, Cellino San Marco, Erchie, Oria, San Pancrazio
Salentino, Torchiarolo, Torre Santa Susanna); 24 nel leccese (Cannole,
Carpignano Salentino, Cutrofiano, Guggianello, Giurdignano, Guagnano,
Melendugno, Melpignano, Otranto, Palmariggi, Patù, Porto Cesareo, Salice
Salentino, Salve, Sanarica, Santa Cesarea Terme, Scorrano, Soleto, Specchia,
Sternatia, Supersano, Surano, Ugento, Vernole).
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breve, invece, saranno interessati 39 nuovi Comuni pugliesi: 13 nella Terra di
Bari (Acquaviva delle Fonti, Binetto, Cassano delle Murge,
Conversano, Gioia del Colle, Grumo Appula, Noci, Ruvo di Puglia, Sammichele di
Bari, Sannicandro di Bari, Santeramo in Colle, Toritto, Turi); 4 nella
provincia di Barletta-Andria-Trani (Minervino Murge, San Ferdinando di
Puglia, Spinazzola, Trinitapoli) e 22 nel tarantino (Avetrana,
Carosino, Castellaneta, Crispiano, Faggiano, Fragagnano, Laterza, Leporano,
Lizzano, Maruggio, Monteiasi, Montemesola, Monteparano, Mottola, Palagianello,
Palagiano, Pulsano, Roccaforzata, San Marzano di San Giuseppe, Sava, Statte,
Torricella).
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