Comunicazioni DIREZIONE ITALIA
lunedì 25 settembre 2017
da Uff. Stampa
DIT / Puglia
*****BREAST UNIT, MANCA (DIT): LA PREVENZIONE DEI TUMORI NON SI FA DOVENDO FARE I CONTI CON IL MINISTERO DELLE FINANZA
Il vicepresidente della Commissione Sanità e consigliere regionale di Direzione Italia, Luigi Manca, ha partecipato questa mattina all’importante convegno "Tumore al seno e Breast Unit in Puglia"
“Guarire dal tumore al seno si può. La percentuale, però, non deve dipendere se la donna risiede al Nord o al Sud, ma soprattutto quando parliamo di prevenzione il nostro interlocutore deve essere il Ministero della Salute e, invece, finiamo per dover ‘fare i conti’, in tutti i sensi, con il Ministero delle Finanze†E’ questo il messaggio che oggi abbiamo lanciato dalla Puglia non solo al nostro presidente e assessore regionale alla Salute, Michele Emiliano, ma anche al governo nazionale nel corso del convegno "Tumore al seno e Breast Unit in Puglia", organizzato a Bari da Europa Donna Italia, movimento che tutela i diritti delle donne alla prevenzione e cura del tumore al seno.
Fin dal mio insediamento in Regione, come consigliere regionale e vice presidente della Commissione Sanità ho sollecitato i vertici operativi della Sanità pugliese, Giovanni Gorgoni e Giancarlo Ruscitti, a colmare il gap che la Puglia ha nei confronti delle altre regioni, in modo particolare del Nord, in tema di organizzazione delle Breast Unit, i centri di senologia multidisciplinari. La Breast Unit consente alle donne con tumore di essere prese in cura a 360 gradi e quindi conseguentemente consente più possibilità di guarigione. Ma ogni centro dovrebbe essere dotato di professionalità : la presenza di colleghi con specializzazione multidisciplinare è fondamentale. Ma se il pubblico è bloccato dal Piano di Riordino per le assunzioni e se il privato non può chiedere rimborsi maggiori e allora si capisce bene che la sola volontà di creare una rete che aiuti la donna a prevenire o a guarire dal tumore al seno diventano solo espressioni di buona volontà .
Oggi da Emiliano a Ruscitti passando da Gorgoni ho sentito parole rassicuranti. Ora mi auguro che non debba finire la legislatura prima che l’organizzazione delle Breast Uniti diventino davvero operative.
Bari, 25 settembre 2017
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RIFORMA ASL, ZULLO (DIT): ACCORPAMENTO NECESSARIO O PER FAR FUORI QUALCHE DIRETTORE SCOMODO?
Per il presidente del gruppo regionale di Direzione Italia, Ignazio Zullo, è una storia già vista: “Così anche nel 2006â€
Sembra una storia già vista. Indiscrezioni di stampa ci preannunciano quanto è già accaduto già nel dicembre 2006, quando la maggioranza di centrosinistra pur di far fuori qualche direttore “scomodo†al quale non si sapeva come dare il benservito si accorpavano le Asl pugliesi in Asl provinciali. Gli effetti negativi li abbiamo patiti negli anni successivi: sistemi aziendali che avevano trovato anche faticosamente negli anni (dal 1996) il loro equilibrio organizzativo venivano trasformati in mega Asl dove gli equilibri dovevano nuovamente ricercarsi e rifondarsi. E oggi che quegli equilibri iniziano di nuovo a funzionare la storia si ripete e ritorniamo nel caos.
Ma, potremmo anche capire la decisione se fondata su un’analisi della situazione organizzativa economica e contabile di ciascuna Asl soggetta all’accorpamento e se questa Riforma fosse accompagnata da uno studio di previsione che mettesse in evidenza un miglioramento dell’efficienza e della qualità aziendale e un allineamento dei conti verso la migliore economicità della spesa. Ma nulla di tutto questo appare nelle indiscrezioni, ciò che, invece, appare evidente è che siamo di fronte all’ennesimo proclama del presidente Emiliano.
E allora, visto che sempre attraverso la stampa veniamo a conoscenza di una riunione di maggioranza, faccio appello ai colleghi del centrosinistra perché non si appiattiscano ancora una volta sulle posizioni di Emiliano per timor riverenziale o per paura di contraddire il capo, ma si facciano interpreti dei nostri dubbi e degli interessi dei pugliesi, pretendendo un’analisi appropriata della situazione di base e un piano che dimostri la necessità della Riforma in termini di migliore efficienza e spesa sanitaria più razionale.
Bari, 25 settembre 2017
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TEST MEDICINA, MANCA (DIT): L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI NAPOLI E’ UN ELEMENTO IN PIU’ ALLA NOSTRA TESI. VANNO ABOLITI!
Dichiarazione del vicepresidente della Commissione Sanità e consigliere regionale di Direzione Italia, Luigi Manca
Le notizie che arrivano dalla Procura di Napoli, di un’inchiesta sulla possibilità che sia stato venduto un algoritmo per superare il test di Medicina alla Facoltà dell’Università partenopea ci convince ancor di più che il sistema di accesso va modificato subito.
Da medico, prima ancora che consigliere regionale, leggendo i quesiti che quest’anno (ma gli altri anni non sono stati da meno) erano stati proposti per superare il test, avevo già avuto modo di dire che era una follia selezionare la futura classe medica italiana facendo domande che o non hanno nulla a che fare con la Facoltà o peggio con domande che richiedevano di aver già superato alcuni esami universitari.
Il numero chiuso è una violazione del diritto allo studio e, inevitabilmente, favorisce se non forme di vera e propria illegalità , come nel caso che sta accertando la magistratura napoletana, ma un business di corsi e testi che richiedono alla famiglia esborsi di 3/5 mila euro. Tenuto conto che siamo di fronte a una carenza di medici che gli stessi Ordini stanno denunciando pubblicamente con 6x3 affissi in tutte le maggiori città italiane.
Come Direzione Italia, con i parlamentari Benedetto Fucci e Luigi D’Ambrosio Lettieri, abbiamo già chiesto un appuntamento al Ministero della Salute per avere delle precise indicazioni che ci consentano di presentare una proposta di legge per l’abolizione del numero chiuso a Medicina.
Lecce, 23 settembre 2017
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Xyella, Fitto (Dit): "Enormi le responsabilità di Emiliano. Chieda scusa agli olivicoltori"
Dichiarazione dell'europarlamentare e leader di Direzione Italia, Raffaele Fitto:
"Il mancato via libera di Bruxelles alla rimozione del divieto di impianto degli ulivi non è sicuramente la notizia che auspicavamo, ma il rammarico di Emiliano, e del suo assessore all'Agricoltura Di Gioia, è fuori posto e fuorviante. Scaricano sull'Unione Europea responsabilità che sono in primo luogo della Regione.
Piuttosto che rammaricarsi e accusare Bruxelles, Emiliano e Di Gioia dovrebbero innanzitutto chiedere scusa agli olivicoltori salentini per la loro inefficienza e incapacità nella gestione dell'emergenza Xylella. Basterebbe leggere la sentenza della Corte di Giustizia europea del giugno 2016, l'audit della Commissione europea pubblicato nel giugno 2017, e l'apertura della procedura di infrazione aperta da Bruxelles lo scorso luglio per comprendere come la situazione drammatica porta il loro nome inciso negli ulivi pugliesi.
Le responsabilità di Emiliano, della sua gestione dell'emergenza, sono abnormi: il ritardo nel confrontarsi con gli uffici europei, ritardo nel monitoraggio delle aree infette, ritardo nell'abbattimento delle piante infette, stanziamento di risorse del tutto insufficiente per le fitopatie, utilizzo di solo poco più della metà dei dieci milioni di euro stanziati per il contenimento, zero euro spesi di quelli previsti per la misura 4.1 del PSR 2014-2020, legge regionale per rispettare la decisione UE 789/2015 approvata solo alcune settimane fa.
L'unica cosa sulla quale Emiliano non è mai in ritardo è nel tentativo di provare a cambiare la realtà ".
Roma, 22 settembre 2017
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Info
Mariateresa D’Arenzo
tel 338/2447026