FARINE INTEGRALI: LA LEGGE VERSO IL VOTO
FINALE ALLA CAMERA
Approvati
in Commissione Agricoltura a Montecitorio gli ultimi emendamenti alla proposta
di legge sulle farine integre del deputato L’Abbate (M5S)
Giunge a
conclusione l’iter di discussione della proposta di legge “Delega al
Governo per la disciplina della produzione, della commercializzazione e
dell’etichettatura degli sfarinati integrali di frumento e dei prodotti
derivati” a prima firma del deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S).
Con la votazione degli ultimi emendamenti in Commissione Agricoltura alla
Camera, la proposta si avvia alla sua fase conclusiva verso il voto finale
a Montecitorio. Con l’intervento normativo si punta da un lato a dare una
corretta e completa informazione al consumatore, dall’altro si cerca di
valorizzare le produzioni (quali pane, pasta, fette biscottate, cracker,
prodotti da forno, biscotti e dolci) garantendo le opportune distinzioni. Entro
6 mesi dall’approvazione definitiva della legge, infatti, il Governo dovrĂ
emanare un decreto legislativo in cui stabilitĂ le caratteristiche compositive
necessaria perché una farina o una semola possa essere definita “integrale”
con l’ulteriore specificazione della “assenza di germe di grano”.
Infine, si incentiverĂ la presenza di prodotti integrali nei bandi di gara per
gli appalti pubblici di servizi o di forniture di prodotti alimentari destinati
alla ristorazione collettiva, scolastica o ospedaliera. Infine, sarĂ modificato
il Decreto del Presidente della Repubblica 9 febbraio 2001, n. 187.
“Ci sono
tutte le condizioni affinché si chiuda l’iter normativo nel più breve tempo
possibile – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo
M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – visti i presupposti del
confronto tra le diverse forze politiche presenti in Parlamento, dovrebbe
essere anche automatica la decisione di optare per la sede legislativa in
Commissione, così da approvare la proposta di legge entro la fine della Legislatura
poi anche al Senato. I cittadini potranno finalmente sapere – conclude il parlamentare 5 Stelle
– se stanno mangiando veri
sfarinati integrali o meno mentre i produttori potranno dare il giusto valore
alle loro produzioni artigianali e industriali”.
------------------
AGRICOLTURA:
L’OLIO DOP TERRA DI BARI AFFOSSATO COL CETA DAGLI STESSI CHE ORA DICONO DI
VOLERLO TUTELARE
Â
Siamo
da sempre contrari a questi accordi transnazionali perché, per come sono
redatti e stipulati, non portano benefici al Made in Italy ma, vista la
spaccatura venutasi a creare nel mondo agricolo e agroalimentare nazionale,
avevamo richiesto attraverso una interrogazione parlamentare con quali
“strumenti di difesa” il ministro Maurizio Martina intendesse procedere nel
caso in cui le tanto sbandierate promesse di crescita e i reciproci benefici si
rivelassero disastrosi. Servirebbero studi scientifici condotti al fine di
valutare l’impatto delle disposizioni del Ceta sui comparti e le filiere
italiane. Al primo posto tra gli elementi piĂą rischiosi del trattato Ue-Canada
avevamo inserito proprio la grande quantitĂ di certificazioni Dop e Igp
italiane. E oggi chi siede tra i banchi della maggioranza parlamentare si
stupisce che l’Olio Dop Terra di Bari con le sue 2.549 tonnellate esportate (al
contrario del Garda con appena 80 tonnellate portate all’estero) non venga
tutelato e protetto in questo scellerato accordo.
Â
Rinnovo
l’invito già indirizzato a Coldiretti durante le manifestazioni di piazza dello
scorso luglio a far dichiarare apertamente a deputati e senatori la propria
posizione sul Ceta, così da confrontarla con la prova dei fatti del voto in
Aula. Tra coloro che ora si struggono, a parole, del trattato Ue-Canada c’è chi
appartiene alle medesime forze politiche che a febbraio 2017
nell’Europarlamento hanno approvato in maniera compatta e convinta il Ceta.
Si stanno avvicinando le elezioni o sono rinsaviti o, peggio ancora, pensano
che gli italiani siano stupidi?
Â
Per
quanto concerne l’Olio Dop Terra di Bari, peraltro, è da luglio 2015 che
chiedo al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina di prestare
attenzione alle problematiche che sta vivendo il Consorzio di Tutela. A causa
del decreto De Castro (PD), infatti, rischia di perdere la propria
certificazione di qualitĂ per meri motivi burocratici di rappresentativitĂ .
Nonostante una interrogazione e una risoluzione in Commissione Agricoltura, la
situazione non sembra esser cambiata.
Â
Giuseppe
L’Abbate
Deputato pugliese
Capogruppo M5S
Commissione Agricoltura
----------------
Â