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Eleganza e modernità nello studio di Pierfranco Bruni dedicato ad Ovidio.
venerdì 11 agosto 2017

Una visione lettura consigliatissima

Evelyn Zappimbulso



“Amando Ovidio", ovvero “Culta Placent”,  di Pierfranco Bruni,  (con Cartella e Video a cura di Anna Montella) armonia di musica e poesia in una rilettura contemporanea del poeta latino per riscoprire un intreccio tra fisicità, carnalità e pensiero filosofico che solo un grande cultore ed amante della letteratura classica, come Bruni, può cogliere. Nonostante l'anacronismo storico, alta è la tentazione – per il critico letterario Bruni – di impartire qualche bella “lezione d'amore” tratta dalla magistrale Ars amatoria.
Del resto, il manuale che costò l'esilio a Ovidio nell'8 d.C., è “finalmente” una tattica. Anzi, di più. Un prontuario letterario, filosofico e retorico che con intelligenza e non poca ironia sdrammatizza, interpreta e aiuta a risolvere i più comuni problemi di cuore. Da millenni a oggi, senza perdere un grammo della sua efficacia.

 
Una visione lettura, quella di Bruni, consigliatissima per tutti i lettori innamorati di vita, di idillio, di eterno peregrinare tra i rivoli della onirica passione.
Pierfranco Bruni sa quanto il protagonista dell'Arte d'amare, che poi è Ovidio stesso, è un innamorato smaliziato, sicuro anche nel raccontare i propri fallimenti. Insomma, un maestro d'amore generoso nel condividere in prima persona la sua stessa esperienza.



 

"Date ascolto a un poeta che ha esperienza; esporrò in versi cose vere".

E come non prestare fede a una così irresistibile dichiarazione di poetica onestà, forse solo un po' colorata d'amabilissima spacconeria.

Tanto insicuro, irritabile, sempre in balia del desiderio e in cerca di segni, come chiavi interpretative dell'Altro, raffinatezze semiotiche ma anche banalissime, superstiziose conferme, come i calcoli mentali che si fanno quando il telefono squilla o non squilla.

Amorevolmente folle e disorientato, come folle e disorientato è il “soggetto" innamorato di Bruni.


Forse basterebbe un solo insegnamento ovidiano per portare l'innamorato sulla giusta direzione ed è questo: amare è come andare "per la prima volta soldato in una terra sconosciuta". Eterne reclute dell'amore quali siamo, non dobbiamo aver paura di affidarci alla guida di chi ha già visto, sperimentato, esplorato.

Ricordando che l'amore è un arte, cioè una tecnica, una pratica condivisa, giammai una pericolosa e distruttiva improvvisazione del cuore.
Il tutto a partire da due princìpi: conosci te stesso ("solo colui che sarà noto a sé amerà con saggezza e compirà ogni azione secondo le sue forze") e sii generoso col partner.

L'eleganza e la modernità con cui Ovidio spiega, attraverso Bruni, ai suoi lettori, che non è proprio il caso che solo uno dei due amanti goda, nell'amplesso, ancora oggi sono senza pari, ancora oggi lasciano bocche e cuori sospesi all'ascolto della sua eterna poesia (Cfr. http://pierfrancobruni.weebly.com/culta-placent---amando-ovidio.html).

 





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