“Amando
Ovidio", ovvero “Culta Placent”, di Pierfranco Bruni, (con
Cartella e Video a cura di Anna Montella) armonia di musica e poesia in una
rilettura contemporanea del poeta latino per riscoprire un intreccio tra
fisicità, carnalità e pensiero filosofico che solo un grande cultore ed amante
della letteratura classica, come Bruni, può cogliere. Nonostante l'anacronismo
storico, alta è la tentazione – per il critico letterario Bruni – di impartire
qualche bella “lezione d'amore” tratta dalla magistrale Ars amatoria.
Del resto, il manuale che costò l'esilio a Ovidio nell'8 d.C., è “finalmente”
una tattica. Anzi, di più. Un prontuario letterario, filosofico e retorico che
con intelligenza e non poca ironia sdrammatizza, interpreta e aiuta a risolvere
i più comuni problemi di cuore. Da millenni a oggi, senza perdere un grammo
della sua efficacia.
Una visione lettura, quella di Bruni, consigliatissima per tutti i lettori
innamorati di vita, di idillio, di eterno peregrinare tra i rivoli della
onirica passione.
Pierfranco Bruni sa quanto il protagonista dell'Arte d'amare, che poi è Ovidio
stesso, è un innamorato smaliziato, sicuro anche nel raccontare i propri
fallimenti. Insomma, un maestro d'amore generoso nel condividere in prima
persona la sua stessa esperienza.
"Date
ascolto a un poeta che ha esperienza; esporrò in versi cose vere".
E
come non prestare fede a una così irresistibile dichiarazione di poetica
onestà, forse solo un po' colorata d'amabilissima spacconeria.
Tanto
insicuro, irritabile, sempre in balia del desiderio e in cerca di segni, come
chiavi interpretative dell'Altro, raffinatezze semiotiche ma anche banalissime,
superstiziose conferme, come i calcoli mentali che si fanno quando il telefono
squilla o non squilla.
Amorevolmente
folle e disorientato, come folle e disorientato è il “soggetto" innamorato
di Bruni.
Forse basterebbe un solo insegnamento ovidiano per portare l'innamorato sulla
giusta direzione ed è questo: amare è come andare "per la prima volta
soldato in una terra sconosciuta". Eterne reclute dell'amore quali siamo,
non dobbiamo aver paura di affidarci alla guida di chi ha già visto,
sperimentato, esplorato.
Ricordando
che l'amore è un arte, cioè una tecnica, una pratica condivisa, giammai una
pericolosa e distruttiva improvvisazione del cuore.
Il tutto a partire da due princìpi: conosci te stesso ("solo colui che
sarà noto a sé amerà con saggezza e compirà ogni azione secondo le sue
forze") e sii generoso col partner.
L'eleganza e la modernità con cui
Ovidio spiega, attraverso Bruni, ai suoi lettori, che non è proprio il caso che
solo uno dei due amanti goda, nell'amplesso, ancora oggi sono senza pari,
ancora oggi lasciano bocche e cuori sospesi all'ascolto della sua eterna poesia
(Cfr. http://pierfrancobruni.weebly.com/culta-placent---amando-ovidio.html).