Â
Â
ADOZIONI INTERNAZIONALI: IL GOVERNO
GARANTISCA I RIMBORSI AI GENITORI
Â
Una nota della CAI ha chiarito che, ultimate le operazioni di
rimborso per le adozioni 2011, non ci sono più fondi. Scagliusi (M5S): “I
genitori che adottano meritano garanzie dal Governo”
Â
Ha
suscitato indignazione, tra i genitori che dal 2012 ad oggi hanno avviato e
portato a termine la procedura di adozione internazionali, la notizia del 12
luglio scorso apparsa sul sito della Commissione per le Adozioni Internazionali
(CAI). Con una nota, la dott.ssa Laura Laera, insediatasi il
15 giugno a capo delle adozioni internazionali sostituendo la Della Monica, ha
comunicato chiaramente che “sono in corso i rimborsi delle spese
sostenute per le adozioni conclusesi nell'anno 2011 che saranno integralmente
liquidati entro la fine del corrente anno 2017, nel rispetto dei criteri
fissati dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 agosto
2011”.Â
Â
Inoltre, la
Laera ha reso noto che, “successivamente al decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri del 4 agosto 2011, non vi è stato
alcun provvedimento analogo che preveda il rimborso delle spese sostenute per
le adozioni concluse dopo il 31 dicembre 2011Â e che, pertanto,
attualmente non verrĂ dato seguito ad ogni eventuale istanza di rimborso
relativa agli anni successivi al 2011.”
Â
Accogliendo
la preoccupazione dei genitori che hanno concluso l’iter adottivo dal 2012 in
poi e di coloro che stanno per concludere l’iter adottivo, sempre più
preoccupati della gestione delle adozioni internazionali nel nostro Paese, il
deputato pugliese Emanuele Scagliusi (M5S), ormai da anni attento al tema,
ha presentato una interrogazione parlamentare rivolta al Presidente Gentiloni
per sapere quali iniziative il Governo intenda mettere in atto per garantire i
rimborsi per le famiglie che hanno completato l’iter adottivo negli
anni successivi al 2011.
Â
“Quello
delle adozioni internazionali – commenta Scagliusi, membro della
Commissione Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale alla Camera – è un mondo che paga anni di gestione
monocratica che hanno permesso ad una singola persona di immobilizzare un ente
pubblico. Ho incontrato la dott.ssa Laera qualche settimana fa e mi è sembrata
una donna molto disponibile e determinata nel voler dare il suo contributo per
garantire trasparenza ed efficienza alla Commissione per le Adozioni
Internazionali. Staremo a vedere”.
Â
GiĂ nel
dicembre 2015 in fase di approvazione della Legge di StabilitĂ 2016, il Governo
aveva accolto un ordine del giorno proprio del deputato
Scagliusi (M5S), finalizzato al sostegno della Commissione per le Adozioni
internazionali nella sua attività di risoluzione dei rimborsi delle
procedure adottive assicurando alla stessa la dotazione finanziaria con
necessari e conseguenti provvedimenti. Ma stando al comunicato della CAI,
questa dotazione finanziaria non è mai arrivata.
Â
“L’ordine
del giorno a mia prima firma è stato approvato, ma anche in questo caso il
Governo targato PD –
conclude il deputato 5 Stelle – ha buttato fumo negli occhi ai cittadini sulle adozioni
internazionali così come su tanti altri temi come la scuola, il lavoro e la
lotta alla corruzione. Coppie di genitori che decidono di adottare nonostante
costi sostenuti, burocrazia sfiancante e mancanza di trasparenza, vanno
sostenuti e rispettati perché rappresentano un grande esempio di civiltà e di
solidarietĂ da parte degli italiani che da sempre occupano i primi posti al
mondo per numero di adozioni internazionali. Mi auguro – conclude Emanuele Scagliusi
(M5S) – che presto il Presidente Gentiloni possa dare delle
risposte concrete e chiarire cosa voglia fare il Governo per provare a
riconquistare la fiducia ormai ridotta al lumicino.”
Â
da Valerio
L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L’Abbate
valerio.labbate@camera.it
www.giuseppelabbate.it
342.8632827
AGRICOLTURA: LA CAMERA
APPROVA LE MISURE DI SOSTEGNO AL POMODORO ITALIANO
Â
La
Commissione Agricoltura di Montecitorio approva la risoluzione unitaria per il
comparto del pomodoro con cui si chiede la valorizzazione della produzione
nazionale, una etichettatura chiara e l’istituzione di un tavolo di filiera
Â
Dopo
l’introduzione, seppur in maniera sperimentale, dell’obbligo di indicare
nell’etichetta del latte e dei prodotti derivati commercializzati in Italia
la duplice menzione del Paese di mungitura e quello di condizionamento o
trasformazione e dopo aver previsto analoga sperimentazione per la filiera
della pasta, la Commissione Agricoltura della Camera spinge per estendere
questa possibilitĂ anche al settore del pomodoro. Proprio alla luce
delle criticitĂ che investono questo comparto si rende necessaria la
valorizzazione della filiera del pomodoro da industria, che si contraddistingue
per i profili di qualitĂ e genuinitĂ che sono alla base delle produzioni
derivate e configurano il pomodoro italiano come una delle eccellenze a livello
mondiale. In questo settore, nel nostro Paese, operano oltre 8.000
imprenditori agricoli che coltivano circa 72.000 ettari nonché 120 industrie
con oltre 10.000 occupati ed un valore della produzione superiore a 6
miliardi di euro l’anno.
Â
“Il
pomodoro italiano rappresenta il 55% di quello europeo e per questo è
fondamentale garantire una informazione completa e la massima trasparenza nei
confronti dei consumatori ed una piĂą efficace difesa della qualitĂ e
distintività del prodotto nazionale – dichiara il deputato pugliese
Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura – Fin dal
2006, per la sola passata di pomodoro è stato introdotto l’obbligo di
indicazione in etichetta dell’origine della materia prima utilizzata, a
testimonianza del fatto che anche per i derivati di pomodoro la piena
tracciabilità delle produzioni è un imprescindibile elemento di competitività e
distintività ”.
Â
La risoluzione
unitaria approvata dalla Commissione Agricoltura di Montecitorio, inoltre,
impegna il Governo “a farsi parte attiva perché sia esteso a livello
comunitario l’obbligo di utilizzare esclusivamente pomodoro fresco per la
produzione di passata, così come avviene in Italia”, “a convocare con la
massima sollecitudine un tavolo di confronto con tutti i soggetti della filiera
del pomodoro da industria, con l’obiettivo di adottare i provvedimenti
necessari al fine di assumere iniziative volte ad estendere anche a questo
settore produttivo l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di produzione
ovvero l’origine della materia prima già introdotto, ai sensi del regolamento
(UE) n. 1169/2011, per il latte e i prodotti lattiero-caseari, ed in corso di
adozione per la filiera grano pasta, al fine di salvaguardare e valorizzare un
comparto importante dell'agroalimentare nazionale, posto che i prodotti che ne derivano
esprimono una qualitĂ molto superiore rispetto ad analoghi prodotti esteri e
con il loro indotto offrono preziose ed indispensabili opportunitĂ
occupazionali”. Nonché “ad intraprendere le occorrenti iniziative per
fare fronte alle crescenti problematiche che attraversano il sistema della
produzione e della trasformazione del pomodoro da industria del Centro-Sud
Italia e, in tale ambito, a favorire la costituzione ed il riconoscimento di
un'organizzazione interprofessionale per il relativo settore Centro-meridionale”.
Â