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Ovidio di Pierfranco Bruni al MarTa
domenica 30 luglio 2017

da csrbruni@alice.it


Ovidio di Pierfranco Bruni al MarTa - Mibact diretto da Eva Degl’Innocenti

Ovidio di Pierfranco Bruni al MarTa - Mibact diretto da Eva Degl’Innocenti

Un Ovidio tra grecità e latinità

 

 

di Eva Zappimbulso

 

 

 

 

Ovidio al Museo Archeologico Nazionale di Taranto. Una bella vetrina nazionale per celebrare il BIMILLENARIO della morte del poeta delle "Metamorfosi". A svolgere la relazione è stato Pierfranco Bruni, archeologo direttore coordinatore e Responsabile nazionale Progetto Etnie del Mibact. Si tratta del primo dei due appuntamenti programmati dal Museo.
A fare gli onori di casa è stata, come sempre, la direttrice del MarTa Eva Degl'Innocenti, che ha introdotto e coordinato la serata. Un'altra tappa importante nelle attività di promozione che svolge il MarTa.


Al centro della geograficamente indefinita vetrina culturale ricca di letteratura ed arte si è lo studio "Ovidio verso il bimillenario della morte. Il linguaggio, l'eros, la donna, le metamorfosi", di Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni, con il contributo di Maria Milvia Morciano, per il Progetto del Mibact, per celebrare e valorizzare luoghi ed eccellenze che custodiscono beni tangibili ed immateriali da sempre cari al "nostro" poeta latino, sul filo di una classicità eterna, che continua il suo ricamo fino ai nostri giorni, infilandosi prezioso anche tra le righe di autori e scrittori contemporanei. 



"Il suo linguaggio, la sua lingua latina ha saltelli in un cadenzare di sillabe che creano un vocabolario ben definito", sostiene Bruni, ricordando di Ovidio la sua "letteratura dei sensi", ricerca estetica che dà forma all'amore inteso come arte. Un logos sul come approcciarsi all'amore, alla donna "come piacere nel lusso del piacersi". 
Perché Ovidio, riletto da Bruni, è un poeta "leggero" ed un abile verseggiatore, di straordinaria facilità espressiva e fluidità, con una immaginazione fervida ed intelligente, dal tipico temperamento di narratore, di colorista e di psicologo. 

Ovidio, nello studio di Bruni, si conferma una personalità dominante della e nella cultura latina e il suo influsso si perpetua potente nel Medioevo, nell'Umanesimo, nel Rinascimento, sino a noi. 

Solo nel trascorrere del suo vissuto la sua fama fu ridimensionata. 
Nelle elegie amorose del primo periodo Ovidio vive tutta una società romana ormai profondamente diversa da quella tardo-repubblicana, spesso angosciata da quei problemi rivissuti nella poesia da Virgilio o da Orazio; il suo è un mondo brillante, disposto ad accettare una poesia di immediata comprensione e di piacevole evasione. 

Ma il filo che lega "lo Stil Novo al Barocco e al Novecento" lo ritroviamo in Ovidio classico di formazione ellenica che "non fa altro che indicare alla poesia la malia d'amore", che diventa ancoraggio di solitudine e malinconie. 

E qui ritrovo Bruni e il suo ricercato ed amorevole tormento; Pierfanco, come Ovidio, vive e narra l'arte della simulazione, attraverso le donne amanti del mito greco, attraverso l'immaginario epistolare tra Luigi e Marta, alle cui prose affida il suo graffio d'amore, nella perenne illusione d'essere amato e d'amare, perché "abbiamo tutti bisogno di illuderci", tutti abbiamo bisogno di indelebili graffi d'amore, da leccare come ferite, nel cui labile dolore vogliamo crogiolarci senza mai curarci. 

A duemila anni dalla scomparsa del poeta a cui la città di Sulmona ha dato i natali, un meraviglioso scrigno letterario, quello di Pierfranco Bruni, che dà voce alle donne di Ovidio, alle eroine intrepide che hanno creduto nell'amore impossibile, perduto, ma sempre difeso e atteso; uno scrigno di ricordi classici greci che vanno oltre il ricordo stesso, per affondare tra amorevoli elegie e frammenti tragici di un uomo immerso nel più puro classicismo; uno scrigno di eredità latina e greca da rileggere al chiarore di Selene, per ritrovare quel tempo lunare di attese che scandisce solitudine e abbandono, tra immagini plastiche e seducenti fantasie, che ancora oggi offrono infinita materia di imitazione. 

Il prossimo appuntamento su Ovidio è fissato per venerdì 11 agosto sempre nella sala del MarTa.








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