Mitologia e canto.
La mitologia classica nel suono di Ulisse di Pierfranco Bruni con "Il canto.vento"
lunedì 17 luglio 2017
di Evelyn Zappimbulso
Mente sgombra, occhi socchiusi al mondo, respiro libero e ascolto pieno. Così, con una tale predisposizione vibrante si legge e recita "il canto.vento" di Pierfranco Bruni. Edizioni Ferrari, esclusivamente in E Book, per una precisa scelta editoriale, con saggio introduttivo di Francesca Landino, che sottolinea l'inciso del progetto.
"ilcanto.vento" è una cavalcata poetica nella mitologia classica, ritmata, delicatamente versata, musica in parole per chi del suono greco, come Pierfranco, ha fatto la sua arte.
E nel vento del mito ritroviamo Ulisse, ovvero "Nessuno" che ritorna, Odisseo che viaggia da Troia, ormai distante, verso la sua Itaca, "una follia che tu porti nell'anima", in lontananza sempre.
La forza magica e ossessiva del "viaggio" ritorna in Pierfranco, in fuga dal tempo inesorabile, verso la memoria, la storia.
Libero, fiero, coerente, solitario, ma pur sempre libero, perché "gli uomini liberi sono sempre soli". Circe, Nausicaa, Anticlea, Calipso, Penelope, le donne di un peregrinare immaginario tra "i rigagnoli dell'amore", tra rimpianti e attese, notti di ricordi e inquiete nostalgie, dimenticanze e segreti.
Anche l'amore in Pierfranco è un eterno viaggio per mare, in cui dolcemente si lascia naufragare, perché "il mio navigare è un giorno nell'eterno".
Tra isole e fili di follie soffia il canto vento del destino, nella "consapevolezza di un'attesa mai calcolata".
Meraviglioso è il sussurro che Ulisse rivolge a Penelope, nei versi di Bruni: "sorridimi e non amarmi se l'amore è resa".
Qui c'è tutto il senso di un ritorno senza sconfitte o indugi all'Isola, di un "ritorno che non c'è", ad Itaca, all'isola che non ha lamenti ma solo amore, che sa asciugare i pensieri.
"Ma chi è l'isola? Sei tu o sono io?"
E il canto vento riprende a soffiare, a viaggiare, a liberare libero.
Evelyn Zappimbulso - Pierfranco Bruni