da Valerio
L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L’Abbate
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Dopo
l’eclatante nuovo caso accaduto al Porto di Bari, il deputato pugliese L’Abbate
(M5S) presenta una interrogazione in Commissione Agricoltura per chiedere
chiarezza sulle modalità dei controlli. Foggia, intanto, attende l’istituzione
della Cun
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Prima
il sequestro per le discordanti analisi effettuate da Polizia Forestale ed Arpa
Puglia, poi il dissequestro a fronte di ulteriori accertamenti. Quello che è
accaduto con le circa 60 tonnellate di grano duro contenute nelle stive della
nave “Cmb Partner”, proveniente dal Canada e attraccata al Porto di Bari l’8
giugno scorso, è solo l’ultimo dei numerosi casi su cui viene sollevato il
problema della possibilitĂ nocivitĂ per la salute umana. I carichi di grano
che giungono dall’estero e in particolare dal Canada, infatti, sono molto
frequenti nel capoluogo pugliese. Basta ricordare che la produzione italiana di
grano duro destinata al settore della pasta si aggira intorno ai 3-4 milioni di
tonnellate l’anno, a fronte di un fabbisogno di 5,7 milioni di tonnellate. La
quantitĂ importata dai paesi extraeuropei varia a seconda delle annate e la
gran parte del cereale, come riportano i dati di Italmopa (Associazione
Industriali Mugnai d’Italia), proviene dal Canada che rappresenta anche
il primo fornitore di frumento duro per l’industria alimentare italiana. Nel
2013 sono state importate piĂą di 450mila tonnellate, raddoppiate nel 2016.
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“Di
fronte ad una tale situazione di incertezza – dichiara il deputato
pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla
Camera, il quale ha partecipato al sit-in dell’Associazione di Produttori e
Consumatori GranoSalus al Porto di Bari lunedì scorso con la consigliera
regionale Rosa Barone (M5S) – è evidente che a pagarne le conseguenze
sono da un lato gli agricoltori, che hanno protestato per tutelare la qualitĂ
del loro prodotto nazionale, e dall’altro i cittadini consumatori che si
trovano nel bel mezzo di informazioni discordanti su un tema che, invece, tocca
da vicino la sicurezza alimentare e la tutela della salute. Quello che è sotto
gli occhi di tutti, purtroppo – prosegue L’Abbate (M5S) – è un
quadro di incertezza nella gestione dei controlli sui prodotti agroalimentari
provenienti dall’estero, o quantomeno una mancanza di coordinamento che rischia
di ledere l’immagine del nostro Paese, ma soprattutto il mondo agricolo e
agroalimentare, nonché la salute dei cittadini”.
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Per
questo, i deputati del Movimento 5 Stelle della Commissione Agricoltura a
Montecitorio hanno presentato una interrogazione parlamentare indirizzata al
ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ed ai suoi colleghi
Lorenzin (Salute) e Galletti (Ambiente). I 5 Stelle chiedono di “chiarire le
modalitĂ dei controlli effettuati sui carichi di prodotti agroalimentari, in
particolare grano duro, provenienti dai paesi esteri, comunitari e non, nonché
se intendano potenziare il coordinamento tra i diversi enti che si occupano
delle varie fasi del controllo sui carichi agroalimentari”. L’auspicata
chiarezza comporterebbe un vantaggio per l’intera filiera cerealicola italiana:
dagli agricoltori che potrebbero finalmente veder valorizzato il loro prodotto,
agli industriali che necessitano di importazioni ma che non possono pagare lo
scotto di veder sempre demonizzato il loro operatore fino ai consumatori che
saprebbero, realmente, cosa mettono nel proprio piatto.
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“Quel
che diviene sempre più impellente è l’istituzione della Cun, la Commissione
Unica Nazionale, sul grano duro a Foggia – conclude Giuseppe L’Abbate
(M5S) – Istituita nel luglio 2015 con un mio emendamento, che riprendeva
una proposta di legge che ho depositato nel lontano novembre 2014, oggi la Cun
è richiesta a gran voce anche da associazioni come la Coldiretti o da esponenti
della maggioranza di Governo a riprova della bontĂ della norma che, se ben
attuata dal Ministro Martina, conferirebbe trasparenza ed efficacia all’intera
filiera cerealicola, dando valore agli onesti produttori e trasformatori e
penalizzando, al contempo, i furbetti del grano”.
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