Convegno martedì 7 marzo a Taranto: "Costituzione, Legalità e Sussidiarietà"
lunedì 6 marzo 2017
da Vito Piepoli
A Taranto il 7 marzo si torna a parlare di legalità e non solo. Il merito va al giudice di pace Nicola Russo che anche quest’anno ritorna sull’argomento, coinvolgendo i giovani, questa volta del liceo Archita, che introdurrà il convegno “Costituzione, Legalità e Sussidiarietà", dopo i saluti del dirigente scolastico Pasquale Castellaneta. “L’obiettivo di questo convegno annuale è quello di dare fiducia ai ragazzi. Solo dando voce ai loro pensieri, ascoltandoli, le istituzioni e le autorità giudiziarie possono trarne un contributo importante per questa nostra società, sempre più colpita dalla corruzione - ha riferito Nicola Russo - solo la gran fiducia che ripongo in questi giovani mi fa pensare che si possano superare questi anni difficilissimi, vogliamo divulgare tra i giovani l’importanza della legalità non solo per dovere ma anche per convinzione, inoltre Taranto può ripartire solo dai suoi giovani per un risanamento morale e quindi anche economico della città”. “La Costituzione è il fondamento della Repubblica democratica. Se cade dal cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche, se non è difesa dal governo e dal parlamento, se è manomessa dai partiti, se non entra nella coscienza nazionale, anche attraverso l’insegnamento e l’educazione scolastica e post-scolastica, verrà a mancare il terreno sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà” aveva detto don Luigi Sturzo, dando importanza all’insegnamento e all’educazione scolastica. E Nicola Russo è sulla stessa linea, avendo riproposto i temi di questo convegno per ben dieci anni coinvolgendo più istituti scolastici. Il convegno quest’anno avrà luogo a partire dalle ore 9 e 30 nel Salone della Provincia del Palazzo del Governo in via Anfiteatro a Taranto ed è organizzato dal Liceo Archita e dalla Giustizia di Pace, nell’ambito dell’alternanza Scuola/Lavoro. Parteciperà al convegno Gaspare Sturzo, pronipote di don Luigi Sturzo, magistrato del tribunale penale di Roma e presidente del Centro Internazionale Studi Sturzo (C.I.S.S. www.centrosturzo.it), già componente della Direzione Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo. Gaspare Sturzo che ha coordinato numerose indagini in tema di corruzione, riciclaggio e contrasto alla gestione mafiosa degli appalti, facendo parte del "pool antimafia", è nella cronaca degli ultimi giorni in merito all’arresto per corruzione di Alfredo Romeo. Nel convegno esporranno le loro relazioni, Simone Borsci, Marta Catucci, Giorgia De Tommasi, Giorgia Martucci, Esterin Kojtari e Rosy Vecchio, studenti del Liceo Archita e Gaspare Sturzo trarrà le conclusioni. La legalità è un prerequisito per raggiungere un obiettivo che è la giustizia. “La mafia - diceva don Sturzo - ha sede in Sicilia ma ha la testa a Roma e risalirà verso il Nord, andando oltre le Alpi”. Inoltre, solo una reale libertà in atto crea una società vivace e vitale. E solo una società vitale si contrappone al potere dello Stato ed è in grado di “attivare” il principio di sussidiarietà.
Dopo la dignità umana e la solidarietà, la sussidiarietà è il terzo principio della Dottrina Sociale della Chiesa. La sussidiarietà ha una duplice funzione: proattiva (il sostegno reciproco di tutte le istanze sociali) e preventiva. Contrasta infatti con il principio di sussidiarietà qualsiasi forma di burocratizzazione, di assistenzialismo, di supplenza ingiustificata dello Stato: “Intervenendo direttamente e deresponsabilizzando la società, lo Stato assistenziale provoca la perdita di energie umane e l’aumento esagerato degli apparati pubblici, dominati da logiche burocratiche”. Il principio di sussidiarietà è regolato dall’articolo 118 della Costituzione italiana il quale prevede che “Stato, Regioni, Province, Città Metropolitane e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio della sussidiarietà”. Tale principio implica che le diverse istituzioni debbano creare le condizioni necessarie per permettere alla persona e alle aggregazioni sociali di agire liberamente nello svolgimento della loro attività. L’intervento dell'entità di livello superiore, qualora fosse necessario, deve essere temporaneo e teso a restituire l’autonomia d’azione all’entità di livello inferiore. Non ci si deve rassegnare alla violenza, all'illegalità, alle mafie. La mafia e la corruzione sono parassiti che inquietano le coscienze così come distruggono le imprese. Bisogna far emergere il bene che c'è, sostenere e incoraggiare chi è impegnato per il bene comune. E prima di tutto viene la responsabilità. Responsabilità è anche custodire uno spazio pubblico e ogni risorsa della comunità. Per cui bisogna combattere non solo chi fa il male ma anche chi guarda e lascia fare. Il Codice Penale non basta più, e ci vuole un ritorno all’etica da parte di tutti. E non basta nemmeno più commuoverci o sdegnarci davanti alle tante vicende umane, ma bisogna muoversi, testimoniando i valori e ascoltando le coscienze che vanno formate. La progressiva digitalizzazione e l’aumento della trasparenza e del controllo della Pubblica Amministrazione, le associazioni antiracket, le associazioni che operano sui temi della legalità sono, certamente, iniziative importantissime ma, è soprattutto nelle piccole cose, molto concrete, che deve essere evidente il cambiamento.
Gaspare Sturzo
don Luigi Sturzo
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Vito Piepoli giornalista tess. n. 99479 cell. 3472293761
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