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Comunicazioni DIREZIONE ITALIA
martedì 28 febbraio 2017

da Manca, Zullo





 

OBIETTORI DI COSCIENZA, MANCA (DIT): IL PROBLEMA NON SI RISOLVE CON CONCORSI AD HOC, MA CON VERE POLITICHE DI PREVENZIONE E WELFARE

Dichiarazione del vicepresidente della Commissione SanitĂ  e consigliere regionale di Direzione Italia, Luigi Manca

 

 

Oltre l’86 per cento dei ginecologi pugliesi che lavorano in una struttura pubblica sono obiettori di coscienza. Il medico contrario all’aborto è un medico profondamente convinto del valore della vita e io essendo ginecologo so bene cosa significa, per questo motivo spesso mi chiedo se, poi, alla base della scelta di dichiararsi obiettori ci sia anche un cammino parallelo da cattolico praticante o altro, ma questo sarebbe un altro discorso.

Ho seguito con grande interesse il dibattito che si è sviluppato negli ultimi giorni sull’ospedale romano che ha indetto un concorso per medici non obiettori e francamente mi ha fatto sorridere la motivazione. Ora io mi chiedo: cosa impedisce al concorrente pur di avere il lavoro, di dichiararsi tale e poi di tornare a essere obiettore una volta assunto? Certo non potrebbe essere licenziato! E’ chiaro, quindi che il problema non può essere risolto o comunque affrontato in questo modo e sbaglierebbe la Regione Puglia se pensasse di emulare la Regione Lazio.

L’aborto è sempre una scelta dolorosa per una donna. Nella mia lunga esperienza medica ho individuato le più frequenti cause che spingono a richiederlo: lo chiede la ragazza che non si sente pronta a essere mamma; lo chiede la mamma di una famiglia che pensa di non poter mantenere un altro figlio; lo chiede la donna in attesa di un feto malformato.

Tre approcci diversi all’aborto che richiedono tre attenzioni diverse da parte delle Istituzioni: la ragazza ha bisogno di avere più informazioni per prevenire la gravidanza, la mamma con altri figli di una stabilità economica più concreta e la donna che attende un feto malformato di saper accettare la vita non perfetta.

Cosa serve per davvero? Si attivino politiche sociali utili a venire incontro a queste tre carenze e ci saranno meno aborti e quindi ci sarĂ  meno bisogni di ginecologi che lo praticano.

Ai ragazzi forniamo fin dalla scuola media informazioni utili per poter praticare sesso sicuro (oltre alla gravidanza esistono le malattie); alle famiglie offriamo più servizi all’infanzia, garantiamo asili nido a costi più ragionevoli o gratis, aiutiamo le famiglie numerose con politiche economiche vere insomma; alle donne alle prese con scelte difficili garantiamo supporti psicologici e cammini terapeutici e sociali continui, per cui se poi la mamma decidesse di mettere al mondo un bimbo con problemi fisici la famiglia non si sentirebbe abbandonata a se stessa.

Insomma, il problema dei ginecologi obiettori non va risolto con concorsi ad hoc ma andando a monte del problema: dobbiamo ridurre gli aborti senza togliere nessuna libertà alle donne che vogliono farlo, magari organizzando una mobilità ospedaliera per i ginecologi non obiettori e riconoscendo a questi un’indennità per il maggior carico di lavoro.

 

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ZULLO (DIT): EMILIANO E RENZI? NESSUNA DIFFERENZA, ENTRAMBI DUE CARICHI A CHIACCHIERE

Dichiarazione del presidente del gruppo di Direzione Italia, Ignazio Zullo

 

 

Per noi un politico che si candida per essere il Presidente della Regione e attuare il programma elettorale presentato agli elettori per poi utilizzare la carica conferita dal voto popolare per il proprio carrierismo politico resta un'immane questione morale ma tutto sommato Emiliano faccia tutte le scalate che vuole tanto in Puglia se c’è o non c’è non cambia nulla: le chiacchiere vuote che avevamo continuiamo ad avere e l'assenza di fatti e di concretezza di cui ci ha deliziato permane e sarebbe comunque rimasta.  Del resto è presidente della Regione da un anno e mezzo e stavamo meglio quando stavamo peggio.

 

Però, lo invitiamo solo a essere “onesto”  e a non prendere in giro gli italiani, come ha fatto con i pugliesi durante la campagna elettorale alle regionali. Eviti di andare in giro per l’Italia a raccontare una Puglia nella quale ha sistemato tutto e da assumere come modello da emulare. Magari potessimo confermare le sue chiacchiere ma sono i fatti che lo smentiscono. Una Sanità che brilla per aumenti di tassazione e di super-ticket e non per efficienza e qualità, un’Agricoltura lasciata morire in preda alla Xylella e ai ritardi di approvazione del PSR , una gestione del ciclo dei rifiuti finita nell'emergenza con i nostri rifiuti in viaggio in mezza Italia e i cittadini super tassati, con la crescita frenata dai ritardi nei bandi dei fondi comunitari.

 

Certo Emiliano é abile: ha saputo circondarsi di validi addetti stampa pagati con i soldi dei pugliesi  capaci di allestire palcoscenici mediatici fatti di un mare di chiacchiere in un bicchiere di  concretezza.

Sarebbe auspicabile che come Emiliano a giusta ragione rinfaccia i fallimenti politici a Renzi,  qualche osservatore attento e indipendente possa valutare i fallimenti di Emiliano, Presidente della Puglia.

Tra Emiliano e Renzi non c'è differenza: sono entrambi carichi a chiacchiere sulla pelle dei pugliesi o degli italiani chiamati poi ad essere tassati per ripianare i danni che provocano in una crescente spirale che fa male alla politica e alla vita democratica delle istituzioni poiché le chiacchiere di Renzi e di Emiliano istigano la gente che ormai non ne può più di chiacchiere non seguite da fatti a scadere nella delusione, nell'antipolitica e nella diserzione dalla vita democratica delle istituzioni.

 

 





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