EUTANASIA, MANCA (DIT): LEGGE FINE-VITA, FACCIAMO DECIDERE AGLI
ITALIANI E NON ALLA POLITICA
Dichiarazione del vice presidente Commissione SanitĂ e consigliere
regionale Direzione Italia, Luigi Manca
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La morte
merita rispetto, specie quando siamo di fronte a un suicidio assistito. Proprio
perché la scelta del dj Fabo porta con sé un fardello di dolore e angoscia che
non possono essere alla mercé di una disputa politica, con lo scopo di ottenere
un attimo di visibilità o scagliarsi contro l’avversario.
La scelta
del giovane di andare in Svizzera a lasciarsi morire ci obbliga a una
riflessione: chi decide se è giusto o meno che ci debba essere una legge “fine
vita”? E che senso ha vietarla in Italia se poi basta fare poche centinaia di
chilometri per andare in un Paese che ti consente di farlo? Domande che impongo
una riflessione a 360 gradi e può essere delegata solo a politici, per cui se
c’è una determinata maggioranza la legge si fa mentre se ne esiste un’altra non
si fa.
E allora mi
chiedo e propongo non sarebbe più opportuno che su un tema così importante, che
tocca la sfera privata e incide sulla pelle di chi è bloccato in un letto,
siano i cittadini a esprimersi, magari con un referendum, se sono favorevoli o
meno?
Sia nel caso
del Divorzio che dell’Aborto sono stati gli italiani con la loro saggezza a
definire un nuovo percorso legislativo. Forse è il caso di far decidere di
nuovo a loro.
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Centrodestra,
Fitto (Direzione Italia): Dibattito di queste ore merita attenzione, ma ora
basta proclami confrontiamoci su idee con le primarie
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 "Il dibattito che
si sta sviluppando in queste ultime ore nel centrodestra merita attenzione,
perché indubbiamente è ricco di contributi utili e preziosi per dar vita a una
coalizione che deve essere in grado di recuperare il voto di quegli elettori
che ci hanno voltato le spalle disertando le urne". Così Raffaele Fitto,
leader di Direzione Italia. "Ma se davvero si ha la volontĂ di stare
insieme, non basta dirlo! Bisogna farlo e non con facili proclami o spot alla
ricerca di titoli. Cominciamo a fare chiarezza su quale legge elettorale
vogliamo. Noi crediamo che per dare stabilitĂ al Paese occorra ragionare su un
modello maggioritario. Con quali programmi alternativi al centrosinistra ci
presentiamo per tornare a vincere? Confrontiamoci sulle idee - concludeÂ
Fitto - e facciamolo attraverso le primarie che sono l’unico strumento perché
non sia il solito “tavolo” a decidere per tutti, ma siano i cittadini a
scegliere dal basso le proposte e chi le deve rappresentare a nome di tutto il
centrodestra".
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Agricoltura,
Altieri (Dit): "Norme anti-caporalato non penalizzino aziende oneste,
Ministro intervenga"
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"L'agricoltura
al Sud nel 2016 è cresciuta del +7,3 per cento, l'occupazione giovanile in
questo settore sale del 9%, gli investimenti del 9,6%, l'export del 3,6. Il
lavoro degli imprenditori agricoli fa da traino a una stentata ripresa nel
Mezzogiorno, mentre in Italia tutto è in deficit. Il Governo, dunque, sostenga
il circolo virtuoso che si è innescato nel settore agricolo, non lo ostacoli o
sfiduci con nuovi, costosi e pesanti adempimenti burocratici. Sarebbe ingiusto
e folle. Bisogna sostenere chi sta lavorando e non colpirlo". Lo dichiara il deputato
Nuccio Altieri di Direzione Italia di Fitto.
"Proprio
in quest'ottica - prosegue Altieri - nelle scorse settimane ho chiesto al
ministro Martina, con un ordine del giorno accolto dal Governo, di intervenire
sulla legge sul caporalato nelle parti in cui si scarica in maniera generalista
il contrasto dei criminali sulle spalle dei soliti onesti lavoratori. Dalle
norme previste, infatti, è forte il rischio di confusione tra condizione di
sfruttamento e semplice inadempimento amministrativo, situazione che esporrebbe
anche aziende sane a problemi di natura penale, legati unicamente alla selva
normativa, spesso impossibile da applicare. Gli sfruttatori vanno arrestati
come delinquenti, ma non si può generalizzare e criminalizzare un intero
settore importante e prospero qual è l'agricoltura. Di fronte a questo scenario
mi auguro che il Governo e il ministro diano seguito all'impegno assunto con il
mio ordine del giorno e raccolgano  il forte grido di allarme che proviene
dall'intera categoria per sanare quanto prima questo vulnus e riportare
serenità tra gli imprenditori. L'agricoltura non può morire di cieca
burocrazia. Gli imprenditori agricoli vanno ascoltati e rispettati ne hanno
diritto. Per il bene del Paese".
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