da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L’Abbate
Â
AGRICOLTURA: IL GOVERNO NON INTENDE
ADOTTARE UNA SOLUZIONE PER LA QUESTIONE ENFITEUSI
Â
Il
sottosegretario Castiglione risponde all’interrogazione del deputato pugliese
L’Abbate (M5S) chiarendo come stabilire i canoni enfiteutici ed il capitale di
affrancazione ma evitando di fornire risposte sulle necessarie modifiche
normative
Â
Dopo un anno di attesa, la raccolta di centinaia di firme
degli agricoltori brindisini e le pressioni parlamentari, è finalmente
giunta la tanto attesa risposta da parte del Governo all’interrogazione sulla “questione
enfiteusi” che imperversa nelle campagne pugliesi, presentata dal deputato
Giuseppe L’Abbate (M5S). A rispondere il sottosegretario alle Politiche
Agricole Giuseppe Castiglione, dopo che l’altra settimana il viceministro
all’Economia Luigi Casero, con sgarbo istituzionale, fece mancare la sua
presenza in Commissione Agricoltura alla Camera. Sentiti gli Uffici dell’Amministrazione
finanziaria, l’Esecutivo Gentiloni ha affermato che l’Agenzia delle Entrate,
di concerto con il Ministero dell’Interno e a fronte del coinvolgimento del
Consiglio di Stato, che sulla questione ha emanato anche un parere (n.
1278/2014), ha diffuso una ulteriore direttiva interna nell’ottobre 2014 con
nuovi criteri di determinazione dei canoni enfiteutici e del capitale di
affrancazione dei beni immobili dello statale FEC (Fondo Edifici di Culto).
Â
“In sostanza – ha dichiarato il sottosegretario
Giuseppe Castiglione – dall’analisi del complesso quadro normativo e
giurisprudenziale consolidatosi in materia nel corso di questi anni, e
sensibilmente inciso da numerose pronunce della Corte Costituzionale, sono
stati adottati i principi e i criteri di immediata applicazione deducibili da
tali pronunce, validi per tutte le tipologie di enfiteusi. In particolare –
ha continuato l’esponente del Governo – in assenza di puntuali
disposizioni legislative, in coerenza con la giurisprudenza del Consiglio di
Stato, la base di partenza deve riferirsi al valore di esproprio, il quale,
attualmente, corrisponde al valore di mercato. Tale valore è suscettibile di
oscillazioni in relazione alle contingenze del mercato immobiliare. In linea
con la tendenza della legislazione volta a favorire l’enfiteuta – ha
concluso Castiglione – si è quindi pervenuti all’orientamento, anch’esso
condiviso dal Consiglio di Stato, di scegliere in via cautelativa il valore
corrispondente all’estremo inferiore di detto intervallo”.
Â
“In buona sostanza, il Governo Gentiloni pur ammettendo
che vige l’assenza di puntuali disposizioni legislative – commenta il
deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S) – non ha risposto alla nostra
esplicita richiesta di come intenda intervenire normativamente. Ci è sembrato
un voler raggirare il problema dinanzi alla nostra interrogazione in cui
ribadivamo tutta la vetustà e l’anacronismo dell’applicazione dei canoni
enfiteutici. L’Esecutivo ha dimostrato, ancora una volta, di non voler neppur
prendere in considerazione (figuriamoci adoperarsi) la tanto attesa riforma
organica del Diritto agrario. Dal canto nostro saremo accanto agli agricoltori
– conclude L’Abbate – e continueremo a sostenerli in questa
battaglia”.
Il deputato L'Abbate consegna le firme al sottosegretario Castiglione
Â
Â
******************************************
Â
Â
Â
da Giovanni
Vianello
Collaboratore del
cittadino portavoce Diego De Lorenzis
Â
Â
Chiusura ILVA:
Lorenzin risponde in Parlamento.
De Lorenzis (M5S):
Diritto alla salute calpestato!
Â
Il 24 febbraio 2017 il Ministro Beatrice Lorenzin risponderĂ ad
una interpellanza urgente in parlamento. Il 27 settembre 2016 il sindaco di
Taranto ha inviato una lettera al Ministro della Salute, chiedendo di sapere
se, attraverso i propri organismi scientifici di controllo, l'Ilva allo stato
attuale possa continuare a produrre e se questa produzione – in mancanza delle
prescrizioni relative alla autorizzazione integrata ambientale – sia dannosa
per la salute dei cittadini e, conseguentemente, quali iniziative
possano/debbano essere assunte in sede locale.
Â
Da allora non si è saputo più nulla, per questo il M5S ha
presentato una interpellanza urgente al Ministro Lorenzin che risponderĂ se
abbia risposto alla lettera del sindaco di Taranto e in caso affermativo, in
che modo ed inoltre il M5S chiede alla Lorenzin se intenda chiarire in quale
caso il sindaco di Taranto possa emanare un'ordinanza per la chiusura dello
stabilimento dell'Ilva a tutela della salute pubblica.
Â
In merito interviene Diego De Lorenzis, deputato pugliese del
M5S in Commissione Commissione Trasporti, Poste
e Telecomunicazioni alla Camera e primo firmatario dell’interpellanza.
Â
“12 Decreti Salva Ilva” - dichiara De Lorenzis - “dimostrano
che il Governo ha tenuto piĂą alla produzione di acciaio che alla salute dei
cittadini e dei lavoratori. La scusa adottata dal Governo per questo
disumano comportamento è il ricatto occupazionale. Adesso Ilva ha chiesto la
cassa integrazione per 5 mila lavoratori a dimostrazione che la strada
intrapresa da tutti i partiti e da tutti i Governi è sbagliata e che a Taranto
non è stato mai garantito il diritto alla salute tantomeno quello al lavoro. Taranto
ha bisogno di una riconversione economica per creare posti di lavoro nel
rispetto di ambiente e salute.”
Â
“Il silenzio del Ministro della salute è un gesto
insopportabile. La salute dei cittadini è gravemente compromessa: il
Ministro” - conclude De Lorenzis - “si mostrerà all’altezza di tutelare
la vita umana o come gli struzzi continuerĂ a far finta di nulla davanti alle
tante malattie e alla morte di tanti cittadini?”
Â