da Giovanni
Vianello
Collaboratore del
cittadino portavoce Diego De Lorenzis
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Ciclovia Acquedotto
Pugliese
De Lorenzis (M5S):
Risultati inesistenti, Delrio incapace!
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Con la Legge di Stabilità 2016 il Parlamento ha stanziato 91
milioni di euro per le Ciclovie turistiche e grazie ad un emendamento proposto
anche da Diego De Lorenzis (M5S), anche la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese è
stata inserita tra i soggetti beneficiari. Ad oltre un anno di distanza
interviene nuovamente sull’argomento il deputato pugliese Diego De Lorenzis,
membro del M5S in Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazione alla Camera.
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“Delrio ha perso solo tempo ma non lo paghiamo per scaldare
la poltrona!â€- dichiara il deputato - “Dopo oltre un anno dallo
stanziamento dei fondi in Parlamento, a Dicembre 2015, la Ciclovia
dell’Acquedotto Pugliese resta un miraggio per incapacità dei Ministri Delrio e
Franceschini. I Ministri di questo Governo sono ridicoli: la loro
incoerenza supera ogni limite! Si riempiono la bocca sull’importanza del
turismo e della mobilità sostenibile, ma nella realtà non sono in grado di
realizzare neanche le Ciclovie turistiche nazionali con 91 milioni di euro
stanziati dal Parlamento. Quando invece gli argomenti sono Expo, Mose, Ilva,
Tap, Tempa Rossa, TAV, i politici di professione sono prontissimi ad
autorizzare e inaugurare immediatamente ogni cantiere con commissari e
interventi straordinari, e sarà un caso se nelle grandi opere inutili c’è
spazio per corruzione e malaffare e anche qualche favore agli amici degli amici!â€
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“Il Governo ostacola apertamente tante altre proposte di
legge†- aggiunge De Lorenzis - “utili per rilanciare il turismo
sostenibile e la mobilità dolce che vengono insabbiate in Parlamento: la legge
quadro sulla mobilità ciclistica, quella sulle “greenways†cioè alla rete
nazionale della mobilità dolce, la riforma del codice della strada e quella
sulle ferrovie turistiche sono arenate per colpa del PD! Proposte che
spesso vengono pure proprio dal Partito Democratico e che dopo 4 anni di
legislatura sono ancora ferme in Parlamento per carenza di reale volontà di
dare al Paese strumenti indispensabili e urgenti per migliorare la qualità di
vita e il benessere dei propri cittadini!â€
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“Ancora una volta il PD blocca il turismo e la mobilità sostenibile
che viene proposta dal basso: i cittadini esigono un cambiamento reale nelle
priorità dell’agenda delle istituzioni potendo incidere e controllare
direttamente. La mobilità dolce e il turismo sostenibile sono la chiave di
volta per creare una nuova economia sostenibile per l’Italia, lontana dal
modello ottocentesco di sviluppo economico e di potere baronale che tutti i
partiti hanno interessi a mantenere. Abbiamo una grande occasione da non
perdere: riconvertire l’economia creando nuova occupazione ma per farlo†-
conclude De Lorenzis - “dobbiamo andare ad elezioni subito e liberarci di
chi vuole scaldare solo una poltrona!â€
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da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L’Abbate
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IPPICA:
ANCORA UN RINVIO PER LA RIFORMA DEL SETTORE
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Il rilancio del settore ippico può
attendere secondo il Governo Gentiloni che sposta, con il decreto Milleproroghe,
di ulteriori sei mesi, sino ad aprile 2018, il termine ultimo per la delega
prevista dal Collegato Agricolo
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Il decreto
Milleproroghe approda alla Camera blindato come previsto, nonostante
l’imperante protesta dei tassisti e degli ambulanti dinanzi Montecitorio. Tra
le disposizioni volute dal Governo Gentiloni e dalla maggioranza del Partito
Democratico anche lo slittamento del termine ultimo per la tanto agognata
riforma del settore ippico. Con l’approvazione definitiva del
provvedimento, infatti, l’esercizio della delega legislativa disposta all’art.
15, comma 1 del cosiddetto Collegato Agricolo (legge 28 luglio 2016, n.
154) finalizzata alla razionalizzazione e al contenimento della spesa pubblica,
relativa al riordino degli enti, società e agenzie vigilati dal Ministero delle
politiche agricole alimentari e forestali, per il riassetto del settore ippico
e per il riordino dell’assistenza tecnica agli allevatori e la revisione della
disciplina della riproduzione animale avverrà entro diciotto mesi (anziché
dodici come attualmente previsto) dall’entrata in vigore della medesima legge
avvenuta il 25 agosto 2016.
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“Sono
trascorsi quasi tre anni da quando il ministro Maurizio Martina scippò al
Parlamento la discussione annunciando che avrebbe dato corso alla riforma del
settore ippico come previsto dalla delega fiscale. Alla Camera il comitato
ristretto giunse ad un testo unificato tra le cinque proposte di legge sino ad
allora depositate, ovvero quelle Russo, Faenzi, Lattuca, Catania e la mia –
dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione
Agricoltura e primo firmatario della proposta di legge “Istituzione della
Consulta tecnica per la promozione del settore ippico†– Un percorso
miseramente fallito nel giugno 2015 alla scadenza dei 15 mesi di tempo previsti
dalla delega fiscale perché il Governo, a suo dire, era troppo impegnato con la
riduzione dei debiti e dei costi. Oggi, l’ulteriore beffa per il comparto che
vede protrarsi sino ad aprile 2018 il termine ultimo previsto per il tanto agognato
rinnovamento. La situazione di grave sofferenza economica si trascina oramai da
anni – prosegue Giuseppe L’Abbate (M5S) – e sembra portata avanti
scientemente dai partiti per affossare un settore, nonché tutto il suo indotto,
un tempo florido e sano. A causa di scellerate politiche di payout sulle scommesse
che da sempre sono riuscite ad autoalimentare l’intero comparto (dagli
agricoltori, ai produttori di mangini, ai maniscalchi, ai gestori di ippodromi,
agli allevatori, etc..) nonché per
colpa di una politica inerme dinanzi ad un intero comparto che
andava rivisto e riproiettato nel terzo millennio, l’Ippica ha subito un lento
drastico declino che sembra, ogni giorno di più, inesorabile. Questo Governo,
al pari di quello Renzi – conclude il deputato 5 Stelle – continua
nel prendere in giro tutti gli operatori ippici, togliendo loro un futuro. Se
il Movimento 5 Stelle fosse stato al Governo, la partita si sarebbe già chiusa
da anni e oggi staremmo a parlare di come affinare ulteriormente le misure per
rendere ancor più ottimale il rilancio piuttosto che dell’ennesimo scandaloso
rinvioâ€.
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PIERNICOLA
PEDICINI - Eurodeputato del M5S
Membro della
Commissione ambiente e sanitÃ
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Ufficio comunicazione - 21 febbraio 2017
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RITARDI DEI PAGAMENTI DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE, LA UE PRONTA A DEFERIRE L'ITALIA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA
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Nonostante le false promesse fatte da
Renzi, quando tre anni fa andò a Palazzo Chigi, continuano i colpevoli ritardi
della pubblica amministrazione nel pagare le spettanze economiche alle imprese
italiane.
A confermare la gravità della situazione è
una nota della Commissione europea con cui è stato annunciato che se, entro
aprile prossimo, il governo Gentiloni non adotterà le misure necessarie per
porre rimedio al problema la Ue potrà decidere di deferire l'Italia alla Corte
di giustizia europea. Con un debito nei confronti dei propri fornitori stimato
in 65 miliardi di euro, 34 dei quali dovuti ai ritardi di pagamento accumulati
in questi anni, la pubblica amministrazione italiana rimane la peggiore
pagatrice d’Europa.
Questo ennesimo intervento dell'Europa
potrebbe portare il nostro Paese a subire una sanzione della Ue per colpa di
un’Amministrazione disorganizzata e scorretta che paga con il contagocce per
poter far fronte ai propri problemi di finanza e di cattiva gestione.
La Commissione europea chiede all'Italia di
garantire la corretta applicazione della direttiva sui ritardi dei pagamenti
(direttiva 2011/7/Ue) e prevenire le perdite per le aziende, in particolare le
piccole e medie imprese (pmi). I ritardi di pagamento producono effetti
negativi sulle imprese e incidono sulla loro liquidità e sul flusso di cassa,
complicando la loro gestione finanziaria e impedendo loro di crescere. Quando i
termini di pagamento non sono rispettati, a norma della direttiva le imprese
hanno diritto ad un equo risarcimento. Per interrompere la consuetudine di
pagare in ritardo, le pubbliche amministrazioni possono svolgere un ruolo
particolarmente importante fornendo l'esempio e pagando i loro fornitori
tempestivamente e in modo trasparente.
I provvedimenti della Commissione, oltre
all'Italia, potrebbero colpire, per gli stessi motivi, anche la Grecia, la
Slovacchia e la Spagna.
Va evidenziato che da gennaio 2013 la legge
stabilisce che il pubblico debba pagare entro 30 giorni, salvo non sia
un’azienda sanitaria che allora lo può fare entro 60, queste disposizioni però
continuano a essere spesso disattese, con ricadute molto pesanti soprattutto
per le piccole imprese che dispongono di un potere negoziale molto limitato nei
confronti degli enti pubblici. Secondo una ricerca, la pubblica amministrazione
italiana impiega mediamente 131 giorni per saldare quanto dovuto.
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Ufficio comunicazione - Cellulare
3920460174
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PIERNICOLA PEDICINI - Eurodeputato del M5S
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da
Vito Galluzzi
Assistente
Parlamentare del Deputato Scagliusi Emanuele
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TRASPORTI: NESSUN LIMITE
AI PASSAPORTI PER IL PERSONALE DI VOLO
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Il deputato
pugliese Emanuele Scagliusi (M5S) presenta una proposta di legge per eliminare
il limite di passaporti per comandanti, piloti e assistenti di volo.
L’obiettivo è garantire al personale di volo italiano gli stessi diritti dei
colleghi europei
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I piloti e
gli assistenti di volo hanno spesso necessità di viaggiare per motivi di
servizio da e verso Paesi tra di loro incompatibili, come per esempio Israele e
Arabia Saudita. Non sempre, però, riescono a recarsi presso la Questura di
residenza in tempo utile per “commutare†il passaporto. E, come se non
bastasse, la durata continua della turnazione lavorativa rende impossibile una pianificazione
dei visti presenti sul passaporto, o della compatibilità con il Paese di
scalo del passaporto detenuto al momento della partenza. Cavilli nostrani
che pongono la categoria del personale navigante italiano in una situazione di
svantaggio rispetto ai loro omologhi colleghi europei. Per rimediare a questa
anomalia, il deputato pugliese Emanuele Scagliusi (M5S) ha presentato una
proposta di legge che potrà conferire anche maggiori possibilità di impiego
al personale di volo italiano.
“Considerando la
situazione generale di crisi in cui versa il settore aeronautico – dichiara il parlamentare pugliese
Emanuele Scagliusi, membro della Commissione Affari Esteri e Comunitari alla
Camera dei Deputati – il
personale di bordo di cittadinanza italiana è ulteriormente penalizzato in
quanto, a differenza dei colleghi europei, non può richiedere più passaporti,
vedendosi così costretto, in alcuni casi, a rifiutare proposte di lavoroâ€.
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Il decreto
303/33 del 2010, che integra la legge 1185 del 1967, disciplina i casi
speciali ma pone il limite al rilascio di un solo secondo passaporto.
Tuttavia, l’articolo 9 della stessa legge già prevede speciali disposizioni
nell’interesse generale del lavoro italiano all’estero e per la tutela dei
lavoratori.
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“Secondo
gli uffici competenti in materia di rilascio passaporti al Ministero dell’Interno
e al Ministero degli Affari Esteri la questione del rilascio e della detenzione
contemporanea di tre o più passaporti è solo un problema tecnico di procedura e
non un problema legislativo – prosegue Emanuele Scagliusi (M5S) – Per questo, ho depositato una
proposta di legge che non prevede alcuna limitazione al numero dei passaporti e
non indica alcun limite di detenzione contemporanea dei passaporti per il personale
di volo: comandanti, piloti e assistenti di volo. Sono
convinto che questa proposta possa presto trovare il parere favorevole degli
altri gruppi parlamentari visto che non prevede alcun costo aggiunto e visto
che si tratta di una proposta di buon senso che da un lato aumenta le
possibilità di lavoro per cittadini italiani e, dall’altro – conclude il
deputato pugliese – non va ad intaccare la sicurezza del nostro Paeseâ€.
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da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L’Abbate
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PUGLIA:
IL M5S CHIEDE AL GOVERNO DI IMPUGNARE LA LEGGE REGIONALE SUI CONSORZI DI
BONIFICA
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Interrogazione parlamentare del
deputato L’Abbate (M5S) che ravvisa profili di incostituzionalità , ai sensi
degli articoli 117 e 118, della legge regionale 1/2017. All’Esecutivo di
Gentiloni l’ultima decisione
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Il 6
febbraio scorso, con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Puglia, è
entrata in vigore la legge regionale n. 1 “Norme straordinarie in materia di
consorzi di bonifica commissariati†con cui la Giunta Emiliano intende
procedere al risanamento dei Consorzi, attraverso un processo riorganizzativo
finalizzato all’autogoverno delle funzioni, a completamento del percorso di
riforma precedentemente avviato. L’iter prevede che, a far data dal 1°
dicembre 2018, la Sezione Irrigazione ed acquedotti rurali del Consorzio di
bonifica Centro-Sud Puglia cesserà le sue funzioni e transiterà , unitamente
al personale dipendente afferente, in Acquedotto Pugliese S.p.A., che
provvederà all’assunzione con modalità organizzativa compatibile con la
legislazione vigente e il suo Statuto, senza necessità di ulteriore atto
legislativo o amministrativo. In pratica, ad Aqp andranno le funzioni in
materia di “gestione, ammodernamento, realizzazione e manutenzione di opere
pubbliche di accumulo, derivazione, adduzione circolazione e distribuzione
relative agli acquedotti rurali ed ai sistemi irrigui, nonché delle opere per
il recupero delle acque per fini irrigui agricoli, ad esclusione deli impianti
di affinamento delle acque reflue urbaneâ€. Alla Sezione Gestione irrigue
ed acquedotti rurali andranno anche le funzioni amministrative e di
controllo sui pozzi, oggi delle Province.
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“La
normativa regionale, però, a nostro parere violerebbe gli articoli 117 e 118
della Costituzione – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate
(M5S) – poiché vi è una stretta connessione finalistica tra l’attivitÃ
di bonifica integrale e la tutela del territorio e dell’ambiente. Da un lato,
infatti, la ‘tutela dell’ambiente e dell’ecosistema’ costituisce espressione
della potestà legislativa esclusiva dello Stato e, dunque, lo Stato può
delegare le sole funzioni amministrative e non già quelle legislative. Inoltre –
prosegue L’Abbate – anche se l’attività di bonifica vada
considerata riferibile alla materia del ‘governo del territorio’, per la quale
la Regione ha potestà legislativa concorrente, la legge regionale in questione
si pone in contrasto con i principi fondamentali, ricavabili in materia dalla
legislazione statale. Per questo – conclude il deputato 5 Stelle – ho
presentato una interrogazione parlamentare indirizzata alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri nonché al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e al
ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina per chiedere di valutare di
impugnare, ai sensi dell’art. 127 della Costituzione, la legge della Regione
Puglia n. 1 del 2017â€.
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“I
consorzi, come gli ospedali – aggiunge il consigliere regionale Marco
Galante (M5S) – sono stati lottizzati dalla politica, che scientemente
hanno fatto fallire. Così sono giustificati nel passaggio di questi beni
pubblici ai privati, come nella svendita dell’irrigazione della nostra Regione
all’Acquedotto Puglieseâ€.
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da rocca5stelle@gmail.com>
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Istanza
meetup Roccaforzata 5 stelle: compost e risparmio
comunicato stampa TARI E COMPOST
compost e risparmio
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