Al Premio Taras Pax si parla dei CPIA
sabato 31 dicembre 2016
da Vito Piepoli
Il premio Taras Pax 2016 “Pubblica Amministrazione” va a Patrizia Capobianco, dirigente scolastico del CPIA di Taranto e dirigente reggente della Scuola Secondaria di primo grado “Alessandro Volta” di Taranto. Per quanto costruito negli ultimi due anni quale dirigente del CPIA di Taranto, il primo Centro Provinciale Istruzione Adulti, organizzando importanti corsi di istruzione e di formazione a favore di centinaia di persone che non avevano avuto dalla vita questa importante opportunità, senza distinzione di estrazione sociale ed etnia. Per averlo fatto a favore degli italiani operando nei nostri quartieri e località nei quali è più presente il disagio e la povertà, quelli con il più basso indice di istruzione e dove l’indice di abbandono scolastico è altissimo, e per averlo fatto parimenti a favore dei nostri fratelli migranti ospiti dei centri di prima accoglienza e a favore dei rifugiati politici ospiti dei centri SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). Patrizia Capobianco ha organizzato corsi di lingua italiana per stranieri, certificando i livelli A2, e ha organizzato test di lingua italiana e formazione civica in collaborazione con la Prefettura per il rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo. Quando necessario ha organizzato corsi anche all’interno delle comunità. Così facendo ha realizzato sul territorio tarantino una innovativa e concreta esperienza in cui si coniugano quotidianamente la domanda di istruzione e il bisogno di integrazione. Nel ringraziare pubblicamente per aver ricevuto il premio, Patrizia Capobianco ha riferito che il CPIA è una scuola pubblica, è una scuola del Ministero, nata in modo sperimentale in Puglia insieme ad otto regioni italiane nel 2014, “quindi diciamo che siamo stati un po’ i precursori” sono le sue parole. In Puglia ci sono 7 CPIA, 5 nella sperimentazione, dall’anno scolastico 2015-16. Si tratta di una scuola del bisogno, per tutti coloro che non sono potuti andare a scuola. Nessuno è un disperso, nessun bambino non vuole andare a scuola, se la scuola crea dispersione è perché c’è stato un impedimento all’interno dei problemi delle famiglie per qualche evento, ma la scuola è per tutti e di tutti. “Io quest’anno ho anche il pregio di essere dirigente di una scuola di bambini, sono reggente della scuola Volta, quindi immaginate questo mio dividermi. La scuola degli adulti in particolare la nostra scuola è al 90% di stranieri, di ragazzi migranti, che non hanno la famiglia, che però hanno i centri di accoglienza, hanno le figure di riferimento all’interno dello SPRAR, fondamentale per loro, sono i punti di riferimento, noi siamo la fuga dalla quotidianità, la scuola per loro rappresenta tutto, quello che non hanno mai potuto avere. Noi abbiamo ragazzi che non hanno mai utilizzato la penna, abbiamo ingegneri, abbiamo una disparità di persone, di possibilità, però con una voglia di studiare. Sono emozionata solo a vederli perché loro ci insegnano tante cose, ad amare i banchi di scuola, sono un esempio di dedizione allo studio ed al lavoro, alla voglia di riscatto” ha riferito la Capobianco. Ha poi fatto notare che la scuola si estende da Avetrana a Manduria e non c’è una sede fisica ma si fa scuola nella scuola degli altri. Il CPIA si caratterizza per logistica e per un tempo scuola diverso. È una scuola di “relazione” dove cioè si entra in relazione con gli altri per poter avere degli spazi crescenti. Nel 2014 gli iscritti erano 200 con 34 docenti e 8 amministrativi. Oggi sono 1534 con 844 in alfabetizzazione, ragazzi stranieri e circa 260 devono prendere il titolo dell’ex scuola media, che oggi si chiama primo periodo didattico di primo livello. C’è anche il biennio della scuola superiore fino a portare i ragazzi al diploma, perché l’obiettivo finale è quello di diplomare gli adulti che non hanno potuto prendere il titolo di studio. “Nei giorni precedenti il Natale, sono corsa dalla scuola dei bambini a quella degli adulti, ma i ragazzi migranti, mi hanno fatto trovare la letterina del Natale, con i brillantini come quella di una volta, con scritto tutti gli auguri da tutti i ragazzi dei vari hotel o centri dove loro sono ospiti” - ha concluso emozionatissima Patrizia Capobianco. Il Premio “Taras Pax”, alla sua 5° edizione, propone esempi di persone che nel loro quotidiano, pur senza compiere “atti eroici” o iniziative degne di finire sulle prime pagine dei giornali, sono testimonianza concreta di valori, come la tolleranza e l’accoglienza, che poi realizzano nella società la vera integrazione e inclusione. È stato organizzato dalla Caritas Diocesana di Taranto in collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale “Rinnovamento & Partecipazione” e l’Associazione Amici della Musica “Arcangelo Speranza”. È stato premiato anche don Gaetano Borsci per la categoria “Ecclesia”, Antonello Papalia, priore della Arciconfraternita “Maria Santissima del Carmine” per la categoria “Società Civile”, e il famoso tenore Luca Canonici per la categoria “Artisti per la Pace”. Salvatore Perillo, presidente dell’APS Rinnovamento & Partecipazione, ha spiegato che “il Premio Taras Pax è nato da un idea di don Gaetano Borsci, direttore della Caritas Diocesana di Taranto e presidente della Comunità Airone, come strumento di diffusione dei risultati del progetto Motus Animi che, finanziato dal Ministero degli Interni - Servizio Centrale del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, da oltre sei anni vede lavorare in sinergia l’Amministrazione Comunale di Massafra, la Caritas Diocesana di Taranto attraverso l’Associazione Un Mondo di Colori e l’A.P.S. Rinnovamento & Partecipazione.
Da Sx Borsci Capobianco Canonici Papalia e Perillo
Patrizia Capobianco a destra
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Vito Piepoli giornalista tess. n. 99479 cell. 3472293761
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