Approvato
alla Camera il decreto per unâorigine chiara del latte in etichetta. LâAbbate
(M5S): âil prossimo passo è unâetichettatura sul grano per la pasta e i
farinacei, come da un nostro ordine del giorno approvato a Montecitorioâ
Una garanzia per i
consumatori e per il Made in Italy arrivata in ritardo e che va subito estesa a
tutti i prodotti agroalimentari venduti sul mercato italiano. Ă l'indicazione
dellâorigine del latte in etichetta che viene inserita con lo schema di decreto, approvato
in Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati. Scompariranno, almeno per
il mercato nazionale, quei formaggi spacciati per âmade in Italyâ ma prodotti
con latte estero, spesso di dubbia provenienza, a tutto vantaggio degli
allevatori e delle produzioni del bel paese.
âSolo qualche
mese fa abbiamo proposto queste stesse misure in un emendamento alla proposta
di legge anti contraffazione durante la discussione in Aula a Montecitorio
â commenta il deputato pugliese Giuseppe LâAbbate, capogruppo M5S in
Commissione Agricoltura â ma sono state bocciate dalla maggioranza di
Governo con la motivazione che è lâUnione Europea a decidere in materia di
etichetta alimentare. Eppure giĂ all'epoca abbiamo ricordato allâEsecutivo che la Francia, invece, era giĂ riuscita a farsi valere in
Europa imponendo l'indicazione
di origine sui prodotti lattiero caseari. Cosa è cambiato da allora?â.
Il prossimo
obiettivo, auspicato dai 5 Stelle, è il grano affinchÊ il consumatore possa
poter scegliere tra la pasta che riporta in etichetta â100% grano italianoâ
e quella realizzata con miscele che usano varietĂ importate. âUna proposta
giĂ portata in Parlamento con un nostro ordine del giorno e che aspetta ancora
di essere concretizzata â conclude LâAbbate (M5S) â secondo
quanto annunciato proprio dal Ministero delle Politiche Agricoleâ.
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Il
deputato pugliese 5 Stelle torna ad interrogare i ministeri sullâopportunitĂ
della cosiddetta âprivatizzazioneâ dellâente fieristico da parte della Camera
di Commercio di Bari con Fiera Bologna, alla luce della nuova normativa in
materia
Dopo piĂš di diciotto
mesi di attesa, sembra finalmente essere giunta a conclusione lâoperazione
messa in piedi dalla Camera di Commercio di Bari per la cosiddetta
âprivatizzazioneâ della Fiera del Levante, in collaborazione con Bologna Fiere.
La newco che dovrebbe gestire lo storico ente fieristico pugliese, a partire
dal 1° gennaio 2017, sarà composta al 15% dal partner emiliano e dal 75% dalla
CCIAA di Bari. Lâintesa tecnica pare essere stata raggiunta e si attendono
ora le firme conclusive per definire lâoperazione, proprio in concomitanza con la
nuova normativa sulla riforma delle Camere di Commercio e sulle partecipate
pubbliche che entrerĂ in vigore lunedĂŹ 12 dicembre.
âAbbiamo atteso
oltre un anno e mezzo e, ora, tutto pare che debba concludersi in fretta.
Ancora non si è compreso quale piano sâintenda mettere in atto per il futuro
della Caravella o se il procedimento in corso sia in linea con le normative
nazionali previste sia per le camere di commercio sia per le societĂ a
partecipazione pubblica â dichiara il deputato pugliese Giuseppe
LâAbbate (M5S) â Su questa operazione avevamo chiesto lumi al Governo
Renzi giĂ nellâautunno 2015, senza ovviamente ricevere risposta nonostante i
numerosi solleciti. Oggi, alla luce dellâimminente entrata in vigore della
riforma Madia nonchĂŠ del parere del collegio dei revisori dei conti della
Camera di Commercio di Bari, chiediamo â continua LâAbbate â ai
ministeri della Funzione Pubblica, dello Sviluppo economico e dellâEconomia se
siano a conoscenza dellâevoluzioni intervenute sulla cosiddetta
âprivatizzazioneâ della Fiera del Levante e se non ritengano opportuno avviare
unâanalisi, in conformitĂ con le nuove disposizioni in materiaâ.
Nella delibera di
costituzione della Newco Nuova Fiera del Levante Srl numero 100 del 6 dicembre
2016 della Camera di Commercio si riporta, infatti, che âCon nota
acquisita al protocollo camerale n. 53958 del 28.11.2016, il Collegio di
Revisori dei Conti ha trasmesso, in allegato al verbale n. 6, il parere di
propria competenza che è stato espresso in termini favorevoli allâadesione
della Camera di Commercio di Bari alla costituenda societĂ âNEWCO Nuova Fiera
del Levante s.r.l.â facendo riferimento alla normativa attualmente vigente e
sottolineando la necessitĂ di procedere a tutte le necessarie modifiche
sostanziali e procedurali che si dovessero rendere necessarie per effetto
dellâentrata in vigore del decreto legislativo n. 219 del 25.11.2016,
concernente la riforma del sistema camerale in attuazione dellâart. 10 della
legge n. 124 del 25.08.2015â. Un nullaosta interno, quindi, sotteso a
quello ministeriale, come previsto dalla riforma Madia.
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Nuovo
bando per i GAL, dopo lâimpugnativa di Monopoli e Modugno causata dagli errori
della Regione Puglia. Per il deputato LâAbbate (M5S), si perderanno 6/8 mesi e
a pagarne lo scotto saranno sempre gli agricoltori. Bocciatura anche sul PSR
2007-2013 per lâItalia
Dalla gestione Vendola
a quella di Emiliano, la Regione Puglia raccoglie solo insuccessi sui fondi
europei dedicati al comparto primario. Prima il mancato accoglimento da
parte di Bruxelles della nuova programmazione PAC a maggio 2015, ora lâAnci
che convince saggiamente lâAssessore Di Gioia a ripubblicare i bandi sui GAL
(Gruppi di Azione Locale), dopo lâimpugnativa di Monopoli e Modugno che
hanno sottolineato alcune errate interpretazioni per la selezione dei Comuni
eleggibili sia per la programmazione agricola FEASR sia per quella relativa
alla pesca del FEAMP, avendo scelto la Puglia una strategia plurifondo.
âNon possiamo che
esprimere soddisfazione per lâaccordo trovato dai Comuni mentre alla gestione
Di Gioia va tutto il nostro disappunto â commenta il deputato pugliese
Giuseppe LâAbbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera â Si
sono dovuti attendere gli esiti dei ricorsi presso il Tribunale Amministrativo
Regionale per convincere la Giunta Emiliano ad una doverosa riflessione sulle
errate interpretazioni eseguite arbitrariamente dalla Puglia. Una decisione
saggia ma certamente sofferta da tutti quei Comuni che avevano iniziato il
proprio percorso con i nuovi GAL, che comporterĂ un ritardo di almeno sei-otto
mesi come avevamo giĂ denunciato in precedenza. Un ritardo â continua
LâAbbate (M5S) â firmato Di Gioia e che peserĂ , necessariamente, sulla
competitivitĂ delle nostre imprese agricole sui mercati globali e nazionaliâ.
Ă notizia di questi
giorni, poi, che la Commissione europea non ha proceduto a liquidare alcuni
conti della vecchia programmazione PSR 2007-2013, pari a circa 2 miliardi di
euro, per ârilevanti erroriâ, con lâItalia piazzatasi al primo posto di
questa deplorevole classifica. âNaturale che si possano verificare
scostamenti tra quanto dichiarato e quanto effettivamente liquidato ma quello
che accade in Italia pare quasi scientifico â commenta LâAbbate (M5S) â
e lâagire delle Giunte Vendola ed Emiliano, purtroppo, lo dimostrano.
Rischiamo di perdere 1 miliardo e 700 milioni per la presenza di problemi e
ritardi nellâattuazione di un piano dâazione finalizzato ad ovviare alle
carenza nei controlli sul rispetto dei criteri di riconoscimento. Insomma,
sbagliamo a non vigilare correttamente sul rispetto delle regole e, poi, nel
non saper predisporre una strategia volta a risolvere i problemi nati proprio
dalla mancata vigilanza. La nostra agricoltura ha bisogno delle risorse
comunitarie per essere competitiva e quelle risorse devono essere utilizzate
tutte e correttamente. Non è piÚ pensabile che per carenze degli organismi
pagatori siano poi gli agricoltori a rimetterci. NÊ è comprensibile finanziare
progetti pur di non perdere risorse sino ad ora non spese â conclude il
deputato 5 Stelle pugliese â Saper spendere nei tempi, finalizzando le risorse
agli obiettivi stabiliti denota capacitĂ , spendere per non perdere risorse
vanifica spesso lâefficacia delle azioniâ.