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Dove va la poesia? Convegno a Roma il 6 dicembre
venerdì 2 dicembre 2016
Di PIERFRANCO BRUNI
Ci chiediamo spesso, senza cedere alle reticenze accademiche, dove va la poesia in un tempo di contraddizioni semantiche? La paosia va dove vanno il linguaggio e le emozioni. Viviamo un linguaggio della separazione tra la tradizione persa e le innovazioni non innovanti. Abitiamo le emozioni ferite che tagliano a pezzi il cuore trafitto dalla vacuità. Manca la pazienza di comprendere la parola. Mancano i sensi incantati per sperare di affidarci al sogno. Siamo immersi tra le macerie e le sconfitte e soffriamo il malessere di epoche. Ma la poesia non va dove va la letteratura. Il vero cataclisma o la verità indissolubile è che la poesia non andrebbe più considerata vome una parte della letteratura. È un canto. Una danza. Una magia. È il sogno che arricchisce il nostro viaggio di sciamani e di erranti. La poesia è un misterioso viaggio. Proprio per questo credo che potrebbe fare a meno sua della critica sia delle analisi intetpretative che spesso uccidono la parola del verso. Oggi non si attraversa un solo percorso poetico. Da Giorgio Caproni a Bob Dylan a Leonard Cohen a Cesare Pavese si scorrono pagine di una poesia che non può restare ferma al solo vocabolario semantico - emozionale. Certo. Dobbiamo aprire una discussione a tutto tondo su un tale argomentare e l'occasione viene offerta dal convegno del Sindacato Libero Scrittori che di svolgerà a Roma il prossimo 6 dicembre.
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