La Puglia e il Sud di Pierfranco Bruni come modello etno – antropologico
giovedì 22 settembre 2016
di Miriam Katiaka
Pierfranco Bruni: “Le civiltà e i popoli sono etnie da ricontestualizzare e interpretare come elementi metafisici e storici”.
di Miriam Katiaka
Le Minoranze linguistiche e il valore etno – antropologico nella Ricerca di Pierfranco Bruni, Responsabile Progetto Etnie del MIBACT, hanno trovato una originale chiave di lettura che spazia tra le etnie definite tali, come contesto storico, e le problematiche demoantropologiche che interessano tutto il territorio nazionale. Quella che è stata Magna Grecia e poi Regno delle Due Sicilia, e ancora Regno di Napoli, ha una rappresentatività antropologica di estremo valore culturale. Pierfranco Bruni, che da oltre venti anni si occupa di queste problematiche con incarichi istituzionali e decine di pubblicazioni, ha sempre sostenuto che: “La cultura dei beni culturali è una etnia storica in cammino, ed essendo tale la civiltà dei popoli si legge nei segni e nei simboli che diventano un linguaggio sia metaforico che simbolico. La Puglia, per fare un esempio, ha delle traiettorie che pongono all’attenzione tre civiltà che hanno la loro radice nel Mediterraneo, nell’Adriatico e strettamente in quella parte di Ionicità che è insieme Mediterraneo e Adriatico. Ovvero mi riferisco, sottolinea ancora, alla Grikanicità, alla Arbrescità, alla Occitanità – provenzale. Sono interessati i territori del Salento (con i Griki) e il territorio dell’Arberia tarantina (con gli Italo – Albanesi) e il territorio foggiano – Dauno con gli Italo – albanesi e i provenzali (si pensi a Faeto)”. Ma ci sono diverse forme di approccio alla antropologia. Proprio in virtù di ciò Bruni che parte dalla letteratura ha parlato sempre di antropologie comparate. In un recente Convegno ha detto: “Le antropologie comparate (ovvero demo – etnie – folklore) sono un bene culturale che si vive nel territorio e il territorio diventa tale attraverso le varie discipline del patrimonio visibile e immaginario,ovvero materiale e immateriale”.
In riferimento alle Etnie del Sud ha precisato: “La Puglia è un esempio da prendere come modello etnico – linguistico – antropologico (riferito alle minoranze storiche) insieme alla Calabria , la quale anch’essa presenta tre percorsi interessanti: gli Arbereshe (sono circa 33 comunità), i Grecanici dell’Aspromonte e i Valdesi – Occitani del Tirreno. Una Magna Grecia che diventa attraversamento tra Ionico e Tirreno. Una fascia geo – etnica in cui le civiltà hanno creato elementi profondi di identità”. Il lavoro di Pierfranco Bruni per il Mibact si articola in diversi studi che pongono all’attenzione la valorizzazione e la conoscenza delle minoranze linguistiche in Italia. Nell’analisi di Bruni, studioso ed esperto tra i maggiori di tale problematica, c’è un raccordo tra i beni culturali e il territorio all’interno di una storia che diventa antropologia. Si mostra altresì con una dimensione didattica, e come esempio pedagogico, sul quale altre realtà non solo italiane si sono basate. Infatti già alcuni anni fa a Strasburgo, Istituto Italiano di Cultura, dove è stata organizzata una Mostra sulle Etnie Arbereshe curata da Bruni, presentandola aveva affermato alcuni concetti chiave sul ruolo dell’antropologia come processo all’interno dei beni culturali. La ricerca, che è parte integrante del progetto del MIBACT che spazia su tutte le minoranze linguistiche storiche in Italia, ha avuto numerosi consensi sia scientifici che metodologici. Nel recente Convegno di Cosenza, Terrazzo Pellegrini, dedicato alle “Etnie storiche tra la Puglia e la Calabria”, Pierfranco Bruni ha insistito sul modello delle coordinazioni e delle interazioni tra territorio e identità. “Puglia, Calabria, Basilicata, Campania, Molise e Abruzzo insieme alla Sicilia, ha sostenuto Bruni, sono la rappresentatività di una dimensione in cui Etnos e Antropos si legano in una stretta correlazione non solo linguistica ma demo – antropologica. Uno scavo nella memoria delle epoche che hanno dato vita alle civiltà e le civiltà hanno dato senso al tempo della storia attraverso le radici etniche dei popoli”.
Proprio in questi termini Bruni è approdato ad una interpretazione della letteratura europea e mediterranea in chiave antropologica ed etnica. Tutti i suoi lavori e la sua ricerca su tali questioni sono recuperabili anche in Rete.
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