Il romanzo sciamano di Pierfranco Bruni “Che il dio del Sole sia con te” (Pellegrini editore) – con Video di Anna Montella
martedì 13 settembre 2016
Miriam Katiaka
Sulla via dei monaci tibetani, l’Illuminazione che ha la pazienza della contemplazione, e lungo la “cerca” degli antichi sciamani nell’ascolto dei tocchi dei tamburi, che sapevano ascoltare il vento e pregavano il dio del Sole, è il nuovo percorso umano e letterario di Pierfranco Bruni nel suo libro di prossima uscita, con il quale continua lo scavo del camminatore del silenzio e della solitudine, della parola che non offre consigli e non propone verità assolute ma vie perso l’Illuminazione, dal titolo: “Che il dio del Sole sia conte”, edito, ancora una volta dalla Casa editrice Pellegrini.
È un libro di oltre 160 pagine giocato tra il raccontare la magia degli Indiani nativi e il verso la cui direzione è focalizzata dalla presenza costante dello sciamano ma anche della visione buddista. Video Montella: ==> https://www.youtube.com/watch?v=BNw2U7hq9Ew
Uno sciamamo che osserva, prega e tollera. Accoglie nella parola il messaggio contemplante che sembra provenire da una “filosofia” tutta tibetana. È come se i due mondi: quello buddista e quello sciamanico si incontrassero lungo le vie e lungo i fiumi, lungo i mari e lungo i deserti e pongono al centro della “piazza” l’amore. Un libro molto particolare e completamente diverso rispetto anche a “La bicicletta di mio padre” nel quale, comunque, compare la figura dello sciamano.
Diverso anche del romanzo in versi che sta ottenendo grande successo dal titolo: “Asmà e Shadi”. Ma si lega però a “Come un volo d’aquila”, nel quale il mondo sciamanico, l’aquila, la tartaruga incontrano la devozione di una parola che è un inchino all’umiltà e all’umanità “Namasté”.
“Che il dio del Sole sia con te” sembra cambiare le carte del viaggio di Pierfranco Bruni. Anche sul piano culturale. In Bruni, che parte dal mondo cattolico - cristiano (si pensi a “Paese del vento” nel quale insiste la presenza di un francescano e al romanzo “Quando fioriscono i rovi” dove è costante il messaggio di San Paolo), è evidente che si supera la via della religione cattolica, della cultura cattolica, e si dirige verso un articolato paesaggio esistenziale e metafisico magico, in cui il senso del mistero è alchimia, ma anche filosoficamente e ontologicamente vicino ad una via prettamente Orientale – buddista con accanto sempre una visione del segno “impeccabile” del mondo degli sciamani.
Tutto questo, c’è da dire che Bruni lo ha espresso in diversi suoi studi e conferenze svolte negli ultimi anni, e il passaggio dal cattolicesimo all’intreccio buddista – sciamanico era, nei suoi saggi, evidente. Ma in questo libro, che ha una sua voluta organicità nello scompaginare l’itinerario narrante, esplode la forza del raccontare quasi raccontandosi.
È una svolta oltre che letteraria anche umana? Ma resta il fatto che è un romanzo centrale nella sua produzione letteraria perché si inserisce nello spazio tra “Il mare e la conchiglia”, “La bicicletta di mio padre”, “Passione e morte” (che è lontano da questo inciso metafisico), “Come un volo d’aquila” , “Asmà e Shadi” e un libro di qualche anno fa dal titolo: “Ti amerò fino ad addormentarmi nel rosso del tuo meriggio”.
Si vive, in Pierfranco Bruni, un vero e proprio processo in cui la letteratura si lega chiaramente alla vita. Ad alcune nostre domande, come anteprima per l’uscita di questo nuovo libro, Bruni ha risposto a frammenti lasciando volutamente degli spazi al lettore.
Domanda: Da San Francesco d’Assisi e di Paola e San Paolo al mondo buddista e alla cultura degli sciamani. Cosa c’è della sua vita in questo suo nuovo libro?
Risposta: “Non ho mai affermato che lungo la via dei monaci tibetani e tra le danze degli sciamani non ci sia la presenza della cristianità di Francesco e di Paolo. La Chiesa può leggere quello che ritiene opportuno. Il mio libro è altro. Io resto un cristiano eretico che cammina lungo i passi dei monaci tibetani ascoltando il canto degli sciamani. Il resto non mi interessa”.
Domanda: Può essere considerato un libro della svolta?
Risposta: “Vede, tutti i libri costituiscono una svolta. Ma lo scrittore si racconta sempre e non si chiede se c’è una svolta o meno. Raccontandosi racconta il proprio cammino. Anche qui dico che il resto non mi interessa”.
Domanda: Su questo libro sappiamo che ci stava lavorando da alcuni anni…
Risposta: “Da almeno quattro anni. Ho scritto l’ultimo capitolo de ‘La bicicletta di mio padre’ quando avevo già iniziato a scrivere ‘Che il dio del Sole sia con te’. Ma questo non significa nulla. I libri si scrivono, poi si riscrivono, poi si abbandonano come le nostre giornate che sono mutevoli”.
Domanda: Ma questo sarà un libro che avrà una sua continuità?
Risposta: “Il libro sarà in distribuzione nelle prossime settimane. In questo momento faccio altro. Scrivo altro. Poi non so. Il vento degli sciamani mi darà dei segnali”.
Domanda: Potrebbe essere considerato contraddittorio. Da una parte il mondo buddista e dall’altro la presenza degli sciamani…
Risposta: “In letteratura nulla è contraddittorio. Io vivo questi due cammini e li vivo con armonia. Devo essere io in pace con la mia coscienza senza mai proporre giudizi. Ecco perché sono riuscito a scrivere questo libro”.
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