giovedì 1
settembre, al MArTA
La dea in
trono
Persefone
e/o Afrodite, vicende mitologiche e capolavori trafugati
Il
sorriso (enigmatico) della dea. Per la rassegna "fuoriLUOGO", giovedì
1 settembre, in doppia replica (ore 20.10 e ore 21.30) al MArTA - Museo
Archeologico Nazionale di Taranto (via Cavour 10), va in scena La dea in
trono, da un’idea di Gaetano Colella, narrazione Giovanni Guarino, in scena
Delia De Marco, Valentina Elia e Giuseppe Marzio, costumi Francesca Ruggiero,
produzione Crest. L'evento è realizzato nell’ambito del “Programma regionale di
spettacolo dal vivo per la valorizzazione delle risorse culturali ed ambientali
della Puglia - 2016”. Durata 40 minuti. Posti limitati (max 40 spettatori per
replica). Prenotazione obbligatoria ai numeri 099.4725780 - 366.3473430.
L'accesso al MArTA prevede un ticket. Dati i tempi ristretti tra le due
repliche, che cominceranno tassativamente all’ora indicata, si raccomanda la
massima puntualità.
Un
viaggio alla scoperta del mito di Persefone, figlia di Zeus e Demetra, che Ade,
il terribile dio delle tenebre, rapì per farne la propria sposa, e quello di
Afrodite, dea dell’amore e della bellezza, regina dei cuori, di quelli degli
dei e, non di meno, di quelli degli uomini. Le vicende mitologiche delle due
dee si intrecciano alla storia della famosa statua raffigurante una divinità
femminile seduta in trono (si tratta di Persefone, dea degli inferi?, o
piuttosto di Afrodite, signora del talamo e dea della fecondità?, come hanno
dimostrato analisi recenti), un capolavoro assoluto della scultura magnogreca
del V secolo a.C., conteso da Taranto e Locri, trafugato dall’Italia e
acquistato in Svizzera sul mercato antiquario dalla Germania nel 1914.
Nella
hall del secondo piano del MArTA, area aperta al pubblico lo scorso 29 luglio,
è esposta una copia ottenuta attraverso tecnologie laser scanner e successiva
realizzazione plastica della scultura, il cui originale è oggi vanto dell’Altes
Museum di Berlino, dopo essere stato a lungo custodito al celebre
Pergamonmuseum, fiore all’occhiello della cosiddetta Museumsinsel, l’isola dei
musei della capitale tedesca.
Nato a Taranto nel 1977, il Crest, acronimo di collettivo di
ricerche espressive e sperimentazione teatrale, porta avanti in un ambiente
difficile – sia socialmente che culturalmente – un discorso teatrale coerente e
innovativo. E’ stato finalista al Premio ETI Stregagatto con gli spettacoli
"La neve era bianca" (1999), "La mattanza" (2000),
"Cane nero" (2001) ed ha prodotto lo spettacolo vincitore del Premio
Scenario 2005, "Il deficiente". Dopo 30 anni di attività "senza
fissa dimora", dal 2009 la Compagnia dispone di mille metri quadrati di
"teatro da abitare", il TaTÀ, nel quartiere popolare ed operaio per
eccellenza della città, il rione Tamburi appunto, il più contiguo alle
svettanti ciminiere Ilva. Un teatro da 300 posti che mira a diventare polo di
attrazione di artisti italiani e stranieri, diventando modello di mediazione
tra il teatro e le altre forme di comunicazione/creazione quali la scrittura,
la pittura, il video, la danza, la musica.
"La dea in trono" esposta all'Altes Museum di Berlino
Giovanni Guarino