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La Riforma sui beni culturali si istituzionalizza positivamente a Taranto con il ministro Franceschini
giovedì 28 luglio 2016

di Pierfranco Bruni



Taranto dal 29 luglio vive un momento particolare, sul piano della cultura, con l’inaugurazione ufficiale del MarTa. Finalmente i Musei hanno la loro autonomia. Ottimo. Taranto al centro di una rivoluzione culturale con il suo Museo che ha la sua piena autonomia con la direzione a Eva Degl’Innocenti. Il Ministro dei Beni, delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini ha visto giusto proprio in quel rapporto tra tutela e valorizzazione nell’ottica di un rilancio complessivo delle cultura che va fruita.



Concordo pienamente con la visione di un Museo che debba avere la sua piena apertura nei confronti di un mondo “manageriale” che sia in grado di considerarlo come una struttura costantemente vitale e legata ad una società che vive la cultura stessa come dato imprenditoriale. L’autonomia del Museo è la valorizzazione nella fruizione come già si è dimostrato in questi mesi.
Sono stato sempre un forte assertore di una cultura in un raccordo sì con il territorio, ma soprattutto con le risorse che un territorio riesce a potenziare attraverso una articolata politica di investimento tra Europa e Italia.
La visione di Franceschini tocca il punto nevralgico della questione. Tra le chiavi di lettura, Soprintendenze regionali in Segreterie legati direttamente al Ministero, o letture sugli archivi e biblioteche e così via mi pare che quella dei Musei, appunto, possa ottenere, pur in una dialettica ampia anche all’interno dello stesso Dicastero, un obiettivo mirato e con risultati che diano una positività a tutto il settore tutela – valorizzazione – fruizione.
Concordo pienamente con Franceschini, Ormai si parla di cultura a tutto tondo e Franceschini, che oltre ad essere un politico accorto è anche un uomo di cultura e uno valido scrittore, come ho avuto modo di scrivere occupandomi, non da ora, proprio dello scrittore, conosce molto bene il legame tra Memoria e Presente.
Io sono convinto che i beni culturali non sono solo Memoria, ma sono anche Tradizione di una civiltà e la tradizione si rinnova grazie a quel patrimonio che è patrimonio immateriale e patrimonio materiale.
I Musei sono un riferimento e vanno gestiti da personalità che hanno provate esperienze culturali tout court, a tutto campo, nazionali e internazionali e che vivono la realtà della cultura come modello prioritario non solo all’interno di un settore soltanto, ma la vivono, la percepiscono, la “consumano” tra processi innovativi di natura politico – culturale e forti legami con i nuovi saperi, con i quali il nostro mondo convive.
La direzione a Eva Degl’Innocenti ha già dato dei risultati notevoli e ha offerto un immaginario culturale notevole. La Riforma Franceschini in atto ora si consolida e sempre più deve essere aiutata.





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