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Ora Papa Bergoglio attacca anche Heidegger e dichiara che i migranti sono in pericolo e non un pericolo.
martedì 31 maggio 2016 Il lato chiaro del Relativismo della Chiesa
di PIERFRANCO BRUNI
In una società debole occorrerebbero valori forti da una fede certa. Anzi si porrebbe usare anche un eufemismo. Quando la fede non è forte o i valori di una fede sono leggeri e relativisti la società diventa sradicata e sradicante. Qui è il problema che attanaglia un tempo che vive senza una progettualita' in cui l'antropologia dell'umanesimo non è considerara centralità per una civiltà che ha perso non solo l'umanesimo, ma anche l'uomo. Il grande dramma oggi è che c'e' una comunità profondamente cristiana ancorata alla fedeltà di Cristo e Maria, e c'e' una comunità cattolica che ascolta la parola di papa Bergoglio che non rappresenta la fedeltà della preghiera in Cristo. La Chiesa è completamente slacciata dai valori del Cristo Redente. Non mi riferisco agli esempi numerosi di personalità ecclesiastiche che non hanno rispecchiato la ontologia di Cristo. Mi riferisco alle ideologie relativiste di papa Bergoglio. La famiglia tradizionale costituisce il nucleo valoriale di una società pesante. La Chiesa con le aperture costanti ha reso la famiglia riciclabile. Non ho letto e non ho visto alcuna posizione forte in merito alle leggi varate in commissioni parlamentari e in Parlamento. Ci sono state riflessioni virtuali. Non ci sono posizioni forti nei confronti dei cristiani massacrati in nome di Cristo. Papa Bergoglio non incontra il Dalai Lama per non dispiacere il governo comunista cinese. E intanto davanti ai ragazzi delle scuole calabresi pronuncia un discorso discutibilissimo sul piano anche politico entrando a gambe tese sulla politica internazionale. Afferma davanti ai ragazzi calabresi (ripeto calabresi sic! ) che i migranti non sono un pericolo ma in pericolo. Questa non è carità. Ritorniamo alle parole di Lampedusa che hanno aperto le frontiere. Questa è ideologia. Benedetto XVI parlava di divinità e difesa della cristianità, Ratisbona! Ma Papa Bergoglio, invece, riprendendo un ragazzino che pronuncia la parola "bestie" gli dice testualmente "Ma tu hai studiato con Heidegger! ". Qual è il rapporto? In pochi sono stati a notare tale sottolineatura che ha una portata politica apocalittica. Semplice, invece. Il grande filosofo non marxista educava alla "bestialità "? Non credo che mai Giovanni Paolo II, che ben conosceva comunismo e nazismo con il suo splendido "Memoria e Identità", si sarebbe permesso di tirare in gioco il filosofo di "Essere e tempo" e tanto neno Benedetto XVI, che ben conesceva, da attento teologo, la "Lettera sull'Umanisno" di Heidegger, avrebbe mai pronunciato una tale frase. Insomma in un tempo fragile viviamo una Chiesa significante di relativismo. Proprio in questi giorni (un esempio a margine) si sono consumate diatribe e dialettiche per richieste di messe in suffragio a Mussolini. Qualcuno ha ricordato che durante il Fascismo Mussolini veniva addidato dalla Chiesa come "Uomo della Provvidenza". La Chiesa di Bergoglio cerca di far scorrere acqua su questi concetti sino addirittura, giustificando, a spiegare il significato delle parole di un grande Pontefice quale fu Pio XI. Il quotidiano della Cei scrive che mai Pio XI pronunciò la equiparazione tra Provvidenza e Mussolini. Ma il 13 febbraio del 1929 pronunciò soltanto queste semplici parole: "E forse occorreva un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare... ". Secondo l'articolista la differenza è enorme. È soltanto mera ipocrisia, invece. Insomma un ventaglio di questioni si agitano nel cuore del rapporto tra società fragile e Chiesa bergogliana relativista. Quando la Chiesa è debole le coscienze sono il frutto di una scardinante debolezza. Io da cristiano senza chiesa, accogliente nella benevolenza di Benedetto XVI, ho timore non per il pericolo dei migranti in pericolo, ma per una civiltà che ha toccato il fondo mentre il relativismo della attuale Chiesa è esplicito. Pierfranco Bruni
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