I Beni culturali, la
Magna Grecia, il Mediterraneo e la Riforma Franceschini nel saggio di Micol e
Pierfranco Bruni: “La Magna Grecia.
Dal materiale
all’immateriale”
Un testo nella
dialettica dell’innovazione delle culture
Pubblicato
il saggio di Micol e Pierfranco Bruni sui Beni culturali dal titolo “Magna
Grecia. Dal materiale all’immateriale”, edito per conto del Sindacato Libero
Scrittori Italiani, dell’Istituto di storia, di antropologia e di letteratura (CSR
– ISAL - SLSI), con elegante copertina di Maria Zanoni.
Si
tratta di un testo che attraversa il concetto di cultura e bene culturale
dall’immateriale al materiale, ovvero dal visibile all’invisibile. Il concetto
di base è filtrato da una visione filosofica e antropologica del bene
culturale. Concetti che vengono riflessi nelle estetiche della cultura che
hanno come punto centrale la geopolitica della Magna Grecia e il Mediterraneo.
Ma
si parla anche della nuova Riforma dei beni culturali. Riforma attuata dal
Ministro dei Beni e attività culturali e il turismo Dario Franceschini con il
pensiero scientifico e tecnico del prof. Giuliano Volpe, grande esperto di
patrimonio storico.
Micol
Bruni, esperta di minoranze linguistiche, è autrice di numerosi saggi storici
sul Risorgimento, il Regno di Napoli e storia del Diritto italiano, già
cultrice di Diritto all’Uniba e studiosa dei fenomeni delle Riforme del
Ministero dei beni e delle attività culturali oltre già componente di comitati
nazionali e presidente dell’Iral. Di recente è stato pubblicato un suo testo
sul colonnello Agostino Gaudinieri nella Grande Guerra.
Pierfranco
Bruni, storico di beni culturali e più volte rappresentante della cultura
italiana all’estero, (già rappresentante del Ministero nell’Unesco) e studioso
attento dei fenomeni socio – antropologici e filosofici dei beni culturali con
incarichi come esperto del Mibact, oltre ad essere un funzionario dello stesso
dicastero, come archeologo direttore coordinatore, e si occupa da anni del
Progetto delle Etnie e Mediterraneo con numerosissime pubblicazioni e notevoli
risultati scientifici, avendo rivestito anche l’incarico di Presidente del
Comitato Nazionale sulle Minoranze storiche, (diversi sono i suoi testi
pubblicati proprio sul patrimonio storico e archeologico sino al commento del
Codice dei beni culturali con il patrocinio del Mibact e l’attuale dibattito
sulla Riforma Franceschini lo ha visto e lo vede protagonista, come esperto,
nella valorizzazione e promozione della cultura italiana), propone una lettura
importante della Riforma Franceschini partendo dalla Magna Grecia come
filosofia, tra il visibile e l’invisibile, sia dal punto di vista delle
innovazioni amministrative sia nella interpretazione delle culture come
fenomeni che devono confrontarsi con una progettualità per la valorizzazione.
Nel
suo testo Bruni sottolinea che “la Riforma è un vero punto di riferimento nella
modernità delle culture senza mai perdere di vista le identità storiche, le
civiltà di appartenenza, i radicamenti antropologici dei vari comparti dei beni
culturali. La Magna Grecia è una filosofia per il futuro”.
La
Magna Grecia va letta attraverso i parametri di ciò che si vede e di ciò che si
legge ma anche di ciò che si sente e si pensa in termini di antropologia del
vissuto. Di Magna Grecia si vive da Napoli a Taranto, da Paestum a Reggio
Calabria.
“Siamo
convinti che proprio la Magna Grecia dovrà essere al centro di una nuovo
visione del bene culturale e gli strumenti, sottolineano Micol e Pierfranco
Bruni, ci sono tutti. Bisogna lavorare per un progetto ampio, articolato nelle
comparazioni delle culture e la Riforma va verso questa direzione perché di
Magna Grecia si vive e la Magna Grecia si abita con il pensiero e con il corpo,
dall’invisibile al visibile”.