Il decreto approvato alla Camera
tocca anche altri aspetti delle sistema bancario. Dura opposizione del
Movimento 5 Stelle. Per il deputato pugliese L’Abbate (M5S), “si smantella
l’ultimo presidio del credito sul territorioâ€
Con
351 voti favorevoli e 180 contrari, la Camera ha votato la fiducia al
governo sul decreto che riforma le banche di credito cooperativo e istituisce
una garanzia pubblica sulla cartolarizzazione delle sofferenze (Gacs).
L’approvazione definitiva è attesa in settimana, poi il decreto andrà in Senato
dove dovrebbe essere convertito in legge al più tardi il 7 aprile. In
Puglia, la riforma riguarderà ben 24 banche per un totale di 129 sportelli,
in primis la Cassa Rurale ed Artigiana di Castellana Grotte (13 filiali), la
Bcc di Alberobello e Sammichele di Bari (11 sedi) e la Bcc di Cassano delle
Murge e Tolve (11 sportelli). Dura l’opposizione del Movimento 5 Stelle che ha
ostacolato con tutti gli strumenti parlamentari l’approvazione del
provvedimento.
“Il decreto Bcc-Gacs smantella,
di fatto, l’ultima fortezza del credito di territorio, del risparmio
mutualistico e solidaristico – commenta il deputato pugliese Giuseppe
L’Abbate (M5S) – Il sistema delle banche di credito cooperativo (circa
360), infatti, sarà costretto a finire sotto il controllo di una holding unica
SpA. La holding, di norma, dovrebbe essere controllata, a livello di capitale, dalle
stesse Bcc vincolate ad essa da un ‘patto di coesione’. Però, in caso di
difficoltà patrimoniali o di sostenibilità finanziaria – continua il
parlamentare 5 Stelle – il Mef potrà decidere di aprire liberamente la
holding a capitali diversi da quelli mutualistici, anche a quelli speculativi
del modello ‘Banca SpA’ che ha generato la grande crisi del 2008. In
definitiva, l’ultimo bastione del credito mutualistico finisce così in mano ai
soliti notiâ€.
Le Bcc più grandi, con almeno
200 milioni di patrimonio netto, potranno invece rifiutare il “giogo†della
holding (way out), ma dovranno scindersi tra una cooperativa che terrà le
riserve indivisibili e una SpA con licenza bancaria che avrà un patrimonio
ridotto e margini di guadagno pressoché deboli in questa fase storica. Le Bcc
più piccole, al contempo, dovranno aggregarsi a una maggiore e delegare ad
essa, ovvero alla sua SpA, l’attività bancaria se vorranno uscire dal controllo
della holding. Secondo il “patto di coesioneâ€, la holding sarà più invadente
nella governance e nella gestione della singola Bcc quanto più
quest’ultima sarà in difficoltà dal punto di vista patrimoniale e del bilancio.
Ad oggi, sono circa una cinquantina le Bcc in difficoltà patrimoniale.
Tra le modifiche che interessano direttamente la
riforma, c'è la norma che estende la garanzia sulle cartolarizzazioni delle
sofferenze (Gacs) agli intermediari finanziari, iscritti
all'albo della Banca d'Italia. Di conseguenza il fondo istituito nello stato di
previsione del Mef passa da 100 milioni di euro a 120 milioni. “Abbiamo
espresso tutta la nostra contrarietà alla copertura pubblica delle nefandezze
dei manager bancari sull’utilizzo del credito – prosegue Giuseppe
L’Abbate (M5S) – e, al contempo, abbiamo richiesto di utilizzare il
credito di imposta per le svalutazioni delle sofferenze delle quattro banche
sottoposte al decreto 138 ‘Salva Banche’, un altro regalo da circa 700 milioni,
per risarcire i risparmiatori traditi. Incredibile, infine, come questa
maggioranza sia stata in grado di raccontare come un vantaggio per i
consumatori – continua il parlamentare 5 Stelle – una norma
sull’anatocismo che sembra più a favore delle banche che dei cittadiniâ€. Il
riferimento è alla modifica Pelillo-Boccadutri (PD) che ha reintrodotto
per legge la capitalizzazione degli interessi, ovvero il pagamento degli
interessi sugli interessi. “È vero che la maturazione degli interessi sarÃ
solo annuale sia per quelli a credito che per quelli a debito, e quindi non più
trimestrale – conclude L’Abbate (M5S) – Se il correntista, però,
è incapiente e non può saldarli prima del 1 marzo, saranno addebitati sul conto
e entreranno nella ‘sorte
capitale’â€.