Economia, nobiltà e mondo cattolico. Tre percorsi per
spiegare il Regno di Napoli attraverso “Cinque fratelli. I Bruni Gaudinieri”.
Intervista alla storica Micol Bruni che ci conduce tra le maglie del libro
giunto nelle edizioni E-Boook
Un
importante successo riscuote il saggio – romanzo (biografia: classificato da
alcuni critici) di Micol e Pierfranco Bruni “Cinque fratelli. I Bruni
Gaudinieri nel vissuto di una nobiltà”. Si racconta la storia di una famiglia
attraversando generazioni e destini oltre che analizzare il quadro geografico
ed economico di alcuni territori calabresi all’interno del Regno di Napoli.
Abbiamo avuto modo di avvicinare Micol Bruni, che è stata, tra l’altro,
cultrice di Storia del Diritto all’Uniba, e si interessa come studiosa di
storia sia attraverso parametri giuridici che storiografici. A Micol Bruni
abbiamo rivolto alcune domande proprio sul libro in questione che è costato
molta fatica e molte ricerche. Ora il libro arriva nelle edizione degli E-BooK.
Domanda:
I Bruni Gaudinieri è stata una grande famiglia ed è stato al centro tra il
mondo commerciale e la presenza delle professioni con riferimenti fortemente
culturali. Su questi aspetti vi siete soffermati?
Risposta:
“Abbiano analizzato a tutto tondo la famiglia e le eredità. I Bruni sono stati,
alla metà dell'Ottocento, i primi commercianti nei tabacchi. Ci sono storie
dentro le storie. I primi a confrontarsi con la "coltivazione" della
liquirizia in quel territorio chiamato il Concio, ovvero "U' Cuonzo".
I primi a portare nelle Calabrie il sale raffinato dalle saline. I primi a
realizzare una economia a rete in un territorio soltanto a vocazione agricola.
Sono stati innovatori per stagioni e anni e hanno realizzato le prime imprese,
quelle che venivano definite ditte. Il coraggio di scommettere. Il coraggio di
investire, ponendo come rete di una economia il commercio. Gli antichi
commercianti hanno sempre avuto l'anima dei mercanti arabi in un tempo in cui
il mercato cambiava le strutture dell'economia e dei paesi. Per decenni sono
stati riferimento in una geografia territoriale molto ampia”.
Domanda:
Nella famiglia Gaudinieri Bruni c’è una nobiltà stemmata che riesce a legare
ricchezze e aristocrazie…
Risposta:
“Sì. Nella storia dei Gaudinieri ci sono nobiltà, stemmati e personalità
militari che hanno retto la Monarchia sabauda. Il colonnello al servizio del Re. Parentati tra radici greche e mediterranee e origini
albanesi mai perse e mai rinnegate. Anzi una dinastia che continua con
l'orgoglio della consapevolezza. La borghesia e la nobiltà si sono intrecciate
in una Calabria che non smette di recitare il tempo delle terre occupate con i
forconi. Ma questa è soltanto antropologia e folclore, mentre la storia vera è
nella verità delle famiglie che hanno dato un senso alle comunità. Senza un
legame tra la borghesia e il ceto nobile la Calabria e il Sud sarebbero state province affiliate ad Imperi stranieri. Senza l'anima della borghesia-nobiltà non
ci si sarebbe salvati dalla miseria e dalla povertà dei paesi. I Bruni-Gaudinieri
hanno dato la possibilità a molte famiglie di sopravvivere e di costruirsi una
strada. Hanno dato pane a intere famiglie”.
Domanda:
Mariano Gaudinieri si sposa con Amalia Guaglianone. Due aristocrazie e due
poteri. I Gaudinieri si imparentano con i Bruni. Insomma ci sono tutti gli
elementi per ricostruire la storia del Regno di nobiltà?
Risposta:
“Proprio vero. Nella storia dei Gaudinieri ci sono le “stirpi” dei Guaglianone.
In quella dei Bruni ci sono i Pignataro, i Fortunato ed altri Dna che rimandano
a Macerata, a Camerino, forse a Napoli. L’incontro con i Gaudinieri è un
penetrare l’estetica di una dinastia proveniente dalla Francia e una temperie
che è quella Barocca, ovvero il centro del Secolo Diaciassettesimo esteso sino
alla stagione dei moti rivoluzionari francesi in Italia, con la divisione tra
il mondo Borbonico e la Chiesa cattolica. E poi tra la Monarchia Sabauda, il Fascismo e la Repubblica. Nei Gaudinieri la cristianità ha tramature
lontane. La presenza del Santo di Paola diventa centrale sino, addirittura,
alla metà del Milleseicento. Ma la storia ha la sua cronaca e va rispettata
nelle date, nei numeri, nelle cifre”.
Domanda:
Mondo cattolico e nobiltà in queste famiglie sono il centro di un intreccio
geografico e politico?
Risposta:
“Dunque la famiglia Guaglianone espresse alcuni sacerdoti.
1845 don Ferdinando senior e rimane sino al 1852. 1874 don Peppino sino al
1901. Da questa data sino al 1927 subentra don Ferdinando junior. In circa
Ottant’anni (precisamente 82 anni) la famiglia Guaglianone, tranne delle fasi
un po’ convulse, dominò, sempre nel segno della fedeltà alla tradizione
borbonica e sanfedista, la cattolicità di Spezzano. I Guaglianone si
imparentano con i Gaudinieri. Amalia Guaglianone sposa Mariano Gaudinieri. I
Gaudinieri, nobile famiglia stemmata, sono l’espressione non solo di un ceppo
nobile, ma anche borghese che trova, nella aristocrazia dei Guaglianone, un
incontro determinante per unire due identità vicine alla Real Casa. Entrambe
profondamente legate alla storia cattolica della Calabria, anche i Gaudinieri
hanno espresso presenze significative nel mondo sacerdotale e devoti a San
Francesco di Paola oltre ad essere due famiglie, Gaudinieri e Guaglianone, con
una caratura di tradizione ancorata nella professione giuridica. I Gaudinieri
provengono dal mondo nobile e giuridico. Ma tra i Guaglianone ci fu un
riferimento forte che fu Agostino Guaglianone, avvocato oltre ad essere stato
scrittore, zio di don Ferdinando junior”.
Domanda:
Aristocrazia, nobiltà e cattolicesimo. Tre aspetti che segnano e che sono ben
presenti nel libro. Cosa c’è da aggiungere prima di accostarci al libro?
Risposta:
“Tre elementi che sono stati dominanti nella storia di una comunità. I
Gaudinieri, con Giulia, (figlia di Mariano Gaudinieri e Amalia Guaglianone),
sorella di Agostino, colonnello e decorato già nella Grande Guerra, Marietta e
Domenico, si imparentano con i Bruni di San Lorenzo del Vallo. Giulia sposa,
infatti, Francesco Ermete Bruni, figlio di Adolfo e Maria Giuseppa Fortunata.
La nobiltà che si lega ad una famiglia di possidenti e di commercianti che
hanno dato una svolta al mercato e ai rapporti commerciali tra territorio e
Regioni limitrofe. Una famiglia filo borbonica e una famiglia vicina ai Savoia
si ritrovano in un legame che diventerà profondo. Infatti, proprio durante gli
anni del Fascismo avranno un ruolo significativo in un rapporto tra mondo delle
Istituzioni e gerarchie politiche e militari. In loro resta sempre presente la
devozione alla cattolicità, tanto che la figura di San Francesco di Paola resta
un culto fondamentale. La proprietà toccata a Giulia Gaudinieri, andata sposa a
Bruni Ermete Francesco, in Spezzano Albanese, Via Nazionale, trattasi di un
Casino con appezzamento di terra in vigneto, in una nicchia, sul cornicione del
cancello di ingresso, c’era una statua, come vera e propria sede di culto
devozionale proprio di San Francesco di Paola, che risale al Diciannovesimo
secolo. Una storia che consolida le sue eredità nella stagione pre
risorgimentale, le cui tradizioni hanno segni identitari più distanti nel
tempo. I Gaudinieri si radicano nell’età Barocca. I Guaglianone presentano la
loro forte consistenza identitaria nei primi anni dell’Ottocento”.
A cura di Mirian Katiaka