da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L'Abbate
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OLIO TUNISIA: IL
GOVERNO RENZI HA SVENDUTO IL MADE IN ITALY DIETRO FALSI PROCLAMI
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Il Parlamento europeo approva le
70.000 tonnellate di olio di oliva a dazio zero dalla Tunisia mentre il Governo
nazionale risulta assente negli incontri comunitari. L’Abbate (M5S): “Come
abbiamo proposto più volte, il popolo tunisino va aiutato in altri modiâ€
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Il
Parlamento europeo ha approvato le misure d’emergenza comunitarie per
permettere l’importazione, per il 2016 ed il 2017, di 70.000 tonnellate di
olio extravergine di oliva tunisino “duty-freeâ€. Il testo, a fronte della
levata di scudi, è stato perlomeno modificato con l’inserimento di salvaguardi
che includono una valutazione intermedia sugli effetti di tali misure sul mercato
agricolo europeo e la possibilità di aggiornarle qualora si rivelassero nocive.
Inoltre, è prevista la tracciabilità delle merci durante il percorso. L’ulteriore
quantitativo si somma, così, alle attuali 56.700 tonnellate annue già previste
dall’accordo di associazione Ue-Tunisia.
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“Dietro
i soliti falsi proclami, il Governo Renzi continua a svendere il made in Italy
e le sue belle parole vengono continuamente smentite dai fatti e dai dati –
commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in
Commissione Agricoltura alla Camera – Una farsa quella del Partito
Democratico tenutasi sia in Europa e proseguita in Italia, a cominciare dagli
esponenti di Governo. A cominciare dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli
affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini che ha sostenuto
questa misura con la scusa di aiutare l’economia della Tunisia minata dal
terrorismo. Come abbiamo spiegato più volte, togliere i dazi sui prodotti
agricoli non equivale ad ‘aiutarli a casa loro’. Peraltro – continua
L’Abbate (M5S) – le misure d’attuare erano ben altre mentre l’utilizzo
da parte dell’Ue di strumenti di politica commerciale a sostegno della
stabilità dei Paesi beneficiari, oltre
a danneggiare spesso le produzioni degli Stati membri come nel caso delle
sanzioni imposte alla Russia a seguito della crisi con l’Ucraina, non consente
la rimozione delle cause strutturali della disoccupazione, non favorisce
programmi di sviluppo endogeno in grado di eliminare le dinamiche di esclusione
e, anzi, rischia di favorire fenomeni speculativi. Come noto, infatti, - spiega il deputato pugliese 5
Stelle – a beneficiare principalmente delle misure in questione saranno
i grandi gruppi industriali a cui fa capo la produzione tunisina di olio di
oliva e nessuna certezza può aversi, a oggi, circa le eventuali ricadute
positive sui tassi di occupazione giovanile nazionale. Se poi ci si ferma a
pensare che l’attuale primo ministro della Tunisia, Habib Essid, è tra i maggiori
produttori di olio del Paese e dal 2004 al 2010 è stato persino direttore
esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale, i dubbi su chi davvero stiamo
sostenendo chiedendo sacrifici ai nostri agricoltori crescono notevolmenteâ€.
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Ma per
i 5 Stelle, non è esente da colpe neppure il Governo nazionale. “L’Esecutivo renziano ha
incredibilmente boicottato tutte le sedi Ue in cui avrebbe dovuto opporsi al
provvedimento – afferma Giuseppe L’Abbate (M5S) – a cominciare
dal ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina che, nel 2015, ha
disertato senza giustificazione ben 9 Consigli europei su 13. Risulta pertanto
ridicolo da parte del ministro, dunque, dichiararsi oggi, a cose fatte e sempre
a parole, dichiararsi contrario all’import di olio tunisino a dazio zero
rimandando la soluzione del problema a controlli futuri, come ha già fatto in
passato, per poi essere smentito dai recenti dati dei Nas dei Carabinieri,
secondo cui le frodi ai danni dell’olio di oliva italiano sono quadruplicate
nell’ultimo anno. Patetico, infine, l’atteggiamento di chi oggi dichiara di
aver provveduto a ‘migliorare il provvedimento’ quando – conclude
L’Abbate (M5S) – avrebbe fatto meglio a ‘bloccarlo’ dato che occupa da
tempo immemore gli scranni europei in campo agricolo: un atteggiamento che equivale a
voler riparare delle crepe di una casa ormai crollataâ€.
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da Vito Galluzzi
Assistente
Parlamentare del Deputato Scagliusi Emanuele
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ADOZIONI
CONGO: ALTRI BAMBINI PRONTI AD ARRIVARE IN ITALIA
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Buone notizie dalla
Repubblica del Congo che ha concesso il via libera a 66 bambini in attesa di
adozione. Scagliusi (M5S): “Il sit-in dei genitori del gennaio scorso ha
sortito un effetto propulsivo. Adesso facilitiamo l'iter adottivo garantendo
trasparenzaâ€
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Sembra volgere al
lieto fine la vicenda che riguarda i bambini della Repubblica Democratica del Congo regolarmente adottati
da famiglie di vari Paesi, tra cui l'Italia, ma bloccati dal 2013 per sospetti
sulle procedure di adozione da parte delle autorità di Kinshasa. Infatti,
martedì il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha espresso la sua
soddisfazione per questa buona notizia arrivata dall'Autorità della Repubblica
Democratica che comunica di aver concesso ad ulteriori 66 bambini di ricongiungersi con le famiglie
adottive in Italia.
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“Il via libera dato
dalle autorità della Repubblica Democratica del Congo è certamente una buona
notizia –
afferma il deputato Emanuele Scagliusi (M5S), da tempo a
lavoro sul tema delle adozioni – Arriva purtroppo dopo tre
anni di lunga attesa, causata da una burocrazia farraginosa che ha sospeso
all'infinito la possibilità per decine di genitori di abbracciare i loro figli.
Inoltre, ci sono altri 45 bambini ancora in attesa di adozione che mi
auguro non vengano dimenticati e che presto possano, anch'essi, gioire insieme
ai loro genitori adottivi. In questa battaglia a vincere è stata la loro
tenacia e determinazione. Spero – continua il deputato 5 Stelle
– che i genitori vengano al più presto contattati dalla CAI e invitati a
recarsi in Congo per raggiungere e portare in Italia i loro bambini. Nella
manifestazione di protesta del 20 gennaio scorso davanti a Montecitorio,
ho visto volti stanchi, provati dalla lunga attesa, ma anche determinati a
lottare ancora. Quella manifestazione che era stata vivamente 'sconsigliata' da
alcuni enti autorizzati che invitavano i genitori a non scendere in piazza, per
evitare tensioni con le autorità congolesi che avrebbero potuto ulteriormente
ritardare l'arrivo dei bambini. Forse, invece, proprio quella manifestazione ha
avuto un effetto positivo e propulsivo. Certamente, non ha influito
negativamente sulla vicenda. Manifestare è un diritto dei cittadini e tale deve
rimanereâ€.
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Fa discutere la difformitÃ
delle informazioni tra il Ministero degli Esteri e la Commissione Adozioni
Internazionali (CAI). Mentre il Dicastero della Farnesina parla di 14
bambini già autorizzati a metà febbraio e di 66 autorizzati in queste ore, la
CAI nella sua nota di martedì ha parlato esclusivamente di 80 bambini
autorizzati ieri. “Questo sarà motivo di una mia interrogazione in
commissione esteri che questa mattina ho depositato alla Camera dei Deputati
– avverte il deputato Scagliusi (M5S) – Durante la
manifestazione del 20 gennaio scorso ho incontrato genitori che erano in attesa
da 847 giorni. È necessario che il Ministro chiarisca, se già da metà febbraio
questi bambini erano stati autorizzati, come mai si siano attesi ulteriori
trenta giorni e per quali ragioni. Tutto questo è inaccettabileâ€.
Nei prossimi giorni in Commissione Giustizia si avvierà l'iter dell’indagine
conoscitiva per una modifica della legge sulle adozioni. “È necessario
in quella sede apportare modifiche alla legge del 1983 agendo soprattutto sulla
CAI che dovrebbe coordinare il lavoro degli enti autorizzati. Non si potrà fare
a meno di addentrarsi nel ginepraio degli accordi internazionali, dei minori
che vivono fuori dalle famiglie d’origine, degli affidi e dei tribunali per i
minori. Le nostre proposte – conclude Scagliusi – vanno nella
linea di una semplificazione, trasparenza e snellimento dell'iter adottivo
mantenendo salvo il principio di offrire ad ogni bambino che ne è privo, la
possibilità di crescere in una famigliaâ€.