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Siglato a Bari importante Protocollo di Intesa tra la Direzione Marittima di
Bari e Anci Puglia. L’accordo, primo nel suo genere in Italia, si propone
l’attivazione di una collaborazione istituzionale finalizzata alla tutela
dell’ambiente marino e costiero lungo i litorali della regione e lo sviluppo
dell’economia marittima (pesca, commercio e turismo). Presenti il
Direttore Marittimo della Puglia e Basilicata jonica, Ammiraglio Ispettore
Domenico De Michele, il presidente Anci Puglia, sen. Luigi Perrone, il
vicepresidente Anci Puglia nonché sindaco di Bisceglie, Francesco Spina e il
segretario regionale Anci, Domenico Sgobba.
AutoritĂ
marittima regionale e Anci hanno stabilito la costituzione di un tavolo
tecnico di concertazione e coordinamento dove analizzare, discutere e valutare
ogni problematica riguardante la gestione del demanio marittimo e la tutela
dell’ecosistema marino e delle coste, anche in considerazione delle
competenze in capo ai Comuni costieri,  con l’obbiettivo di valorizzare la
vocazione marittima di ogni comunità locale e l’ordinato sviluppo del settore
turistico-balneare;
 “E’
una iniziativa di estrema rilevanza – ha dichiarato l’Ammiraglio Domenico
De Michele – intanto perché è la prima del genere a livello nazionale,
inoltre, segna un collegamento indispensabile tra Direzione marittima e Comuni
costieri, quindi istituzionalizza una sinergia essenziale per la tutela dei
cittadini, nelle attivitĂ balneari e turistiche, per
la salvaguardia dei beni ambientali pugliesi, ma soprattutto, per lo sviluppo
dell’economia marittima. L’economia turistica balneare pugliese ha avuto un
boom lo scorso anno, facendo registrare il 35% in piĂą di presenze rispetto
all’anno precedente, e noi come Corpo delle Capitaneria di porto – Guardia
Costiera abbiamo impegnato 700 uomini sul campo nell’operazione estiva “Mare
sicuro”. La Puglia ha molti porti che sono strategici in un’ottica di rilancio
e sviluppo economico; l’intesa con l’Anci è importante anche per sostenere la
spinta nel settore, sotto l’aspetto programmatico e di gestione del territorio
che interessa in particolare gli amministratori locali dei Comuni costieri.”
“Abbiamo
voluto questa iniziativa con la
Direzione Marittima perché fondamentale per il rilancio del nostro
territorio. – ha dichiarato il presidente Anci Puglia sen. Luigi Perrone
– Tutela coste e sviluppo dell’ economia del mare sono due obbiettivi
prioritari e strategici su cui puntare concretamente per sfruttare l’enorme
potenzialità della nostra regione. I Comuni  devono essere al centro della
 riorganizzazione del sistema portuale pugliese, con un ruolo attivo nello
sviluppo degli scambi marittimi. La politica deve sostenere l’enorme capacità di
crescita dell’economia marittima, servono interventi mirati,  sul piano
della programmazione delle attivitĂ e degli investimenti; bisogna favorire la
sinergia tra le istituzioni pubbliche interessate, investire sulle
infrastrutture, sulla tecnologia, sulla logistica e sull’intermodalità ,
snellire procedure e processi decisionali, favorendo una migliore integrazione
tra mondo imprenditoriale e tra sistema portuale.”
 "Una
intesa importante dal punto di vista istituzionale ma soprattutto da quello
culturale. – ha detto il vicepresidente Anci Puglia Francesco Spina,
promotore dell’iniziativa - Una iniziativa che interessa direttamente i 68
comuni costieri della regione ma di riflesso anche quelli dell’entroterra.
Tanti i risvolti applicativi dell’accordo che vedono il ruolo centrale
dell’Anci nella valorizzazione delle peculiarità e delle vocazioni dei Comuni
rivieraschi; dobbiamo intraprendere tutte le azioni di settore necessarie ad
affermare la centralitĂ del nostro mare in tutte le programmazioni amministrative
ed economiche."Â
La
Puglia ha ben 865 Km di coste, di cui 82% balneabili. I Comuni costieri sono
68. Dall’ultimo Rapporto dell’Economia del Mare emerge che il “cluster”
marittimo è fra i più dinamici dell’economia italiana, rappresenta il 2.03% del
PIL nazionale, per un valore di 32,6 miliardi di euro, occupa il 2% della forza
lavoro del Paese (471mila persone fra addetti diretti ed indotto), un settore
che è riuscito a mantenere i livelli occupazionali nonostante abbia
attraversato in questi anni il peggiore periodo di recessione dal 1929.
Importante anche il dato relativo al moltiplicatore di reddito che
per la “blue economy” è di 1 a 2,63 (ogni euro investito ne vale 2,63 per
il sistema economico nazionale). La flotta di bandiera italiana figura tra le
principali al mondo (terza dei grandi Paesi del G20) e supera i 17 milioni di
tonnellate di stazza. L’Italia resta poi il primo paese europeo nel traffico
crocieristico (6,2 milioni di passeggeri e 4.600 scali di navi), e nella
costruzione di navi passeggeri e megayacht. Il sistema portuale purtroppo fa
registrare rallentamento, scendendo dal primo al quarto posto in Europa per
import-export di merci via mare, con 194 milioni di tonnellate, in buona parte,
spiega il rapporto «imputabile al calo degli approvvigionamenti alla nostra
economia, legato alla crisi». Emerge che il freno nello sviluppo portuale è da
imputare alla scarsa dotazione infrastrutturale dei porti italiani, costretti a
movimentare le loro merci sfruttando quasi esclusivamente il trasporto su
strada invece della ferrovia. A tal proposito,  uno dei punti chiave
della riforma della portualitĂ approvata dal Consiglio dei Ministri a gennaio
scorso, su proposta del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano
Delrio, riguarda proprio la trasformazione dei porti in piattaforme logistiche
capaci di governare la merce non solo nella fase di imbarco e sbarco, ma ancor
piĂą di trasferimento, possibilmente via treno, fino alla destinazione finale.
Il comparto dell’’Economia marittima, esprime l’esigenza di un ministero del
Mare che raccolga e riunisca tutte le competenze sparse sotto un’unica voce.
Bari,
3 marzo 2016
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Bari, 3 marzo
2015
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