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OLIO: MONTECITORIO CHIEDE LO STOP AL
RISCHIO DEPENALIZZAZIONE PER LE FRODI
Le Commissioni Agricoltura e Giustizia
della Camera approvano il parere sul decreto olio. Per il M5S un successo
l’aver scongiurato il rischio della depenalizzazione della contraffazione
dell’extravergine made in Italy. Si attende il recepimento del Governo
Il rischio che venga depenalizzata la
contraffazione dell’olio extravergine di oliva made in Italy e che imprenditori
colpevoli possano proseguire la loro attività commerciale è stato scongiurato
dalla Camera dei Deputati. A Montecitorio, infatti, le Commissioni riunite
Agricoltura e Giustizia hanno approvato il decreto sull’olio d’oliva.
“Abbiamo sollevato sin da principio
queste perplessità e siamo soddisfatti che la tutela del nostro oro verde si
sia risolta positivamente anche grazie al nostro contributo – commenta
il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione
Agricoltura alla Camera – Le nostre proposte, accolte
favorevolmente all’interno di un parere unitario, intervengono sostanzialmente
su due articoli del decreto. Con l’articolo 4 viene introdotto il reato
amministrativo di ‘evocazione’ (una dicitura o un simbolo che potrebbe
ingannare il consumatore, facendogli credere che il prodotto sia italiano
quando, in realtà , non lo è) ma, per evitare che ciò potesse distogliere
l’attenzione dagli illeciti penali, abbiamo chiesto e ottenuto di specificare
nel provvedimento che – continua L’Abbate (M5S) – l’evocazione
non interferisse in alcun modo con l’azione penale, in caso di connessioni con
le ipotesi di reato di contraffazione, frode e fallace indicazione. Insomma,
che il nuovo illecito amministrativo non si rivelasse una scusa per
‘condonare’, di fatto, gli illeciti penali. Inoltre, abbiamo fatto inserire nel
parere la reintroduzione della sospensiva fino ai sei mesi per gli imprenditori
recidivi – prosegue il deputato pugliese 5 Stelle – ovvero
la norma in base alla quale le aziende sorprese una seconda volta a non
rispettare le regole indicate nel decreto sono costrette a sospendere la
propria attività commerciale. Chiediamo che il Governo recepisca al più presto
queste indicazioni all’interno della versione definitiva del decreto olio, che
dovrà essere emanato entro ottobre, in modo da renderlo operativo prima della
prossima stagione di raccolta delle olive, mettendo così – conclude
L’Abbate (M5S) – al sicuro il nostro ‘oro verde’â€.
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ECONOMIA: CON LA RIFORMA DELLE BCC IL PRINCIPIO MUTUALISTICO È A
RISCHIO
Per L’Abbate (M5S), la riforma sulle banche di credito cooperativo
è un attacco all’articolo 45 della Costituzione ed al sostegno alle piccole e
medie imprese italiane
La
riforma delle Banche di credito cooperativo mette fortemente in discussione il
principio mutualistico a favore della speculazione. Un vero e proprio attacco
frontale all’articolo 45 della Costituzione che “riconosce la
funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di
speculazione privata†e “ne promuove e favorisce l’incremento con i
mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le
finalità â€. Ma si tratta anche di un’offensiva al credito vicino alle
piccole e medie imprese italiane. Secondo il Movimento 5 Stelle è
necessaria, dunque, una profonda riflessione dentro e fuori il Parlamento sulla
riforma governativa delle Bcc, rispetto alla quale l’Aula di Montecitorio ha
respinto la scorsa settimana le pregiudiziali di costituzionalità presentate
proprio dai 5 Stelle oltre che da Sel e dalla Lega.
“I
nostri timori nascono dall’eliminazione dell’articolo 17 della legge 388 del
2000 – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S) – la
quale prevede che per la cooperazione, nel momento in cui vi sia una
liquidazione, il patrimonio non possa essere aggredito perché deve finire
obbligatoriamente all’interno di fondi mutualistici. Con questa riforma,
invece, sarà possibile aggredire riserve accumulate negli anni con una
fiscalità agevolata e create a beneficio della cooperazione mutualisticaâ€.Â
Non
solo, le Bcc saranno trasformate in S.p.A. e i grandi fondi
speculativi potranno entrare nel capitale. Le piccole banche di credito
cooperativo dovranno aderire ad una holding unica centrale mentre gli istituti
con oltre 200 milioni di euro di riserve potranno non aderire versando una
imposta straordinaria del 20%. “Il progetto è chiaro – continua
L’Abbate (M5S) – arrivare ad un’unione bancaria fondendo le banche
per creare giganti sempre più distanti dal cittadino. Si tratta di una riforma
a cui il M5S è contrario e che continuerà a combattere per tutelare il
principio mutualistico e per garantire il credito vicino al territorio ed alle
sue impreseâ€.
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