domenica 21 febbraio, alle
ore 18 al TaTÀ di Taranto
Marcovaldo
il boom
economico italiano visto attraverso gli occhi del protagonista delle novelle di
Calvino
Il modello di eroe candido, ingenuo, un po'
sfortunato. Per la rassegna “favole&TAmburi”, domenica 21 febbraio 2016,
alle ore 18 al TaTÀ di Taranto, in via Grazia Deledda ai Tamburi, va in scena “Marcovaldo”
di Italo Calvino, regia Gianfranco Pedullà, con Marco Natalucci e con Gianna
Deidda e Roberto Caccavo, musiche originali Jonathan Faralli, progettazione
scene, immagini e coordinamento costumi Claudio Pini, disegni di sabbia Fatmir
Mura, costumi Alexandra Jane, tessuti Aviem, luci, fonica e proiezione video
Marco Falai e Saverio Bartoli, produzione Teatro Popolare d’Arte. Biglietto
unico 6 euro. Info: 099.4707948.
Marcovaldo è stato
pubblicato 50 anni fa, quando l’Italia avviava il suo percorso di
industrializzazione, caratterizzato dall’arrivo in città di molte famiglie di
origine contadina attratte dal bisogno di lavoro offerto dalle nuove fabbriche.
Il protagonista delle novelle di Calvino, rappresenta proprio questa novità
sociale. Vive la città con gli occhi di un ex contadino che si incontra/scontra
con i nuovi modelli di vita urbana a partire dalle prime forme di consumismo.
Da questo punto di vista la figura di questo personaggio è sicuramente una
delle più riuscite invenzioni di maschera contemporanea, buffa e malinconica,
ingenua e ambigua.
Marcovaldo è protagonista di una serie di
favole moderne in una città moderna. In mezzo al cemento e all’asfalto della
città, va in cerca della natura. È un animo semplice, delicato, capace di
osservare le foglie e i fiori dell’aiuola di una piazza mentre intorno il
traffico si blocca in un ingorgo assordante e aggressivo. Diviso fra una
famiglia numerosa e un lavoro alienante in fabbrica, rappresenta un diverso
modo di vedere la vita. «Questo Marcovaldo ha un occhio poco adatto alla vita
di città», per dirla con Calvino. Lo spettacolo - che utilizza una tecnica
mista fra teatro d’attore e teatro d’immagine - segue la struttura narrativa
delle storie a episodi dei vecchi giornalini per l’infanzia; il tutto,
arricchito dall’utilizzo della sand art (l'arte di manipolare e trasformare in figure
animate la sabbia) per mano di Fatmir Mura.
Nel 1980 nasce la compagnia Mascarà Teatro,
che diventa nel 1992 Teatro Popolare d’Arte con la direzione artistica di
Gianfranco Pedullà, regista e storico del teatro. La compagnia fiorentina (di
Lastra a Signa) opera guidata da una forte attenzione alla formazione del
pubblico e realizzazione di spettacoli per un teatro pedullapopolare di
qualità, rispondente a una poetica di “visionarietà”, ricca di tensioni
contemporanee. Dal 1983 gode del riconoscimento ministeriale e dal 1992 di
quello della regione.
Con l'occasione porgiamo cordiali saluti.
Taranto, 18 febbraio 2016