HOME D.E. GUEST BOOK SPORT ISCRIVITI DELFINARIO LINKS COOKIE POLICY


•   Taranto, tutto pronto per la Festa di Sant'Antonio 2019
•   “Storia e Architettura”
“San Pietro: l’altra Basilica”.

•   Attenti a quei due: confronto diretto tra Mare e Terra in una sfida tra grandi chef
•   “Percorsi educativi per una società interculturale”
•   MAGNA GRECIA AWARDS 2019
•  Centro di Documentazione


•   MANDURIA (TA): La Coldiretti nella gestione del Parco dei Messapi
•   RICONOSCIMENTO NAZIONALE PER IL PIZZAIOLO TARANTINO PROFESSIONISTA MICHELE DI BARI
•   PULSANO: IL COMUNE FA COPRIRE TUTTE LE BUCHE SU VIA TARANTO



•   Riesame AIA ex Ilva: le valutazioni e richieste di Legambiente
•   Il Dossier Taranto di Legambiente sull’ex Ilva
•   GRETA CHIAMA TARANTO


•  U Tarde nuestre -
rassegna quotidiana

•  Basket
•  Atletica
•  Delfini Erranti Touch Rugby Taranto
•  Altri


Notizie
Ricorrenze
Raccolta Foto


Google
Web DelfiniErranti.Org



stampa l'articolo
Conferenza stampa a Roma per offrire una chiave di lettura del perché il Museo di Taranto non è tra i 30 Musei più visitati d’Italia tra 2014 - 2015
lunedì 8 febbraio 2016

Chi non comprende il rinnovamento si assume grosse responsabilità nei confronti della città e delle nuove generazioni





L’Avvocato e studiosa Micol Bruni sulla Soprintendenza pone queste domande: “Taranto viene scippata da che cosa? Qual è stato il ruolo culturale della Soprintendenza nel corso di questi anni? Quali i progetti? Quali i risultati? Il Museo di Taranto non figura neppure tra i trenta Musei più visitati d’Italia durante la gestione della Soprintendenza”.

Conferenza Stampa a Roma del SLSI per parlare del perché Taranto non è tra i primi Trenta Musei d’Italia mentre la Riforma Franceschini ha posto il MarTa tra i venti Musei di eccellenza per i prossimi anni




In riferimento alla “querelle” riguardante la questione della Soprintendenza ai beni archeologici di Taranto le Associazioni di Cultura e il Sindacato Libero Scrittori Italiani hanno redatto un Documento che è stato consegnato al Ministro Dario Franceschini nel quale si appoggia pienamente la Riforma delle Soprintendenze e la relativa piena autonomia del Museo Nazionale.

Per la prossima settimana è stata convocata a Roma una Conferenza Stampa per parlare del sostegno alla Riforma e offrire una chiave di lettura del perché Taranto non è stata tra i trenta Musei più gettonati d’Italia tra il 2014 – 2015.
L’obiettivo della Riforma è quello di valorizzare sul piano della cultura una città come Taranto rendendola vitale tra le città che sviluppano Eventi culturali all’interno dei processi di sviluppo.

“Si è convinti, dichiara Micol Bruni, avvocato ed esperta di Diritto dei beni culturali e già Cultore di Storia del Diritto alla Uniba e pResidente dell’IRAL, che soltanto con la piena autonomia del Museo è possibile innescare nuovi modelli di cultura. Il Ministro Franceschini, nonostante il Museo risulti assente dai 30 Musei d’Italia maggiormente visitati, ha dato la piena autonomia gestionale collocandolo tra i 20 Musei più importanti d’Italia”.

“La questione inerente la Soprintendenza, dichiara ancora l’Avvocato Micol Bruni, non riguarda pienamente la progettualità culturale, e il problema posto in questi giorni è soltanto una mera campagna campanilistica che non ha nulla di culturale. Mi sembra, aggiunge la studiosa, che si dovrebbero condurre altri discorsi per una città che non è tra i primi trenta Musei più visitati d’Italia”.
“Mi domando, chiede Micol Bruni, cosa hanno fatto la città e la Soprintendenza nel corso di questi anni e quali eventi internazionali hanno sviluppato affinché restasse fuori dai trenta Musei più gettonati d’Italia? Quali progetti sono stati realizzati? Che tipo di investimento culturale è stato adottato? Quali legami tra valorizzazione, fruizione e accoglienza sono stati posti”.
“Una serie di interrogativi che restano, conclude l’avvocato Micol Bruni, e non giustificano il grido di allarme di questi giorni che mi sembra un’idea ormai abbastanza superata di come concepire il ruolo di una cultura identitaria in una città come Taranto”.


***************


Soprintendenza – Museo. Chi non comprende il rinnovamento si assume grosse responsabilità nei confronti della città e delle nuove generazioni


di Micol Bruni*




Direi che sarebbe necessario chiarire alcune questioni di fondo che riguardano il legame Soprintendenza - Museo e quindi Riforma Franceschini. Lo faccio in punta di diritto perché mi sembra più opportuno delineare uno degli aspetti propriamente giuridico. C’è stata una Riforma che ha riguardato i Beni culturali in Italia, ovvero il Patrimonio nazionale identificato come cultura, ed è nata sulla base di alcune esigenze non solo di carattere economico (quelle più prevalenti in questo momento), ma anche antropologiche e di sistema di politiche culturali internazionali.
Considerato il fatto che la cultura non è più quella amata soltanto dai viaggiatori inglesi e francesi e Taranto non è la capitale archeologica della Magna Grecia (lo sarà stato ma non è oggi così: basta considerare che non ci sono modelli valorizzanti – fruiti sia sul piano delle aree archeologiche svuotate sia per la mancata potenzialità del Museo che non ha sviluppato un impatto con le economie avanzate) ci si è chiesti in termini istituzionali, e quindi giuridici, se potesse essere praticabile un discorso in grado di valorizzare al meglio, sul piano progettuale, Taranto grazie alle sue risorse vocazionali. Questo è un primo dato che nasce da un ragionamento serio e sereno da parte del Ministro Franceschini.
La Soprintendenza, nel corso di questi anni, credo che non abbia valorizzato, per diversi motivi, anche economici, non entro ora nel merito ma lo farò nella conferenza stampa a Roma, il Museo. Per anni è stato chiuso per restauri. Ma il Museo non è soltanto un contenitore. Il Museo, nella filosofia moderna dell’ontologia della cultura, è idea educativa, è metodologia progettuale, è didattica del e sul territorio.
In una società post telematica il Museo è una Rete. Quindi occorreva modernizzare l’idea di Museo prima di pensare ad una idea di contenitore. Questo è un secondo punto e se vogliamo attenerci al Codice dei Beni Culturali e alla Costituzione (nei suoi articoli 3, 6 e 9) i beni culturali sono beni pubblici e quindi della comunità e quindi la Soprintendenza doveva sostituirsi in toto al Museo, nel momento in cui il contenitore era chiuso.
Ragionare in questi termini implica due riflessioni.
La prima resta completamente giuridica, ovvero il Museo dipendeva dalla Soprintendenza e dal momento che non ha dato risultati buoni (la conferma degli ultimi dati è sotto gli occhi di tutti) il problema andava risolto. Lasciare la Soprintendenza con i suoi compiti o dare un valore autorevole al Museo? Chi porta sviluppo non è la Soprintendenza. È il veicolare le culture. Dico le culture perché ha ragione Franceschini quando sostiene che bisogna creare le comparazioni e le reti interattive tra lo scibile diverso dei comparti culturali esistenti nello stesso ministero.
La seconda è completamente geoculturale. Il Museo autonomo significa una sede di valorizzazioni che nascono da un apprendimento, per usare un termine pedagogico, territoriale. Non è il Museo di Taranto che fa storia. È il Museo della Magna Grecia che va ad articolarsi con quello di Napoli e con quello di Reggio Calabria. Realmente oggi Taranto ha le potenzialità per diventare capofila di un processo culturale innovativo e “rinnovante”.
Non ci sono giustificazioni sul fatto che Taranto aveva una sede storica della Soprintendenza e altre parole stanche… Oggi viviamo complessivamente un tempo diverso e le nostalgie non solo affossano la memoria ma distruggono il futuro delle nuove generazioni. Chi non comprende il rinnovamento si assume grosse responsabilità


Micol Bruni
*Avvocato, già Cultore di Storia del Diritto Italiano UNIBA, esperta in Diritto delle Capitolazioni delle Minoranze e Storica dei Beni Culturali (IRAL)









Segnala questa pagina
mappa del sito

Per un tuo commento scrivi sul Guest Book del Delfini Erranti


home   cookie policy guest book   sport   cultura   società   ambiente   delfinario   blunote