CONSORZIO DI BONIFICA,
ZULLO: “LA PROTESTA DEI FORCONI DI PUGLIA NON PUO’ RESTARE INASCOLTATA, SUBITO
CONVOCATI DALLA COMMISSIONE AGRICOLTURA”
Dichiarazione del presidente del gruppo
Conservatori e Riformisti, Ignazio Zullo
Non è possibile che gli agricoltori pugliesi
continuino a essere tartassati da un Consorzio di bonifica che ha le tariffe
piĂą alte d'Italia e i servizi piĂą scadenti che siano mai stati offerti.
Il comunicato diffuso oggi dai cosiddetti
"Forconi di Puglia", sull'ennesima cartella esattoriale giunta a
fronte dell'ennesimo disservizio, è una vera e propria denuncia nei confronti
di un ente, il Consorzio di Bonifica, che da anni ormai non solo non è in grado
di essere di supporto all'agricoltura pugliese ma viene percepito come un carrozzone
distante da quelle che sono le problematiche quotidiane di chi ha ancora il
"coraggio" di rimanere a lavorare i campi.
Capiamo anche la loro amarezza, quella di chi,
come tanti pugliesi, si è lasciato convincere dalla facili promesse elettorali
di un candidato presidente che ha promesso cure miracolose a 360 gradi per
l'Agricoltura pugliese, risoluzione del caso Xylella in testa, salvo poi
continuare a "suonare la stessa musica dell'orchestra che lo ha
preceduto", ma la loro protesta non può rimanere in ascoltata per questo
ho chiesto al presidente della Commissione Agricoltura, il collega
Pentassuglia, la convocazione di una seduta per audire una delegazione dei
Forconi di Puglia.
La politica regionale non può continuare a
ignorare la cattiva gestione di un ente che ha bisogno di una riforma
sostanziale e concreta per funzionare.
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CONSORZI DI
BONIFICA, VENTOLA: “TRIBUTO 630? CI RISIAMO. OCCORRERA’ RICORRERE IN
COMMISSIONE TRIBUTARIA”.
Dichiarazione del consigliere regionale Conservatori e
Riformisti, Francesco Ventola
Come volevasi dimostrare, ci risiamo. La strategia dei soli annunci oggi ci
restituisce il problema come un boomerang: gli agricoltori si ritrovano con le
cartelle esattoriali che impongono il pagamento richiesto dal Consorzio di
Bonifica. E’ questo ciò che sta succedendo in questi giorni a seguito del
pagamento chiesto agli agricoltori dal Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia con
riferimento al fatidico contributo 630, quello relativo ai “presunti”
interventi di bonifica nel comprensorio agrario di riferimento.
Ce ne occupammo lo scorso anno non appena insediati in Consiglio regionale.
Come gruppo consiliare “Oltre con Fitto” proponemmo un apposito ordine del
giorno che il governatore Emiliano, a parole, condivise assumendo l’impegno che
nel giro di due mesi avrebbe affrontato e risolto la questione Consorzi e quindi
anche quella degli avvisi di pagamento del beffardo tributo 630. Si tratta di
un tributo con il quale si chiede ai proprietari dei terreni agricoli e beni
immobili di pagare per servizi non resi che proprio perché non effettuati sono
anche causa di danni alle coltivazioni. Per questo gli agricoltori parlano
della beffa che si aggiunge al danno. Si pensi alla inondazione dei campi
per la mancata manutenzione dei canali di deflusso delle acque, per fare solo
uno dei tantissimi esempi possibili, con la rovina di terreni, coltivazioni,
impianti e produzioni.
Passati gli annunci, i problemi restano con la beffa, per gli agricoltori
destinatari delle cartelle, di dover adempiere ad un obbligo mentre Emiliano
conferma ogni giorno di più l’inconsistenza politico-amministrativa. I pugliesi
non sono i sudditi da portare in prima linea nella battaglia tutta personale ed
interna al PD, alla sua leadership ed alle lotte di potere dei singoli. I
pugliesi hanno bisogno di coerenza tra gli impegni assunti e le decisioni
concrete. Ora i nostri agricoltori sono costretti a pagare le cartelle
esattoriali ma li invitiamo contestualmente a fare ricorso alle Commissioni
tributarie. Sia politicamente, sia fornendo la nostra assistenza, confermiamo
il nostro impegno al loro fianco. Il credito chiesto da Emiliano al suo
insediamento, per capire i problemi e poter proporre soluzioni, è ampiamente
scaduto anche perché molto, troppo, si è giocato sulla buona fede e sul senso
di responsabilitĂ altrui.
Gli agricoltori devono fare i conti con le condizioni reali delle proprie
aziende agricole, piccolissime o meno piccole che siano. Non si può affermare
impunemente che loro rappresentano un pezzo importantissimo della nostra
identitĂ sociale e produttiva se poi si continua a mantenere in piedi
carrozzoni come il Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia reiterando il balzello
del rinnovo della gestione commissariale e la conferma di tributi come il 630
avendo ampiamente discusso sulla sua ingiusta, iniqua ed insostenibile
applicazione. Non si può illudere la gente. Dallo scorso mese di luglio sono
passati 6 mesi, serviti solo a trasformare gli “avvisi di pagamento” in
“cartelle esattoriali”. Questi sono i problemi concreti che come rappresentanti
dell’interesse pubblico non siamo disposti a tollerare mentre il Presidente
Emiliano riempie le prime pagine con conflitti di attribuzioni
di competenze frutto piĂą di scontri personali tra due galletti dello stesso
pollaio, il PD.
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BARBATELLE, CONGEDO: “MENTRE LA REGIONE STUDIA, I VIVAISTI LECCESI COMPRANO DI TASCA PROPRIA I MACCHINARI PER IL TRATTAMENTO,
MA NON C’E’ CHI LO CERTIFICA”
Dichiarazione del consigliere regionale dei Conservatori e Riformisti,
Erio Congedo
Mentre la Regione “studia” gli operatori del settore vito-vivaistico salentino continuano la loro via crucis.
Abbiamo apprezzato l’interessamento e le
rassicurazioni fornite durante il Consiglio regionale di ieri, 12 gennaio, dall’assessore
Di Gioia che ha dichiarato che sono allo studio del suo Assessorato sia la
possibilità di prevedere un sostegno ai vivaisti per l’acquisto dei costosi
macchinari per trattare le barbatelle (considerate dall’Unione Europea a
rischio contagio Xylella) sia quello di dimostrare la non razionalitĂ del
provvedimento adottato che penalizza fortemente e inutilmente il settore.
Belle parole accompagnate, siamo certi, dalla
seria volontà dell’assessore di risolvere il problema, ma allo stato dei fatti
per gli addetti oltre il danno si profila una beffa di dimensioni abnormi.
Perché per poter commercializzare il prodotto gli operatori hanno, comunque,
provveduto di tasca propria ad acquistare i macchinari per la termoterapia (il
cui costo oscilla tra i 150 e i 180 mila euro) e sono anche pronti a farli
funzionare non appena saranno consegnati - per non perdere ulteriore tempo
prezioso sul mercato, tutto a vantaggio di altri vivaisti concorrenti - salvo però
che nessun protocollo è stato previsto per la certificazione dell’avvenuto
trattamento.
Insomma, dopo aver comprato le costose macchine
e aver “lavato a caldo” le barbatelle per essere commercializzate i vivaisti
hanno bisogno di chi certifica l’avvenuto trattamento altrimenti siamo al punto
di partenza, con il serio rischio che gli operatori possano aprire nei
confronti della Regione un contenzioso per l’ulteriore tempo perso in un
settore ormai allo stremo.
Bari, 13 gennaio 2016
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PATTO PER TARANTO, PERRINI: “SE SI VUOLE UN VERO RILANCIO DOBBIAMO
ANDARE OLTRE GLI STECCATI IDEOLOGICI”
Dichiarazione del consigliere regionale dei Conservatori e
Riformisti, Renato Perrini
La grave emergenza socio economica in cui
versa il territorio ionico richiede, oggi piĂą che mai, coesione e unitĂ di
intenti.
In questa direzione ci stiamo muovendo
attraverso quel "patto per Taranto" che ci ha visti, come consiglieri
regionali del territorio, metterci insieme per raggiungere un ambizioso obiettivo:
definire una piattaforma comune. La politica, dunque, superando ogni steccato
ideologico, prova a ricercare, sul piano del metodo, i motivi di una
condivisione di strategie e obiettivi, pur nel rispetto delle diverse
sensibilitĂ e valori. Uno sforzo significativo che rischia di essere vanificato
se, come si continua a verificare, l'esempio non viene seguito dalle altre
istanze del territorio: istituzioni, associazioni, rappresentanze di categoria.
Noto, in particolare che, da parte di alcune
importanti organizzazioni del territorio si continua ad assumere posizioni che
segnalano una tendenza a privilegiare alcune relazioni con le rappresentanze
politiche di una parte, venendo meno quindi a quell'impegno, troppo spesso solo
formale, a dialogare con tutte le forze politiche e a favorire coesione e unitĂ d'azione.
Auspico che vi sia un cambio di rotta e
che si comprenda che atteggiamenti isolazionistici, o peggio conflittuali, non
producono crescita e progresso, ma, al contrario, indeboliscono tutti, e in
particolare chi ne è responsabile.
Bari, 13
gennaio 2016
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PRIMARI
A SCAVALCO, MANCA: “NON SI POSSONO ASPETTARE GLI ACCORPAMENTI. SOSTENGO
L’AZIONE DEL PRIMARIO DI GALATINA CHE SI OPPONE”
Dichiarazione
del vice presidente della Commissione SanitĂ e consigliere dei Conservatori e
Riformisti, Luigi Manca
Siamo
seriamente preoccupati che in attesa degli annunciati accorpamenti, per i quali
vista la complessitĂ della materia (Piano di riordino dei servizi sanitari) non
si prevedono certo tempi brevi, la nomina di “primari a scavalco”
non solo con tingerebbe ad alimentare una sorta di anarchia fra gli addetti ai
lavori di alcuni reparti ospedalieri, ma rischia ancor di piĂą di mettere a
repentaglio il buon funzionamento degli stessi, con la possibilitĂ
concreta che possano verificarsi casi di malasanitĂ , dovuti alla non
continua presenza del primario, l’unico chiamato ad assumersi scelte mediche
che devono invece essere prese nell’immediatezza.
Mi
riferisco in modo particolare a quei reparti come Chirurgia o
Ginecologia-Ostetricia, anzi proprio in quest’ultimo settore stiamo assistendo
a una serie di eventi tragici che stanno interessando non poche donne italiane
in gravidanza e a maggior ragione la presenza di un primario- responsabile
diventa essenziale per il funzionamento del reparto. Per questo condivido e
sostengo l’azione del collega primario di Ginecologia dell’Ospedale di Galatina
che si rifiuta di essere anche primario di COPERTINO. Un’opposizione che rivela
l’alta professionalità di chi avendo a cuore la salute delle donne non intende
metterla a rischio dividendosi in due reparti di cittadine diverse.
Ora
le rassicurazioni date dal governo nel corso del Consiglio regionale di ieri,
12 gennaio, non possono essere accolte: il sapere, anzi, che le “nomine a
scavalco” saranno evitate quando ci sarà l’accorpamento dei reparti ci
lascia intendere che chissĂ quanto altro tempo dovrĂ passare per
risolvere un problema che deve essere affrontato urgentemente se non vogliamo
aumentare il rischio di una qualitĂ sempre piĂą scadente delle prestazioni ospedaliere
a fronte di uno sforzo immane degli operatori sanitari.
Bari,
13 gennaio 2016