da Valerio
L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L'Abbate
OLIO, M5S: “IL
GOVERNO PRIMA LATITA E POI SCOPRE L’ACQUA CALDAâ€
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I deputati Cariello e L’Abbate (M5S)
chiedono di rendere operativi sul territorio nazionale “tac salva-olio†e banca
dati nazionale contenuti nell’ordine del giorno 5 Stelle approvato dal Governo
oltre un anno e mezzo fa
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“Per
fortuna c’è il Corpo Forestale dello Stato a stanare le truffe ai danni del
nostro ‘oro verde’, visto che il Governo, dopo aver latitato, ora con una mano
ringrazia il Corpo Forestale dello Stato per il suo lavoro e con l’altra firma
la sua abolizione. Non solo: la cosiddetta ‘tac salva olio’ l’abbiamo
proposta noi, oltre un anno fa, con un ordine del giorno, datato 11 giugno
2014, che il Governo ha votato e in cui era contenuta anche la creazione di una
banca dati delle diverse produzioni di olio extravergine d’oliva. Perché
nel frattempo il Governo non l’ha resa operativa facendo finta ora di scoprire
l’acqua calda?â€. Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati del M5S
delle Commissioni Agricoltura e della Commissione parlamentare d’inchiesta
sulla contraffazione.
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“I
sequestri, per i quali ringraziamo le forze dell’ordine,  dimostrano
che il fenomeno è tuttora in atto – affermano i deputati pugliesi
Francesco Cariello e Giuseppe L’Abbate (M5S) – Eppure il Governo aveva
tutti gli strumenti disponibili sia da un punto di vista giudiziario, come nel
caso dell’informativa inviata dall’Agenzia delle Dogane che forniva gli
elementi necessari per una denuncia all’Antitrust, sia da un punto di vista
legislativo come nel nostro ordine del giorno che promuoveva la cosiddetta ‘tac
salva-olio’. Chiediamo – proseguono i parlamentari pugliesi 5
Stelle – che il Governo venga a riferire al più presto in Parlamento
motivando queste gravi omissioni e spiegando quali azioni concrete intenda
adottare per rendere operative al più presto su tutto il territorio nazionale
le misure approvate nell'ordine del giorno del M5S oltre un anno e mezzo fa a
tutela della filiera produttiva olivicola, in particolare per quanto riguarda
la banca dati sugli oli extravergini d'oliva e la cosiddetta 'tac salva-olio
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PIERNICOLA
PEDICINI
Portavoce
eurodeputato del M5s al Parlamento europeo
Coordinatore
della Commissione ambiente e sanitÃ
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Ufficio
stampa - Comunicato del 4 dicembre 2015
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CONFERENZA SUL CLIMA A
PARIGI, IL 16 DICEMBRE PEDICINI (M5S) RELATORE AL CONSIGLIO UE SULL'AMBIENTE
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"La conferenza sul clima
di Parigi è importante ma rischia di essere solo una parata di buoni propositi,
se non impone azioni concrete e profonde che modifichino radicalmente le scelte
energetiche del mondo. Occorre fare molto di più e rapidamente per recuperare
il tempo perso ed evitare il disastro ambientale dell'intero pianeta. Dopo
Parigi ci vogliono fatti e provvedimenti legislativi immediati per ridurre le
emissioni di gas serra e non i soliti annunci e proclami ipocriti e
propagandistici. La Ue potrebbe andare in questa direzione già il 16 dicembre
prossimo, se il Consiglio europeo ascoltasse le proposte del M5S Europa e
approvasse norme più restrittive e rigorose nell'ambito della revisione della
Direttiva Nec contro l'inquinamento dell'aria". Ad affermare tutto questo
è Piernicola Pedicini, portavoce del M5s e relatore della Commissione ambiente
sulla Direttiva Nec nella riunione del Consiglio Ue sull'ambiente che si
svolgerà mercoledì 16 dicembre a Bruxelles.
"La riunione del
Consiglio Ue - sottolinea Pedicini - sarà il primo banco di prova per capire se
i governi degli Stati membri vogliono fare sul serio o sono tutti come Renzi
che anche a Parigi ha lanciato slogan e promesse e nessuna iniziativa
sostanziale e concreta che inverta le scelte adottate finora dall'Italia. L'ex
sindaco di Firenze - aggiunge l'eurodeputato pentastellato - non si smentisce
mai e bleffa pure sul futuro dei nostri figli. Anche alla Cop21 ha detto cose
completamente diverse rispetto a quello che il suo governo sta facendo. Un
esempio su tutti, il varo della legge Sblocca Italia che agevola le
trivellazioni petrolifere su terra e in mare. Il premier - sottolinea Pedicini
- è arrivato a sostenere che l'Italia sarebbe leader nel settore della
riduzione delle emissioni e poi ha addirittura esaltato Eni e Enel affermando
che sarebbero i protagonisti del rinnovamento energetico nel mondo, senza
considerare le numerose inchieste in corso della magistratura italiana sui
disastri prodotti dalle emissioni delle centrali a carbone Enel o degli
impianti petroliferi Eni. In più, non ha speso una parola sulle circa 80 mila
morti premature che ogni anno si verificano in Italia a causa dell'inquinamento
dell'aria e sul fatto che siamo al primo posto rispetto alle 490mila morti
calcolate nei 28 Paesi Ue.
L'inquinamento atmosferico -
spiega il portavoce del M5s - è il principale fattore di rischio ambientale per
la salute in Europa. Le soluzioni non possono derivare da interventi spot come
quelli di Renzi e del ministro dell'Ambiente Galletti che dicono di voler
risolvere l'emergenza rinnovando il parco dei mezzi pubblici o
impermeabilizzando di meno il suolo per permettergli di assorbire meglio
l'anidride carbonica. Il punto focale è avere una strategia di sistema, con
obiettivi concreti e vincolanti che sia l'Italia che la Ue dovrebbero adottare.
I governi devono decidere se la salute dei cittadini viene prima o dopo gli
interessi delle lobby economiche. Se il Parlamento europeo avesse osato di più,
si sarebbero subito potuti evitare 40 mila morti all'anno. Inoltre, si
sarebbero attenuati i costi annui causati dalla cattiva qualità dell'aria e
dall'impatto sulla salute che secondo l'Oms (Organizzazione mondiale sanità )
ammonta a oltre 1.4 trilioni di euro per tutta l'Europa. L'Italia da sola
avrebbe risparmiato almeno 7 miliardi di euro all'anno a partire dal 2025,
senza contare i danni devastanti alla biodiversità , alle colture agricole e
agli edifici.
Che l'inquinamento in Europa
sia un'emergenza - precisa l'eurodeputato - lo dimostrano le decisioni prese
dalla Commissione europea che ha avviato provvedimenti contro 16 Stati membri
per cattiva qualità dell'aria. L'Italia è stata addirittura portata in giudizio
davanti alla Corte di giustizia per non aver fatto abbastanza. Adesso però fa
anche peggio: favorisce le fonti fossili e rende impossibile la vita a chi opta
per le rinnovabili, blocca gli incentivi, aumenta l'Iva al pellet, non
introduce la carbon tax, tutela le lobby del petrolio e delle vecchie centrali
elettriche. Un dato emblematico diffuso nelle ultime ore, - conclude Pedicini -
evidenzia che il nostro paese spende circa 15 miliardi per sussidi diretti e
indiretti a petrolio, carbone e gas e impiega solo 84 milioni per il fondo
verde per il clima".
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Ufficio
stampa - Per contatti cell. 3920460174
PIERNICOLA
PEDICINI
Portavoce
eurodeputato del M5s al Parlamento europeo
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